rivista di opinione, ricerca e studi filosofici
rivista di opinione, ricerca e studi filosofici

Per una pedagogia del cuore

Costruire una scuola che ascolta e accoglie

di Francesco Pungitore*

 

Nel mondo sempre più frenetico e complesso in cui viviamo, l'adolescenza rappresenta un periodo di crescita carico di sfide e insidie. I giovani d'oggi si trovano ad affrontare pressioni e aspettative senza precedenti, con conseguenze preoccupanti che si riflettono sul loro benessere psicologico e fisico. I numeri parlano chiaro, delineando un quadro di disagio giovanile che non può e non deve essere ignorato. Di fronte a questo scenario, diventa fondamentale riflettere sul ruolo dell'istruzione e, più in generale, della pedagogia nella promozione della salute e del benessere dei giovani. In questo contesto, il concetto di “pedagogia del cuore” emerge come un approccio necessario e innovativo. Basata su principi di ascolto, empatia e accoglienza, la pedagogia del cuore punta a ristabilire un contatto autentico con gli adolescenti, permettendo loro di sentirsi visti, compresi e sostenuti.

La situazione attuale in Italia

L'attuale contesto giovanile italiano si presenta preoccupante. I dati pubblicati sul Corriere della Sera lo scorso 31 marzo 2023, tratti dall'indagine “Chiedimi come sto” condotta dall’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali dell’Emilia-Romagna su quasi 30 mila studenti medi e universitari di tutta Italia, rivelano una condizione di disagio diffuso e multiforme. Secondo questo studio, il 28% dei giovani ha sperimentato una qualche forma di disturbo alimentare, fenomeno che spesso non sfocia in condizioni estreme come l'anoressia o la bulimia, ma che si manifesta nel cosiddetto binge eating, ossia mangiare fino a stare male. Inoltre, il 14,5% dei giovani ha dichiarato di aver compiuto atti autolesionistici, come tagli sulle braccia, mentre il 10,3% ha fatto esperienza di sostanze psicotrope e il 12% ha abusato di alcol.

Questi dati, già di per sé allarmanti, sono ulteriormente aggravati dal fatto che tre quarti degli studenti si definiscono poco felici o addirittura infelici; più di uno su quattro ha pensato di lasciare gli studi e, quando si tratta di immaginare il futuro, prevalgono sentimenti di insicurezza se non addirittura di paura. Inoltre, il rapporto con gli adulti viene percepito come problematico: gli adolescenti li ritengono responsabili della situazione attuale, ma poco determinati e per nulla sinceri. Questo sfasamento generazionale si traduce in un bisogno diffuso di supporto psicologico: il 91% degli intervistati ritiene utile la presenza di uno psicologo a scuola e più di un terzo vorrebbe poterne usufruire. L'analisi di questi dati rivela un quadro di estremo disagio, che richiede un'attenzione particolare e un cambiamento nella metodologia di approccio alla formazione dei giovani.

 

Cosa accade nelle scuole?

Le statistiche, per quanto illuminanti, sono solo la punta dell'iceberg. Questi numeri, infatti, rivelano solo una parte del disagio vissuto dagli adolescenti. L'ambiente scolastico, in particolare, sembra essere una delle aree dove questo malessere si esprime in maniera più evidente. Come sottolineato dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, nelle scuole italiane si manifesta un duplice problema: da un lato, l'aumento del disagio psicologico degli adolescenti, dall'altro, la crescita degli episodi di bullismo, che non colpiscono solo gli studenti, ma anche i docenti.

Il disagio psicologico sembra essere radicato nel tessuto stesso del sistema scolastico, con gli adolescenti che lottano con la pressione del rendimento, la competizione, le aspettative e la mancanza di supporto adeguato. Questa situazione si riflette poi nei comportamenti negativi, come il bullismo, che sono sintomatici di una sofferenza più profonda e che contribuiscono ulteriormente a creare un ambiente scolastico ostile e poco accogliente.

Quello che emerge è un sistema scolastico che, al momento, non riesce a rispondere adeguatamente alle esigenze psicologiche e affettive degli studenti. Questa constatazione, lontana da essere una critica infondata, serve piuttosto come punto di partenza per un'esplorazione più approfondita di come si possa intervenire a livello pedagogico per rispondere in maniera più efficace a queste sfide.

Un modello di riferimento: Viktor Frankl

Per affrontare efficacemente il disagio giovanile, è necessario attingere a diversi campi del sapere umano, tra cui la psicologia e la pedagogia. Un approccio teorico particolarmente illuminante è quello proposto dalla logoterapia di Viktor Frankl.

Psichiatra austriaco sopravvissuto all'Olocausto, Frankl ha fondato la sua teoria sulla premessa che la ricerca del senso sia la motivazione primaria dell'essere umano. La logoterapia mira quindi a sostenere l'individuo nel suo percorso verso la scoperta e la realizzazione del proprio senso di vita. Questo approccio risulta particolarmente adatto nell'analisi del disagio giovanile: l'adolescenza è infatti un periodo di intensa ricerca di significato, in cui l'individuo si confronta con domande esistenziali fondamentali e cerca la propria strada nel mondo.

In un discorso del 1972, Frankl affermò che «ogni epoca ha la sua nevrosi ed ogni epoca necessita di una sua psicoterapia». Questa affermazione, tratta dal volume “La sofferenza di una vita senza senso”, sottolinea la necessità di sviluppare terapie e approcci pedagogici che rispondano alle specifiche sfide del contesto storico e sociale. In un'epoca caratterizzata da crescente incertezza, cambiamenti rapidi e sfide complesse, la logoterapia offre una cornice teorica preziosa per comprendere e affrontare il disagio esistenziale dei giovani, aiutandoli a ritrovare un senso nella loro vita e a costruire un futuro soddisfacente e significativo.

