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L'IA spazzerà via la classe media?

La premier Giorgia Meloni lancia l’allarme sui livelli occupazionali. Analizziamo i dati e verifichiamo il suo ragionamento, numeri alla mano

di Francesco Pungitore*

 

L'IA spazzerà via la classe media? È quanto pensa la premier Giorgia Meloni, esprimendo le sue convinzioni in un'intervista durante la sua visita in Giappone. La Meloni ha richiamato l'attenzione sui rischi occupazionali legati a un uso invasivo degli algoritmi nel mondo del lavoro, un tema che desta apprensione a livello globale. Ma per comprendere appieno la portata di questa affermazione, è necessario analizzare in modo critico lo scenario delineato dalla presidente del Consiglio, mettendo in luce sia i punti di forza che le potenziali debolezze del suo ragionamento.

Riflessioni sul potenziale impatto dell'IA

La preoccupazione della Meloni risiede nella convinzione che l'avanzamento dell'IA possa portare a una sostituzione massiva dei lavori attualmente svolti dall'uomo, con particolare riferimento a quelli di media qualifica. Questa prospettiva solleva questioni fondamentali sul nostro futuro, dagli assetti sociali a quelli politici.

 

Punti di forza del ragionamento

  • Rischi occupazionali reali: la rapidità con cui l'IA può evolvere e automatizzare compiti complessi non è da sottovalutare. Esistono già esempi concreti di come l'automazione abbia ridotto la necessità di intervento umano in vari settori, da quelli manifatturieri a quelli dei servizi.
  • Divario socioeconomico: l'automazione potrebbe effettivamente accentuare le disuguaglianze, ampliando il divario tra chi possiede e gestisce le nuove tecnologie e chi invece rischia di esserne sostituito.

 

Debolezze e criticità

  • Potenziale di creazione di nuovo lavoro: la visione espressa dalla leader politica italiana tende, però, a sottovalutare la capacità dell'IA di generare nuove professioni in svariati settori, laddove l'intelligenza umana rimane indispensabile per la supervisione, la gestione etica, la creatività e l'innovazione.
  • Adattabilità della forza lavoro: la storia ci insegna che l'innovazione tecnologica, pur portando alla scomparsa di alcuni lavori, ha sempre aperto la strada a nuove opportunità occupazionali, presupponendo la capacità di adattamento e riqualificazione degli individui.

 

L'Hiroshima AI Process

Un aspetto centrale del dibattito sull'IA è l'Hiroshima AI Process, menzionato anche dalla Meloni, che mira a stabilire un quadro etico internazionale per lo sviluppo e l'uso dell'IA. Questo approccio richiede una riflessione profonda su come equilibrare i benefici dell'IA con la protezione dei lavoratori e la promozione di una società avanzata sostenibile.

 

Uno sguardo ai dati

Per valutare le affermazioni della Meloni, è utile considerare i dati sull'impiego dell'IA nel mondo del lavoro. Settori come quello tecnologico, sanitario e finanziario stanno già sperimentando trasformazioni significative grazie all'IA, con un impatto ambivalente sull'occupazione: da un lato, la riduzione di posti di lavoro tradizionali; dall'altro, la creazione di nuove opportunità in campi emergenti.

Occorre considerare vari studi e report che hanno esaminato le trasformazioni in atto. Questi numeri aiutano a comprendere meglio la portata delle affermazioni della Meloni e a dare un'idea più precisa dell'impatto dell'IA.

Tecnologia

Crescita dell'occupazione nel settore IA: secondo il World Economic Forum (WEF), si stima che entro il 2025 l'IA creerà 97 milioni di nuovi lavori a livello globale, superando i lavori persi a causa della digitalizzazione.

Sanità

Automazione e assistenza sanitaria: un report di McKinsey suggerisce che circa il 36% delle attività nel settore sanitario potrebbe essere automatizzato, migliorando l'efficienza ma anche spostando il focus del personale verso compiti più critici che richiedono un'interazione umana.

IA in diagnostica: la FDA ha approvato oltre 130 strumenti AI e algoritmi di machine learning per supportare la diagnostica medica, facilitando diagnosi più rapide e precise.

Finanza

Impatto sull'occupazione bancaria: la European Banking Federation ha riportato che l'automazione e l'IA potrebbero ridurre fino al 30% dei posti di lavoro nel settore bancario entro il 2030, ma anche creare nuove posizioni focalizzate su cybersecurity, gestione dei dati e customer experience personalizzata.

Ambivalenze dell'impatto sull'occupazione

Riduzione e creazione di lavoro: mentre alcuni studi prevedono la perdita di milioni di lavori a causa dell'automazione (Oxford Economics stima che 20 milioni di lavori manifatturieri saranno automatizzati entro il 2030), altri sottolineano l'emergere di nuovi ruoli, in particolare quelli legati alla gestione e all'implementazione dell'IA, alla protezione dei dati e all'etica.

Le  nuove competenze richieste: il WEF evidenzia che i lavori del futuro richiederanno una combinazione di competenze tecnologiche, cognitive avanzate e soft skills, come il pensiero critico e la creatività, che non possono essere facilmente sostituite dall'IA.

 

Conclusioni

Analizzando criticamente le dichiarazioni di Giorgia Meloni, emergono questioni complesse. Mentre le preoccupazioni sulla possibile erosione della classe media attraverso l'automazione sono fondate, è altrettanto importante riconoscere il potenziale dell'IA di innescare sviluppo e innovazione, portando a un ripensamento del mondo del lavoro. La sfida sta nel dirigere questi cambiamenti con una visione strategica che includa regole efficaci, investimenti in educazione e formazione e una politica di inclusione che garantisca a tutti di beneficiare dei progressi dell'IA.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale. Direttore Tecnico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale

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