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L'immutabile saggezza dello Stoicismo

Le origini, i principi e l’impatto etico di una filosofia originale e affascinante 

di Francesco Pungitore*

 

Lo Stoicismo, nato nel portico (stoa in greco) di Atene nel III secolo a.C., ha radicato le sue fondamenta filosofiche nel pensiero di Zenone di Cizio. La sua filosofia, che si sviluppò in un periodo di tumultuose trasformazioni politiche e sociali, cercò di offrire un ancoraggio, una guida morale e spirituale, in un mondo in cui le certezze sembravano dissolversi come sabbia tra le dita. Zenone, con la sua dottrina, non solo fondò una scuola, ma anche un modo di vivere, che avrebbe permeato l’etica e la pratica quotidiana di innumerevoli individui attraverso i secoli.

I principi fondamentali

Il cuore pulsante dello Stoicismo risiede nella razionalità e nel controllo di ciò che è in nostro potere, distinguendo chiaramente tra ciò che possiamo cambiare e ciò che dobbiamo accettare. La dottrina stoica postula che la virtù, intesa come saggezza, coraggio, giustizia e temperanza, sia l'unico bene vero, mentre il vizio rappresenta il male. La felicità, quindi, non è legata a beni esterni o fortuna, ma è radicata nella virtù e nella capacità dell'individuo di mantenere una tranquillità dell'anima (atarassia) e una libertà da passioni distruttive (apatheia).

 

Destino e tempo

Nella concezione stoica, il destino e il tempo sono intrecciati in una danza cosmica, governata dalla razionalità intrinseca del Logos, il principio ordinatore dell'universo. Il destino, per gli stoici, non è un arbitro cieco, ma un ordine cosmico razionale e necessario, che permea ogni aspetto dell'esistenza. Tutto ciò che accade è il risultato di una catena causale determinata e intrisa di razionalità divina. Il tempo, dunque, non è un semplice susseguirsi di eventi, ma il palcoscenico su cui si svolge il dramma logico del destino. Ogni evento, ogni individuo, è un anello di una catena causale che si estende dal passato al futuro, e ogni accadimento è determinato dalla struttura logica e causale dell'universo. L’uomo saggio, secondo la filosofia stoica, accetta con serenità il corso degli eventi, riconoscendo che il proprio potere risiede non nel cambiare il corso del destino, ma nell’atteggiamento con cui lo si accoglie. La tranquillità dell'anima e la libertà interiore sono raggiunte attraverso l'accettazione del destino e il vivere in armonia con il flusso del tempo, abbracciando ogni istante con una consapevolezza lucida e imperturbabile. In questo modo, il destino e il tempo, lungi dall'essere oppressori, diventano compagni di un viaggio in cui la virtù e la saggezza guidano l'individuo attraverso le acque, talvolta calme, talvolta tempestose, dell'esistenza.

 

L'Eterno ritorno

Nel vasto e infinito tessuto del cosmo, la filosofia stoica intravede un ciclo perpetuo di morte e rinascita, un eterno ritorno che avvolge l'intero universo in un abbraccio di creazione e distruzione. La concezione stoica dell'Ekpyrosis, la grande conflagrazione, ci parla di un universo che, dopo un periodo di tempo immenso, è destinato a consumarsi in un gigantesco incendio, per poi rigenerarsi nuovamente in una forma identica a quella precedente. Ogni ciclo di esistenza, quindi, è un riflesso speculare del precedente e del successivo, in un ininterrotto balletto di mondi che sorgono e periscono. In questa visione, ogni evento, ogni vita, ogni sofferenza e gioia, sono destinati a ripetersi all'infinito nel grande teatro del cosmo. La vita dell'individuo, con tutte le sue peculiarità, le sue scelte e i suoi cammini, è vista come un episodio in una serie infinita di repliche identiche. In questo scenario, la morale stoica trova una risonanza particolare: se ogni azione, ogni decisione, è destinata a ripetersi eternamente, l'individuo è chiamato a vivere in armonia con la ragione e la virtù, non per alterare il corso del destino, ma per abbracciare con dignità e integrità il proprio ruolo nell'infinita danza del tempo. La visione ciclica stoica, dunque, non è meramente fatalista, ma invita a una forma di saggezza e accettazione, in cui la virtù diventa la compagna eterna dell'essere nell'incessante flusso dell'esistenza universale.

