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Stipendi d'oro? La dolce vita di parlamentari e consiglieri regionali italiani

Un ritratto ironico e amaro dei nostri giorni suscitato dal recente “caso” Fassino

di Francesco Pungitore*

 

“Non è certamente uno stipendio d'oro” ha dichiarato con un pizzico di amarezza Piero Fassino (Pd), mostrando il suo cedolino dello stipendio nell'Aula della Camera, qualche giorno fa. E come dargli torto? Con un misero guadagno di 4.718 euro al mese, come si fa a vivere?

Ma aspettate, c'è di più! I parlamentari ricevono anche altre somme a vario titolo. Una diaria per le spese di soggiorno a Roma di circa 3.500 euro, rimborsi spese di 3.600 euro, agevolazioni per i trasporti e per le bollette telefoniche. Insomma, davvero uno stipendio da fame, se paragonato a quello di un normale cittadino italiano…

I dettagli

I deputati, poveretti, hanno diritto a un'indennità netta di 5.000 euro al mese, una diaria di 3.503,11 euro, un rimborso per spese di mandato di 3.690 euro, e altri 1.200 euro annui per i telefoni. I senatori, invece, devono accontentarsi di 14.634,89 euro al mese. E tutto questo senza considerare le eventuali indennità di funzione.

E poi c'è l'assegno di fine mandato, un piccolo bonus per ringraziarli del loro duro lavoro. Un calcolo rapido, convertito da un osservatorio british, ci porta a una cifra di circa 120.500 sterline all'anno per un parlamentare italiano. Il doppio dei colleghi inglesi, sei volte tanto i colleghi spagnoli. Ma chi sta a guardare questi dettagli?

 

E i consiglieri regionali?

Non dimentichiamoci dei nostri eroici consiglieri regionali. Visitando il sito della Regione Calabria, scopriamo che i loro stipendi variano da 11.100 a 13.800 euro al mese. Un vero schiaffo in faccia alla gente che lavora, o no?

 

Un sacrificio per la Patria

Mentre l'Inps manda sms per sospendere il Reddito di Cittadinanza ai più poveri, è interessante sapere che i nostri rappresentanti politici si lamentano di non vivere nell'opulenza. Con quegli stipendi, del resto, come potrebbero permettersi il lusso di una vita agiata? Come potrebbero sostenere le spese di una famiglia, pagare le bollette, fare la spesa?

Ecco, cari lettori, la dura realtà. Un esempio di sacrificio e dedizione al servizio della Patria, un modello di parsimonia. Un vero e proprio inno all'austerità, un monito per tutti noi a stringere la cinghia e a lavorare sodo per il bene del nostro amato Paese.

E se qualcuno osa criticare o ironizzare su questi numeri, beh, forse non ha capito che la politica è una vocazione, un impegno totale, una missione che richiede grandi sacrifici. Come quello di accettare uno stipendio così misero. Se lo Stato fosse un'azienda privata, i politici-manager sarebbero chiamati a rispondere dei risultati ottenuti, e gli stipendi sarebbero legati alla produttività. Ma, fortunatamente per i nostri rappresentanti, Palazzo Madama e Montecitorio non sono sedi di imprese e la parola “produttività” sembra essere un concetto astratto, un dettaglio trascurabile. A tali cifre, ci si potrebbe aspettare un'adeguata responsabilità nei confronti dei cittadini, un impegno costante per migliorare la vita del Paese. Ma in politica, a quanto pare, non c'è neanche questo problema. Gli stipendi continuano a fluttuare, indipendentemente dai risultati ottenuti, e le promesse elettorali rimangono, spesso e volentieri, lettera morta. E così, mentre i cittadini si chiedono dove siano finiti i miglioramenti promessi, i nostri eroi in giacca e cravatta continuano a percepire i loro “modesti” stipendi, senza dover rendere conto a nessuno. Ah, la dolce vita della politica italiana!

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche della Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale

 

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