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La “danza” delle scuole: il perpetuo cambio di istituto tra gli studenti delle superiori

Una crisi di consapevolezza accentuata dall’atteggiamento accondiscendente delle famiglie

di Francesco Pungitore*

 

Nella complessa scacchiera dell'educazione, emerge oggi una particolare problematica: il fenomeno degli studenti delle superiori che cambiano continuamente scuola. In un continuo vagabondaggio educativo, gli adolescenti passano da un istituto all'altro, in un percorso di ricerca che sembra non avere fine.

L'incertezza degli studenti e il ruolo delle famiglie

Iniziano da una parte, poi scelgono un altro istituto, poi un altro ancora, in un ciclo che si ripete forse anche l'anno successivo. Questa danza di cambiamenti, di cui i ragazzi si pentiranno amaramente solo quando sarà già troppo tardi, troppo spesso è sostenuta dalle famiglie che, invece di guidare e consigliare, delegano la scelta ai figli. Il cuore del problema, come si potrebbe sospettare, risiede in un'importante questione: la consapevolezza degli studenti. Infatti, si pone una domanda cruciale: può un adolescente di 13-14 anni essere pienamente consapevole delle proprie decisioni e fare una scelta informata e matura sulla scuola più adatta alle sue inclinazioni, invece di seguire un capriccio del momento?

 

Cambiare scuola, spesso, non è la soluzione di un problema

Cambiare scuola non dovrebbe essere “la” soluzione, specialmente se il problema si radica in questioni psicologiche più complesse, di scarso adattamento, di difficoltà nelle relazioni, di bassa autostima o magari di ambizioni mal indirizzate. La scelta di iscriversi a un nuovo istituto dovrebbe essere considerata come un'opportunità reale di crescita e non un semplice cambio di scenario esistenziale, per la serie:

  • “Non sto bene con me stesso/a, cambio scuola per vedere se la situazione migliora”
  • “Mi trovo bene, ma cambio perché forse lì mi trovo meglio”...

La valutazione dei pro e dei contro dovrebbe, invece, essere ponderata con serietà e razionalità, perché sono gli anni in cui si gettano le basi della imminente vita da adulti. Ma non sempre, anzi quasi mai, è così.

 

Le percentuali di abbandono scolastico

Tra i problemi correlati a questo fenomeno vi è l'abbandono scolastico, che in Italia rimane ad un livello preoccupante. L'11,9% degli studenti iscritti al primo anno delle scuole superiori abbandona gli studi. Se si considera l'intero quinquennio, in Italia si registra una media del 26% di studenti che non raggiungono la maturità, con punte massime del 30,7% negli istituti tecnici.

 

La necessità di una maggiore consapevolezza

Il problema della consapevolezza torna quindi al centro della discussione. Gli studenti iniziano, poi lasciano, cambiano, girano e rigirano, perdendo tempo e opportunità e le prime difficoltà diventano barriere insormontabili. Di fronte a questo fenomeno, ci si chiede: dove sono le famiglie che, come punti di riferimento stabili, dovrebbero avere un ruolo più attivo nel processo decisionale dei loro figli?

In conclusione, appare sempre più fondamentale un'azione congiunta da parte di studenti, genitori e sistema educativo per affrontare questa crisi crescente di orientamento e di consapevolezza.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche della Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digita

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