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Riequilibrare le quattro funzioni psicologiche per una didattica inclusiva

Le attività artistiche, creative e sportive non sono solo un diversivo, ma strumenti essenziali per uno sviluppo centrato sulle diversità individuali

di Francesco Pungitore*

 

In un mondo educativo dominato dal pensiero logico-razionale, emerge come sfida la necessità di rivisitare alcune metodologie didattiche. Il focus scolastico eccessivamente centrato sull'astrazione, ad esempio, ha oscurato l'importanza delle altre funzioni psicologiche - intuizione, sentimento e sensazione - fondamentali per un apprendimento realmente inclusivo.

La teoria delle quattro funzioni

La teoria delle quattro funzioni psicologiche, originariamente formulata da Carl Gustav Jung, suggerisce la necessità di uno sviluppo evolutivo che ponga in equilibrio pensiero, sentimento, intuizione e sensazione. Questo obiettivo è cruciale non solo per lo sviluppo personale, ma anche per l'ambiente educativo, dove ogni studente presenta un mix unico di queste funzioni.

 

DSA e disarmonia funzionale

Il crescente numero di diagnosi di Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) potrebbe essere un campanello d'allarme riguardo una disarmonia funzionale nelle aule scolastiche. La predominanza del pensiero logico-razionale marginalizza gli studenti con inclinazioni diverse, limitando la loro capacità di esprimersi e di apprendere efficacemente.

Per contrastare questa tendenza, è fondamentale integrare attività che stimolino le altre funzioni psicologiche. Per esempio, spezzare il ritmo monotono di una lezione frontale con momenti dedicati alla musica, all'arte o alla danza può non solo rendere l'apprendimento più coinvolgente, ma anche più equilibrato.

 

Il caso delle scuole superiori

Questo approccio non è limitato ai bambini delle scuole elementari o medie. Anche gli adolescenti delle scuole superiori trarrebbero enorme beneficio da un ambiente educativo più equilibrato. Le attività artistiche e creative non sono solo un diversivo, ma strumenti essenziali per lo sviluppo di un pensiero critico e flessibile.

Ad esempio, un alunno potrebbe riuscire a imparare l'inglese più efficacemente cantando una canzone piuttosto che ripetendo meccanicamente le regole grammaticali. Questo approccio non solo rende l'apprendimento più piacevole, ma si allinea anche con la funzione intuitiva e sensoriale, facilitando una memorizzazione più profonda e significativa.

Allo stesso modo, un altro studente potrebbe sviluppare maggiori capacità relazionali trascorrendo del tempo a ritagliare fiches di carta in un progetto di gruppo, piuttosto che ascoltando ore di lezioni teoriche sul concetto di amicizia e bene comune. Questa attività manuale e collaborativa favorisce l'interazione sociale e il sentimento di appartenenza, elementi spesso trascurati in un'educazione strettamente logica.

Infine, un'altra metodologia inclusiva potrebbe essere quella di insegnare le regole del vivere civile attraverso il ballo di gruppo, piuttosto che limitarsi alla lettura di testi di educazione civica. Il ballo, richiedendo coordinazione, rispetto reciproco e consapevolezza dello spazio altrui, può insegnare agli studenti le regole dello stare insieme in modo più immediato e gioioso.

Incorporando queste varie metodologie, la didattica si arricchisce e diventa uno strumento più potente per raggiungere ogni studente, rispettando e valorizzando le sue uniche funzioni psicologiche.

 

Verso un'armonia funzionale

L'educazione non può limitarsi alla mera trasmissione di conoscenze logico-razionali. La scuola inclusiva del futuro deve mirare a un equilibrio tra tutte le funzioni psicologiche, offrendo così un terreno fertile per lo sviluppo di ogni studente, comprendendo le diverse inclinazioni naturali. Questo non solo migliorerebbe l'apprendimento, ma promuoverebbe anche un benessere psicologico più ampio tra gli studenti e una maggiore efficacia didattica per i docenti.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale. Direttore Tecnico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale

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