 

Il vuoto esistenziale

Lo sfondo culturale e sociale di oggi può sembrare privo di significato per molti giovani. Come Frankl ha chiaramente identificato, la mancanza di senso o l'insignificanza dell'esistenza può condurre a una condizione di “vuoto esistenziale”. Questa condizione è pericolosa e può portare a una vasta gamma di problemi di salute mentale, compresa la depressione, l'ansia e, nei casi più estremi, il suicidio.

Infatti, l'allarmante tasso di suicidi tra i giovani evidenzia ulteriormente la gravità di questa crisi esistenziale. Più della metà dei suicidi compiuti nel mondo sono opera di giovani dai 10 ai 25 anni. Questi numeri riflettono la profondità della sofferenza che molti giovani stanno attraversando e l'urgente necessità di affrontare questi problemi con soluzioni concrete.

Pertanto, è cruciale riconoscere e affrontare il vuoto esistenziale tra i giovani. Un approccio che potrebbe essere particolarmente efficace è quello di una “pedagogia del cuore”, che si concentri sull'ascolto attivo, l'empatia e il sostegno nel processo di scoperta di sé, nell'elaborazione di un senso di identità positivo e nell'acquisizione della capacità di saper affrontare i problemi della vita.

 

La pedagogia del cuore come soluzione

Alla luce dei problemi delineati nei precedenti paragrafi, è evidente che c'è un bisogno urgente di nuove soluzioni per aiutare gli adolescenti ad affrontare il disagio e la sofferenza. La “pedagogia del cuore” rappresenta una di queste soluzioni. Questa forma di pedagogia va oltre la mera trasmissione di conoscenze/competenze, concentrandosi invece sullo sviluppo dell'intero individuo, promuovendo la comprensione, la resilienza, la crescita personale e il benessere mentale.

La pedagogia del cuore incoraggia l'ascolto attivo, ponendo gli studenti al centro del processo di apprendimento. Ciò implica creare un ambiente in cui gli studenti si sentano sicuri nell'esprimere i propri sentimenti e le proprie preoccupazioni, e in cui siano rispettati e ascoltati. In questo modo, è possibile affrontare i problemi alla radice, riconoscere i segnali di disagio e intervenire tempestivamente.

L'empatia svolge un ruolo cruciale in questo approccio. I docenti, in particolare, devono essere formati non solo a trasmettere saperi, ma anche a comprendere e condividere le emozioni dei loro studenti. Questo può aiutare a creare un legame di fiducia, incoraggiare la comunicazione e, in ultima analisi, facilitare l'identificazione e l'affrontamento dei problemi.

Infine, la pedagogia del cuore implica un'educazione orientata alla resilienza e all'autonomia. L'obiettivo è dotare gli studenti delle competenze necessarie per affrontare le sfide della vita, compreso il modo di affrontare il disagio, gestire lo stress e prendere decisioni informate.

In sintesi, una pedagogia del cuore efficace dovrebbe essere all'insegna dell'ascolto, dell'empatia e del sostegno attivo. Solo in questo modo sarà possibile aiutare gli adolescenti a superare il disagio esistenziale e a prepararsi a entrare nell'età adulta con fiducia e senso di appartenenza.

Proposte

A fronte delle sfide delineate, emergono numerose soluzioni concrete basate sui principi della pedagogia del cuore. In questa delicata fase della loro vita, non è la competizione ad essere necessaria per i nostri adolescenti, ma l'ascolto attento e l'empatia sincera, l'abbraccio che non esclude e il cuore che accoglie. Questa è la scuola che i nostri giovani necessitano ora più che mai, un ambiente di apprendimento umanizzato dove non ci siano soltanto formatori di menti, ma custodi di cuori.

Innanzitutto, è necessario implementare programmi di formazione per docenti che si focalizzino sull'empatia e sull'ascolto attivo. Questi programmi dovrebbero fornire agli insegnanti gli strumenti per riconoscere i segni di disagio tra gli studenti e per rispondere in modo efficace e sensibile.

Inoltre, dovrebbero essere sviluppate strategie di intervento precoce che permettano di identificare e affrontare il disagio psicologico prima che possa degenerare in problemi più gravi. Questo potrebbe includere la presenza di professionisti della salute mentale nelle scuole, così come programmi di peer-support tra studenti.

Infine, la pedagogia del cuore dovrebbe essere incorporata non solo nell'approccio degli insegnanti, ma anche nella struttura stessa del sistema scolastico. Ciò potrebbe significare creare un ambiente di apprendimento più inclusivo e accogliente, in cui gli studenti si sentano ascoltati, compresi e sostenuti.

Il disagio esistenziale tra gli adolescenti è una questione critica che richiede l'attenzione immediata di educatori, genitori, politici e della società nel suo insieme. La pedagogia del cuore, con il suo focus su ascolto, empatia e supporto, offre una risposta promettente a questa sfida.

La nostra responsabilità, come società, è creare un ambiente in cui ogni giovane possa sentirsi sicuro, ascoltato e compreso. Dobbiamo fornire loro le competenze necessarie per affrontare i problemi della vita e per trovare un senso e uno scopo nel loro percorso verso l'età adulta. Solo allora potremo sperare di risolvere il problema del disagio giovanile e di costruire un futuro di vero ben-essere per le generazioni future.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche della Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale

 

Stampa | Mappa del sito
© 2015 - Essere & Pensiero - Testata giornalistica online ai sensi dell'art. 3-bis del d.l. 63/2012 sull'editoria convertito in legge n. 103/2012 - Direttore Responsabile: Francesco Pungitore