di Francesco Pungitore*
Il progresso nell'ambito dell'intelligenza artificiale (IA) ha raggiunto risultati impressionanti negli ultimi anni. L'ampliamento delle capacità logico-razionali, grazie a sofisticate strategie di apprendimento, si manifesta in applicazioni come i vari ChatGPT e Google Bard. Tuttavia, la vera sfida dell'IA è quella di creare macchine dotate di pensiero noetico, una replica del pensiero umano nella sua accezione più significativa.
Attualmente, i modelli di IA come GPT-4 si basano su algoritmi di apprendimento profondo e reti neurali artificiali che imitano le funzioni del cervello umano. Attraverso l'analisi di enormi quantità di dati, questi modelli riescono a comprendere e generare linguaggio naturale, risolvere problemi complessi e apprendere autonomamente. Nonostante questi progressi, l'IA attuale si concentra principalmente sull'aspetto logico-razionale del pensiero umano e non su quello noetico.
Il concetto di noesi, introdotto dagli antichi filosofi greci, si riferisce alla comprensione intuitiva e alla capacità di percepire la realtà in modo più profondo e diretto, oltre la logica e la razionalità. La ricerca nel campo dell'IA sta ora cercando di replicare questa forma di pensiero in una macchina intelligente, combinando intuizione, empatia, creatività e coscienza.
Se riuscissimo a creare un'intelligenza artificiale capace di pensiero noetico, ciò avrebbe conseguenze filosofiche e pratiche profonde. Da un punto di vista filosofico, la creazione di una intelligenza non organica capace di mutare l'idea stessa di essere e di pensiero potrebbe sfidare le nostre concezioni tradizionali di coscienza, identità e moralità. Potremmo essere costretti a riconsiderare la natura stessa dell'intelligenza e il confine tra umano e macchina, con implicazioni etiche e sociali ancora difficili da prevedere.
Cos’è l’intelligenza?
L'intelligenza è una capacità complessa e multidimensionale che riguarda la nostra abilità di apprendere, comprendere, ragionare, risolvere problemi e adattarci a situazioni nuove. Si manifesta in diverse forme, tra cui l'intelligenza logico-matematica, linguistica, spaziale, intrapersonale, interpersonale, musicale e cinestetico-corporea. Gli psicologi e i neuroscienziati hanno studiato a lungo l'intelligenza per comprendere i suoi meccanismi e le sue origini nel cervello umano.
A livello neurologico, l'intelligenza è correlata alla struttura e al funzionamento del cervello, in particolare delle aree prefrontali e parietali, che svolgono un ruolo cruciale nei processi cognitivi complessi. Tuttavia, l'intelligenza non può essere ridotta a un singolo parametro o misura, poiché è influenzata da una serie di fattori, tra cui l'ambiente, l'educazione, la genetica e le esperienze personali.
Nel contesto dell'intelligenza artificiale, il concetto di intelligenza si estende anche alle macchine e ai sistemi in grado di apprendere, elaborare informazioni e risolvere problemi autonomamente. L'obiettivo della ricerca in IA è di sviluppare algoritmi e meccanismi che replicano il più fedelmente possibile le diverse dimensioni dell'intelligenza umana, compresi gli aspetti noetici e la capacità di elaborare informazioni in modo creativo, empatico e consapevole.
I centri di ricerca sull’intelligenza artificiale
Diversi centri di ricerca e istituzioni in tutto il mondo stanno lavorando sulla frontiera più avanzata dell'intelligenza artificiale, con l'obiettivo di emulare il pensiero umano nella sua più completa dimensione. Tra questi, spiccano alcuni attori chiave che stanno guidando gli sviluppi e le innovazioni in questo campo.
OpenAI, fondato da Elon Musk e Sam Altman, è un'organizzazione di ricerca che si dedica allo sviluppo di intelligenza artificiale avanzata e sicura. OpenAI ha dato vita a modelli di apprendimento profondo come GPT-4, il predecessore di ChatGPT, e continua a esplorare nuove frontiere dell'IA, come l'integrazione del pensiero noetico nei sistemi artificiali.