 

Ciò che deve accadere, accadrà, perché è già accaduto

La filosofia stoica, con la sua visione ciclica dell’universo e l'eterno ritorno degli eventi, ci pone di fronte a un enigma esistenziale: se tutto ciò che accade è destinato a ripetersi in maniera identica, quale spazio rimane per l'agire umano? “Ciò che deve accadere, accadrà, perché è già accaduto” non è un invito alla rassegnazione, ma piuttosto una sfida a vivere con profonda consapevolezza e integrità morale. Marco Aurelio, imperatore romano e stoico, incarna questa tensione tra accettazione del destino e impegno attivo nella vita. Pur essendo un sovrano, le cui decisioni e azioni avevano un impatto tangibile sul mondo, Marco Aurelio non vedeva un contrasto tra il determinismo stoico e il suo ruolo attivo nella società. Nei suoi “Pensieri”, l'imperatore-filosofo riflette sulla transitorietà della vita e sulla reiterazione ciclica degli eventi, ma ciò non lo conduce a un atteggiamento di passività. Al contrario, la consapevolezza della ciclicità dell’esistenza diventa per lui un monito a vivere con rettitudine, giustizia e saggezza, poiché ogni sua azione, ogni sua decisione, sarà parte dell'eterno tessuto del cosmo. La vita di Marco Aurelio è un esempio eloquente di come la visione stoica del destino non annulli l'importanza dell'agire etico: l'individuo, pur immerso in un flusso di eventi prestabiliti, è chiamato a navigare con onore e virtù attraverso le acque del tempo, poiché è proprio attraverso la qualità del proprio agire che si realizza la propria essenza razionale e virtuosa, in un dialogo perpetuo e armonioso con il Logos universale. La vita, allora, diventa un'opera d'arte, la cui bellezza e valore risiedono nell'eterna ripetizione delle scelte virtuose e sagge che, ciclo dopo ciclo, tessono l'immortale danza del destino.

 

Il faro dell'etica

Lo Stoicismo non si limita a essere una teoria astratta, ma si immerge profondamente nelle acque dell'etica. La teoria stoica si traduce in un modo di vivere, in cui l'individuo, attraverso la pratica costante e la riflessione, cerca di allineare le proprie azioni con la ragione universale (Logos). La filosofia stoica, quindi, diventa un faro che guida l'individuo attraverso le tempeste della vita, offrendo un percorso tra le acque tumultuose delle passioni umane e dei dilemmi morali.

 

Figure chiave dello Stoicismo

Menti brillanti hanno lasciato un segno indelebile nella storia della filosofia stoica. Figure come Seneca, Epitteto e Marco Aurelio non solo hanno adottato, ma anche arricchito e personalizzato lo Stoicismo, rendendolo un vivace dialogo attraverso i secoli. Seneca esplorò le profondità della condizione umana attraverso le sue lettere e tragedie. Epitteto, schiavo divenuto filosofo, enfatizzò il potere della volontà e del controllo interno. Marco Aurelio, imperatore e filosofo, ci ha lasciato i suoi “Pensieri”, un diario intimo che riflette le sue lotte e il suo impegno verso la virtù.

 

L'eredità dello Stoicismo

Lo Stoicismo, con la sua enfasi sulla virtù, il controllo e la razionalità, ha attraversato i secoli, influenzando pensatori di ogni epoca. La sua eredità non è solo incastonata nei testi antichi, ma vive nelle pratiche quotidiane di coloro che cercano una bussola morale in un mondo caotico e imprevedibile. Lo Stoicismo, quindi, non è solo una filosofia del passato, ma un eterno compagno di viaggio, che continua a offrire saggezza e guida mentre attraversiamo le complesse vicende della vita umana.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale

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