rivista di opinione, ricerca e studi filosofici
rivista di opinione, ricerca e studi filosofici

AI Act: l’Europa vara le sue regole sull’intelligenza artificiale

È la prima legge mondiale che prova a fissare i limiti di questa tecnologia

di Francesco Pungitore*

 

Il Consiglio dell'Unione Europea ha dato il via libera definitivo, all'unanimità, all'AI Act: è la prima legge al mondo che disciplina lo sviluppo, l'immissione sul mercato e l'uso dei sistemi di intelligenza artificiale nell'Unione. La legge, frutto di una lunga e complessa gestazione, rappresenta un passo storico nel tentativo di regolamentare una tecnologia in rapida evoluzione, con l’obiettivo di garantire sia la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini europei sia la promozione dell'innovazione e degli investimenti nel campo dell'AI.

Un approccio basato sul rischio

L'AI Act adotta un approccio “basato sul rischio”, classificando i sistemi di AI in diverse categorie a seconda del loro potenziale di causare danni alla società. I sistemi considerati a rischio limitato saranno soggetti a obblighi di trasparenza leggeri, mentre quelli ad alto rischio dovranno soddisfare una serie di requisiti stringenti per poter accedere al mercato europeo. Questa distinzione mira a bilanciare la necessità di proteggere i cittadini con la volontà di non soffocare l'innovazione.

 

Regole e tempi di applicazione

Le nuove regole entreranno in vigore a due anni dalla loro adozione, con alcune eccezioni significative. I divieti, come quelli sull'uso dell'AI per la polizia predittiva e per la classificazione delle persone basata su dati biometrici, entreranno in vigore dopo sei mesi. I controlli sui sistemi per finalità generali avranno un periodo di transizione di 12 mesi, mentre gli obblighi per i sistemi ad alto rischio saranno pienamente applicabili dopo 36 mesi.

 

Divieti e sanzioni

La legge vieta esplicitamente alcune applicazioni dell'AI, come la polizia predittiva basata sulla profilazione e i sistemi di classificazione biometrica delle persone. Inoltre, sono proibiti i sistemi di manipolazione cognitivo-comportamentale e di punteggio sociale. Per garantire il rispetto delle nuove norme, verranno istituite diverse strutture di governance, tra cui un ufficio AI all'interno della Commissione Europea, un panel di esperti indipendenti, un comitato con rappresentanti degli Stati membri e un forum consultivo per le parti interessate. Le sanzioni per le violazioni saranno commisurate al fatturato annuo globale dell'azienda responsabile o ad un importo predeterminato, a seconda di quale sia più elevato. Le PMI e le start-up saranno soggette a sanzioni proporzionali, garantendo un trattamento equo anche per le realtà più piccole.

 

Sandbox normativi e innovazione

Un aspetto positivo e innovativo della legge è la previsione di sandbox normativi per l'AI. I sandbox normativi sono ambienti controllati in cui le aziende possono sviluppare, testare e convalidare nuovi sistemi di intelligenza artificiale in condizioni reali, permettendo l'innovazione tecnologica entro un quadro normativo sicuro e monitorato. Questi ambienti controllati permetteranno lo sviluppo, il test e la validazione di sistemi in condizioni reali, promuovendo l'apprendimento normativo basato su dati concreti. Questa misura è pensata per incentivare l'innovazione senza compromettere la sicurezza e i diritti dei cittadini.

 

Riflessioni

Nonostante gli evidenti benefici, l'AI Act non è esente da critiche. Alcuni esperti ritengono che le normative troppo rigide potrebbero rallentare l’innovazione e il fare impresa nel settore, in Europa, rispetto ad altre aree geografiche del mondo, come gli Stati Uniti e la Cina, dove le regole sono meno stringenti. Questo potrebbe portare a una fuga di talenti e investimenti verso mercati più permissivi.

Inoltre, c'è il rischio che le piccole e medie imprese possano comunque trovare onerosi gli adempimenti richiesti, limitando così la loro capacità di impegnarsi economicamente. La complessità della legge potrebbe anche creare incertezze interpretative che necessiteranno di ulteriori chiarimenti e adattamenti nel tempo.

 

Conclusioni

L'AI Act rappresenta un tentativo ambizioso di regolare una tecnologia dirompente, bilanciando la necessità di proteggere i diritti fondamentali con quella di stimolare l'innovazione. Tuttavia, sarà cruciale monitorare l'implementazione della legge e apportare eventuali correzioni per garantire che l'Europa possa rimanere competitiva nel panorama globale dell'AI, senza compromettere la sicurezza e i diritti dei suoi cittadini.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale. Direttore Tecnico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale

Stampa | Mappa del sito
© 2015 - Essere & Pensiero - Testata giornalistica online ai sensi dell'art. 3-bis del d.l. 63/2012 sull'editoria convertito in legge n. 103/2012 - Direttore Responsabile: Francesco Pungitore