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Una rilettura di “Essere e Tempo” di Martin Heidegger

La sfida di ogni essere umano: affrontare e abbracciare la propria libertà e vivere in modo autentico e significativo

di Francesco Pungitore*

 

Introduzione

“Essere e Tempo” (1927) è considerato uno dei testi filosofici più importanti e influenti del XX secolo. L'opera di Martin Heidegger affronta questioni centrali riguardanti l'esistenza umana e l’essere, cercando di superare i limiti delle tradizioni precedenti. Tra i concetti più importanti: “Dasein”, Angoscia, Autenticità, Temporalità e Morte.

Dasein

Heidegger conia il termine “Dasein” per descrivere l'essere umano nella sua totalità. La parola tedesca “Dasein” si compone di “Da”, che significa “qui” o “là”, e “Sein”, che significa “essere”. Pertanto, “Dasein” può essere interpretato come “essere-qui” o “essere-là”, il che in italiano può essere espresso come “Esser-ci”. Tuttavia, è importante notare che il termine “Dasein” ha un significato più profondo e complesso nel pensiero di Heidegger, e la traduzione con “Esser-ci” potrebbe non catturare completamente tutte le sfumature del concetto. In molti contesti, si preferisce mantenere il termine originale “Dasein” per evitare possibili fraintendimenti o riduzioni semplificative del suo significato. Heidegger usa il termine Dasein per descrivere l'essere umano, come un'entità unica e irriducibile, caratterizzata dalla sua relazione con il mondo, con gli altri e con se stessa. In altre parole, il Dasein rappresenta l'essere umano nella sua esistenza concreta e individuale, tenendo conto delle sue esperienze, dei suoi legami sociali e delle sue preoccupazioni esistenziali. Questo concetto è centrale per la filosofia di Heidegger e sottolinea la necessità di superare i limiti delle tradizioni filosofiche precedenti che tendevano a ridurre l'essere umano a una mera entità astratta o a un soggetto isolato. Invece, Heidegger enfatizza l'importanza della situazione storica e sociale del Dasein e la sua natura essenzialmente relazionale. Il Dasein, pertanto, non è un semplice oggetto o soggetto, ma piuttosto un'entità che è costantemente immersa nel suo mondo e nella sua storia.

 

Angoscia

L'angoscia è un tema centrale in “Essere e Tempo”. Secondo Heidegger, l'angoscia rivela l'essenza del Dasein, poiché sperimentando l'angoscia, l'individuo si rende conto della sua libertà e responsabilità. L'angoscia è la consapevolezza di essere “gettati” nel mondo e di dover affrontare il nulla e l'incertezza. Il concetto di angoscia in Heidegger presenta delle similitudini con quello di Søren Kierkegaard, il filosofo danese considerato il padre dell'esistenzialismo. Entrambi i filosofi utilizzano l'angoscia come uno strumento per esplorare la natura dell'esistenza umana e la responsabilità individuale. Tuttavia, ci sono anche delle differenze significative tra i due approcci.

Kierkegaard descrive l'angoscia come una sorta di “vertigine della libertà” che sorge quando l'individuo si rende conto delle infinite possibilità e delle scelte che deve affrontare nella vita. L'angoscia, per Kierkegaard, è legata alla consapevolezza della libertà e della responsabilità personale nell'affrontare queste scelte esistenziali. Kierkegaard vede l'angoscia come un passo necessario verso la fede e l'autotrascendimento, attraverso il quale l'individuo può superare il disorientamento e trovare un senso nella propria esistenza.

Heidegger, d'altra parte, concorda con Kierkegaard sul fatto che l'angoscia rivela la libertà e la responsabilità dell'individuo, ma la sua analisi si concentra maggiormente sulla natura del Dasein e sulla sua relazione con il mondo. Per Heidegger, l'angoscia è un'esperienza fondamentale che rivela l'essenza del Dasein e la sua “gettatezza” nel mondo. L'angoscia, in Heidegger, è legata alla consapevolezza del nulla e dell'incertezza che caratterizzano l'esistenza umana e che spingono il Dasein a confrontarsi con la propria finitezza e autenticità. Dunque, mentre Kierkegaard si concentra sulla dimensione religiosa e sulla fede come risposta all'angoscia, Heidegger si focalizza sulla struttura ontologica del Dasein e sulla sua relazione con il mondo e il tempo.

 

Autenticità

Heidegger contrappone l'autenticità all'inautenticità, sottolineando che il Dasein può vivere sia in uno stato autentico che in uno inautentico. Lo stato inautentico è caratterizzato dalla “chiacchiera”, dalla superficialità e dall'assenza di riflessione critica sul proprio essere. Invece, l'autenticità implica l'accettazione della propria finitezza, responsabilità e libertà, permettendo al Dasein di vivere in modo più autentico e significativo. L'autenticità in Heidegger richiama, in parte, l'amor fati di Nietzsche, ma presenta anche differenze importanti rispetto al filosofo del nichilismo.

