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Intelligenza artificiale: opportunità e responsabilità, ma senza paura

Un dibattito a distanza tra i due massimi esperti mondiali di IA, LeCun e Floridi

di Francesco Pungitore*

 

Luciano Floridi: serve consapevolezza

Luciano Floridi, professore di scienze cognitive e direttore del nuovo “Digital ethics center” all'Università di Yale, in una interessante intervista pubblicata da SartupItalia invita a riflettere sull'importanza della responsabilità nel contesto dell'intelligenza artificiale. “Dobbiamo pensare ai compiti che stiamo delegando all'IA”, dice Floridi: “Se è un algoritmo a negarmi un mutuo, con chi potrò prendermela? Chi si assumerà la responsabilità quando, non se, ci saranno dei problemi?”.

Floridi critica anche la qualità dell'informazione in materia di IA, sostenendo che la ripetizione e l'ingigantimento di messaggi fuorvianti non contribuiscono a creare consapevolezza. “È buffo - dice - perché su determinati argomenti, autorevoli giornali come l'Economist, pubblica dati, statistiche, fatti, ma quando si parla di AI non si pone la stessa attenzione, come se fosse più intrattenimento”.

L'esperto contesta anche l'apparente confusione tra IA e intelligenza umana, sostenendo che la natura intrinseca dell'IA non è quella dell'intelligenza.

Floridi mantiene un atteggiamento positivo riguardo al futuro del lavoro nell'era dell'IA. “Mi dispiace darvi una brutta notizia, il mondo non andrà in quella direzione secondo cui vivremo di rendita, percependo il reddito prodotto dalle macchine intelligenti, ma state tranquilli, il lavoro non mancherà”, afferma. Riconosce che l'IA aumenta la produttività e insiste sulla necessità di competenze per gestire questi strumenti.

 

Yann LeCun: l'IA non conquisterà il mondo

Dall'altro lato del dibattito, Yann LeCun, informatico e ricercatore francese noto per i suoi contributi nel campo dell'apprendimento automatico, respinge con forza l'idea che l'IA rappresenti un rischio per l'umanità. “L'IA non conquisterà il mondo. È una proiezione della natura umana sulle macchine”, afferma LeCun in una intervista alla BBC ripresa da Everyeye.

LeCun ritiene che sarebbe un errore bloccare la ricerca sull'IA, ed esprime fiducia nel potenziale di sicurezza che ruota attorno a questa tecnologia. Secondo lui, le persone temono l'IA perché non riescono ad immaginare come possa essere effettivamente integrata nelle loro vite. Egli paragona la situazione attuale con l'incertezza che si avvertiva negli anni '30 in merito alla sicurezza dei turbojet.

LeCun condivide la visione di Floridi sul fatto che l'IA non farà perdere posti di lavoro, ma piuttosto cambierà il mondo del lavoro. “Non abbiamo idea di quali saranno i lavori più importanti tra 20 anni”, dice LeCun, suggerendo che la continua evoluzione dell'IA aprirà nuove opportunità lavorative non ancora immaginabili.

 

Una questione di equilibrio

Questo confronto a distanza tra Floridi e LeCun evidenzia come, nel contesto dell'intelligenza artificiale, siano necessarie sia una profonda comprensione delle sfide etiche e di responsabilità, sia una visione ottimistica del potenziale dell'IA per la nostra società e il nostro mondo del lavoro. Come spesso accade, la chiave risiede nell'equilibrio, nel garantire che la promessa dell'IA sia realizzata senza compromettere i principi etici e la responsabilità umana.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche della Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale

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