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Giordano Bruno: la rivoluzione del pensiero e la lotta contro il dogmatismo

Riflessioni sul filosofo-eretico degli infiniti universi e mondi, nell’anniversario della sua morte

di Francesco Pungitore*

 

Oggi, 17 febbraio 2023, si celebra l'anniversario della morte di Giordano Bruno. Uno dei pensatori più influenti nella storia della filosofia. Bruno muore nel 1600 a Roma, sul rogo, condannato per eresia dal Tribunale della Santa Inquisizione. Uno dei momenti più drammatici nella storia della cultura occidentale. Un evento che lascia ancora una ferita profonda nel cuore della Chiesa cattolica.

Un ribelle.

Bruno fu indubbiamente un rivoluzionario, un ribelle, prima ancora di diventare uno straordinario esempio di libertà. Uno dei principali motivi per cui il suo pensiero va considerato “dirompente” per il suo tempo è, certamente, il suo atteggiamento critico nei confronti del dogmatismo. Il filosofo di Nola era profondamente convinto del fatto che la verità non potesse essere raggiunta attraverso la fede cieca ma, esattamente al contrario, mettendo costantemente in discussione opinioni e certezze acquisite e cercando sempre nuove prospettive di pensiero. Una impronta antidogmatica che si manifesta, in modo particolare, nella sua opera principale “De l'infinito, universo e mondi”.

Una minaccia.

Le idee di Bruno erano considerate una grave minaccia per la dottrina ufficiale della Chiesa e per la sua autorità. Arrestato nel 1592 a Venezia, dove aveva trovato rifugio dopo aver lasciato la Francia, venne incarcerato per la prima volta nella prigione di San Giovanni e Paolo, dove rimase per diversi mesi, in attesa del suo processo per eresia. Nel 1593 fu trasferito nella prigione dell’Inquisizione a Roma, dove venne interrogato e processato per sette lunghi anni. Durante il processo, Bruno difese con determinazione le sue idee, rifiutando sempre di ritrattare la sua affermazione dell'infinità dell'universo e la sua concezione del cosmo come composto da un numero infinito di mondi.

La condanna a morte.

Nel febbraio del 1600, Bruno fu condannato a morte per eresia e rifiutò di pentirsi. Venne quindi condotto al rogo come eretico impenitente. La sua morte può essere considerata un momento cruciale nella storia della libertà di pensiero e di espressione.

La portata rivoluzionaria del suo pensiero.

Uno dei motivi per cui Bruno è considerato un iniziatore della modernità è la portata rivoluzionaria del suo pensiero. La sua impronta antidogmatica e la sua concezione dell'universo come organismo vivente e permeato di divinità rappresentano una sfida radicale alle dottrine e alle autorità dominanti del suo tempo. La sua visione ha influenzato profondamente il pensiero filosofico e scientifico successivo, aprendo la strada alla ricerca di nuove prospettive di pensiero e alla libertà di espressione.

 

*docente di Filosofia

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