L'autenticità, secondo Heidegger, consiste nell'affrontare e accettare la propria finitezza, responsabilità e libertà, permettendo al Dasein di vivere in modo più autentico e significativo. L'autenticità si contrappone all'inautenticità, caratterizzata dalla superficialità, dalla mancanza di riflessione critica e dall'assenza di un'autentica consapevolezza della propria esistenza. Per Heidegger, vivere autenticamente implica essere consapevoli della propria mortalità e delle proprie scelte esistenziali, evitando di cadere nel conformismo e nella chiacchiera che dominano la vita quotidiana.

L'amor fati di Nietzsche, invece, è l'idea di amare e accettare il proprio destino incondizionatamente, abbracciando la vita con tutte le sue gioie e sofferenze, successi e fallimenti. Nietzsche sostiene che gli individui dovrebbero cercare di vivere la propria vita come un'opera d'arte, imparando ad amare e accettare il proprio destino come un'espressione della volontà di potenza e dell'affermazione della vita.

In entrambi i concetti, vi è un elemento di accettazione della propria esistenza e delle circostanze in cui ci si trova. Tuttavia, l'autenticità heideggeriana si concentra maggiormente sulla consapevolezza della finitezza, sulla responsabilità e sulla relazione del Dasein con il tempo e il mondo. L'amor fati di Nietzsche, d'altro canto, enfatizza la volontà di potenza, l'affermazione della vita e l'arte di vivere.

Pertanto, l'autenticità heideggeriana e l'amor fati nietzscheano condividono alcuni aspetti, come l'accettazione e l'affermazione della propria esistenza, ma differiscono nelle loro specifiche implicazioni filosofiche e tematiche. Entrambi i concetti, tuttavia, rappresentano una sfida al conformismo e all'inautenticità nella vita umana.

 

Temporalità

Il concetto di temporalità è centrale in “Essere e Tempo”. Heidegger afferma che il tempo non è semplicemente una successione di eventi, ma piuttosto una struttura fondamentale dell'esistenza umana. Il Dasein è caratterizzato dalla temporalità, in quanto è sempre proiettato nel futuro, influenzato dal passato e agisce nel presente. La temporalità è strettamente legata all'autenticità, poiché solo attraverso la consapevolezza del tempo il Dasein può realizzare la propria autenticità. Va chiarito come sia errata la semplice identificazione dell'essere con il tempo. Piuttosto, il tempo è considerato come una dimensione chiave per comprendere l'essere e il suo significato.

In “Essere e Tempo”, Heidegger si concentra sull'analisi del Dasein, l'essere umano, e sulla sua struttura temporale. Il Dasein è caratterizzato dalla temporalità, in quanto è sempre proiettato nel futuro, influenzato dal passato e agisce nel presente. La temporalità è un aspetto fondamentale dell'esistenza del Dasein, e la sua relazione con il tempo è essenziale per comprendere la sua natura. Tuttavia, Heidegger non afferma che l'essere sia identico al tempo. Piuttosto, sostiene che il tempo è una condizione necessaria per comprendere l'essere e per accedere al suo significato. Il tempo è strettamente legato all'essere, ma non si può ridurre l'essere al tempo.

Nella sua analisi della temporalità, Heidegger mira a superare il concetto tradizionale di tempo come una successione di eventi o come una serie di istanti isolati. Invece, sostiene che il tempo debba essere compreso come una struttura unitaria e interconnessa che permea l'intera esistenza umana.

In conclusione, il tempo è una dimensione fondamentale dell'esistenza umana nella filosofia di Heidegger, e la sua analisi della temporalità offre una nuova prospettiva sull'essere e sul suo significato. L'essere e il tempo non sono semplicemente identificati l'uno con l'altro. Il tempo è visto come una chiave per accedere alla comprensione dell'essere e della sua natura.

 

Morte

La morte è un altro tema cruciale in “Essere e Tempo”. Heidegger sostiene che la consapevolezza della morte è fondamentale per comprendere l'esistenza umana e per vivere in modo autentico. La morte è l'orizzonte ultimo del Dasein e rivela la sua finitezza e unicità. Accettando la morte come parte integrante dell'esistenza, il Dasein può vivere pienamente la propria autenticità e libertà. La consapevolezza della morte rivela la finitezza e l'unicità del Dasein e spinge l'individuo a confrontarsi con le proprie scelte esistenziali.