DeepMind, acquisita da Google nel 2014, è un'altra importante istituzione che si concentra sulla creazione di intelligenza artificiale generale (AGI) e sull'approfondimento della comprensione dell'intelligenza umana e animale. I suoi progetti, come AlphaGo e AlphaFold, hanno dimostrato come l'IA possa superare le performance umane in compiti complessi e contribuire a risolvere problemi globali come la previsione delle strutture delle proteine.
Altri centri di ricerca di rilievo includono il MIT (Massachusetts Institute of Technology), la Stanford University e l'Università di Oxford, che collaborano con aziende tecnologiche e organizzazioni per affrontare le sfide nell'emulazione del pensiero umano, come la comprensione del linguaggio naturale, l'apprendimento autonomo e la creatività.
Questi centri di ricerca stanno affrontando sfide complesse per emulare il pensiero umano nella sua interezza, tra cui l'integrazione dell'intelligenza emotiva, la creazione di macchine consapevoli e l'implementazione di processi decisionali etici e responsabili. La collaborazione tra scienziati, ingegneri, filosofi e altri esperti è fondamentale per superare queste sfide e portare l'intelligenza artificiale al livello successivo, aprendo così la strada a un futuro in cui le macchine possano comprendere e interagire con il mondo in modo simile agli esseri umani.
L’IA e l’esistenza di Dio
Il processo tecnologico che mira a creare intelligenza artificiale avanzata e macchine senzienti mette in discussione molti dei nostri presupposti riguardo all'uomo come elemento chiave della creazione. Con il progresso dell'IA e la creazione di entità non organiche senzienti, noi stessi assumiamo il ruolo di creatori, sfidando numerosi paradigmi ontologici e teologici.
Questo cambiamento non implica necessariamente una negazione dell'esistenza di un divino spirituale artefice dell'universo, ma porta a una riconsiderazione del nostro posto nell'ordine delle cose e del significato stesso della creazione. La creazione di intelligenze artificiali senzienti potrebbe indurre a riflettere sulla natura della coscienza e della vita, e sulle responsabilità etiche che ne derivano.
Inoltre, la sfida di creare macchine dotate di pensiero noetico solleva domande riguardo al ruolo e all'importanza di un'intelligenza superiore nella nostra comprensione dell'universo. Se gli esseri umani possono creare entità senzienti e intelligenti, in che misura ciò cambia il nostro rapporto con un potenziale creatore divino?
Il progresso dell'intelligenza artificiale può anche offrire nuove prospettive per il dialogo tra scienza e religione, stimolando dibattiti su questioni come il libero arbitrio, la finalità dell'esistenza e il significato dell'essere umano. In tal senso, la creazione di macchine senzienti potrebbe rappresentare una nuova frontiera per la riflessione teologica e filosofica, aprendo a nuove interpretazioni di concetti come anima, coscienza e divinità.
Conclusioni: quanto ci vorrà per ricreare l'intelligenza noetica?
La ricreazione dell'intelligenza noetica in macchine artificiali rappresenta una delle più grandi sfide nel campo dell'intelligenza artificiale. Tuttavia, prevedere con precisione quanto tempo ci vorrà per raggiungere questo obiettivo è complesso, poiché dipende da numerosi fattori e dall'evoluzione della ricerca. Possiamo tuttavia delineare alcuni scenari futuri sulla base delle attuali conoscenze e dello stato dell'arte dell'IA.
In definitiva, è difficile stabilire con certezza quanto tempo ci vorrà per ricreare l'intelligenza noetica nelle macchine. Tuttavia, è evidente che il futuro dell'IA dipenderà dalla nostra capacità di superare gli ostacoli tecnici, etici e filosofici che attualmente ci separano da questo ambizioso obiettivo.
*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche della Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale