rivista di opinione, ricerca e studi filosofici
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Una scuola che accoglie

La sfida impegnativa e quotidiana di creare un ambiente orientato al benessere, nel quale gli studenti possano sentirsi ascoltati e valorizzati

di Francesco Pungitore*

 

L'adolescenza, periodo di transizione e scoperta, è da sempre un viaggio attraverso il quale i giovani cercano di definire chi sono e chi vogliono diventare. Bosma (2001) ci guida attraverso i meandri dei processi che portano all'affermazione dell'identità, sottolineando l'importanza dell'impegno e dell'intensità con cui l'adolescente si identifica nelle proprie scelte. Le crisi esplorative, che caratterizzano questa fase, non sono solo inevitabili, ma necessarie per la costruzione di un sé solido e consapevole.

La scuola, in questo delicato percorso, non può e non deve essere solo un luogo di trasmissione del sapere, ma deve trasformarsi in un laboratorio vivente in cui aiutare ragazze e ragazzi a sperimentare, mettersi in gioco e costruire la propria identità. Bosma e Kunnen (2001) e Meeus (1996), del resto, ci mostrano come proprio la dimensione scolastica e quella relazionale siano fondamentali per permettere al ragazzo di costruire il proprio sé, in un dialogo costante tra persona e contesto.

L'importanza del clima scolastico

Il clima scolastico assume un ruolo centrale nel benessere e nello sviluppo degli studenti. La relazione tra soddisfazione di vita, ambiente esterno e relazioni sociali è cruciale: gli adolescenti che vivono buone relazioni in classe con professori e pari età mostrano una maggiore soddisfazione di vita. Palmonari (2011) critica, parallelamente, una visione della didattica in cui i docenti impongono una singola visione della realtà, sottolineando, invece, l'importanza di fornire una visione oggettiva e critica, che permetta a ogni studente di sviluppare una propria libertà di pensiero e opinione.

La fiducia è un altro elemento chiave nel periodo dell’adolescenza. La scuola deve, dunque, diventare sempre di più un luogo in cui gli studenti possano sentirsi accolti, ascoltati e valorizzati. La fiducia è un dono e una conquista reciproca tra studenti e docenti, un pilastro su cui costruire un ambiente educativo sano e stimolante.

 

Verso una didattica inclusiva

La didattica può, quindi, essere ripensata in una chiave più empatica e inclusiva? Certamente sì. Competenze e voti non possono essere gli unici parametri di valutazione. La scuola deve potenziare, prioritariamente, la propria capacità di accogliere ogni studente, soprattutto i più fragili, creando ambienti che valorizzino il benessere, l'empatia e l'ascolto. La didattica, in tal senso, deve essere orientata a dare ai ragazzi fiducia e la capacità di guardare con occhi di speranza al mondo che li circonda.

Anche il coinvolgimento dei genitori è fondamentale per creare un ambiente positivo e propositivo, all’interno di uno spazio di dialogo aperto tra studenti, insegnanti e genitori, in cui ciascuno possa sentirsi parte attiva di un progetto educativo comune.

 

Conclusioni

La scuola può e deve essere, sempre di più, un luogo in cui ogni studente possa sentirsi accolto e valorizzato nella sua unicità. La ricerca identitaria, così centrale durante l'adolescenza, deve trovare in aula un terreno fertile, in cui sperimentarsi e crescere in un clima positivo e inclusivo. La sfida è costruire insieme una didattica che metta al centro il benessere e lo sviluppo di ogni singolo studente, in un percorso condiviso di crescita e scoperta.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale. Direttore Tecnico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale

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