La morte, per Heidegger, è un evento che riguarda esclusivamente il singolo individuo e non può essere vissuta o compresa da altri. La consapevolezza della propria mortalità porta il Dasein a riconoscere la sua irriducibile individualità e a prendere sul serio la propria responsabilità nei confronti delle proprie scelte e azioni.

Accettare la morte come parte dell'esistenza permette al Dasein di superare l'inautenticità e il conformismo che spesso caratterizzano la vita quotidiana. Con la consapevolezza della propria finitezza, il Dasein è in grado di affrontare e abbracciare la propria libertà e di vivere in modo più autentico e significativo. Questo implica un maggiore impegno nelle proprie relazioni, una maggiore responsabilità etica e un'autentica riflessione sulle proprie priorità e valori.

Inoltre, l'accettazione della morte come parte integrante dell'esistenza può anche portare il Dasein a vivere il presente con maggiore intensità e consapevolezza, poiché la consapevolezza della propria mortalità rende ogni momento prezioso e irripetibile.

L'accettazione della morte come parte dell'esistenza permette al Dasein di vivere pienamente la propria autenticità, libertà e responsabilità, conducendo a una vita più profonda, significativa e consapevole.

 

Conclusioni

Le riflessioni heideggeriane contenute in “Essere e Tempo” hanno avuto un impatto profondo e duraturo sul dibattito filosofico del XX secolo e oltre. Heidegger ha rivoluzionato la comprensione dell'esistenza umana, mettendo in discussione gli approcci precedenti basati sulla metafisica e sul soggetto astratto. Al centro della sua filosofia, il Dasein e la sua relazione con il tempo, l'autenticità e la mortalità, hanno offerto nuovi spunti per affrontare questioni fondamentali riguardanti l'essere, la libertà e la responsabilità.

Tuttavia, “Essere e Tempo” presenta anche elementi irrisolti che hanno animato e continuano ad animare attente riletture dell'opera. Innanzitutto, Heidegger non ha mai completato il progetto originario di “Essere e Tempo”, lasciando aperte alcune questioni riguardanti l'essere in generale e il suo rapporto con il tempo. Inoltre, il linguaggio e lo stile di Heidegger sono notoriamente complessi e difficili, il che ha portato a molteplici interpretazioni sull'esatta portata e il significato delle sue idee.

Le questioni irrisolte e le ambiguità presenti nell'opera di Heidegger hanno stimolato un ampio dibattito filosofico e hanno influenzato una varietà di pensatori successivi, tra cui Jean-Paul Sartre, Emmanuel Levinas e Jacques Derrida. I temi centrali di “Essere e Tempo”, come l'autenticità, la mortalità e la temporalità, continuano a rappresentare una sfida per tutti i filosofi e la complessità dell'opera assicura che le riletture e le reinterpretazioni di Heidegger rimarranno sempre una parte essenziale del dibattito filosofico.

 

Per approfondire

Per approfondire il pensiero di Heidegger e capire meglio il suo impatto sulla filosofia successiva, ecco tre libri di filosofi influenzati dalle sue idee:

  • Jean-Paul Sartre – “L'essere e il nulla” (1943)

In questo testo fondamentale dell'esistenzialismo, Sartre esplora la natura dell'esistenza umana e le sue implicazioni etiche e politiche. Pur discostandosi in alcuni punti dalle idee di Heidegger, Sartre è stato profondamente influenzato da “Essere e Tempo” e sviluppa ulteriormente il concetto di autenticità, oltre a esaminare il rapporto tra libertà, responsabilità e scelta.

  • Emmanuel Levinas – “Totalità e Infinito” (1961)

Levinas, filosofo francese di origine lituana, critica e va oltre il pensiero di Heidegger concentrandosi sulla relazione etica con l'Altro. Nel suo testo “Totalità e Infinito”, Levinas esplora la nozione di responsabilità morale come fondamento dell'esistenza umana e propone una nuova concezione dell'etica basata sull'alterità e l'incontro con l'Altro.

  • Jacques Derrida – “Essere e tempo di Heidegger” (1990)

Questo libro raccoglie una serie di lezioni di Derrida, uno dei più importanti filosofi francesi del XX secolo e fondatore del decostruzionismo, incentrate sull'analisi di “Essere e Tempo”di Heidegger. Derrida esamina criticamente il pensiero di Heidegger e ne rivela le ambiguità e le contraddizioni, mettendo in discussione l'idea di presenza e la nozione di identità e differenza.

La lettura di questi libri non solo offre una comprensione più approfondita del pensiero di Heidegger, ma fornisce anche una panoramica di come i suoi concetti e le sue idee abbiano influenzato e ispirato una vasta gamma di filosofi successivi, ognuno dei quali ha sviluppato un proprio approccio unico e originale alle questioni fondamentali dell'esistenza, dell'etica e del linguaggio.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche della Comunicazione con perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale

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