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Diverse, ma non troppo

America e Russia, da Capitol Hill al fallito golpe di Prigozhin

di Francesco Pungitore*

 

Le due principali potenze mondiali, gli Stati Uniti e la Russia, ci restituiscono due immagini per molti versi simili negli ultimi anni. È un paradosso considerando che gli USA sono visti come la culla della democrazia e la Russia, al contrario, è attualmente l'emblema mondiale dell'autocrazia. Eppure, queste due nazioni, alle quali l'intero pianeta guarda con rispetto e paura, si sono dimostrate clamorosamente fragili, paradossalmente simili. Questo parallelismo può essere notato in due recenti eventi, significativi per entrambe le nazioni: l'assalto a Capitol Hill negli Stati Uniti e il mancato golpe in Russia.

L’assalto a Capitol Hill

Sono passati poco più di due anni da quel fatidico 6 gennaio 2021, quando una stramba e improbabile “folla” assaltò il Campidoglio negli Stati Uniti durante la manifestazione “Save America March” (“Marcia per salvare l'America”), con l'obiettivo di occupare la sede del Congresso americano e impedire la proclamazione di Joe Biden come 46º Presidente degli Stati Uniti. Oggi, l'America aspetta ancora la verità. Fu una protesta sfuggita di mano o un'insurrezione organizzata?

La protesta, alimentata dai messaggi della propaganda trumpiana su vari canali di social media, aveva lo scopo di esortare il vicepresidente Mike Pence e il Congresso a rifiutare i risultati delle elezioni presidenziali del 2020. Il presidente uscente Donald Trump non accettava la sconfitta elettorale, insistendo su brogli ed elezioni falsificate.

Il 6 gennaio, l'America rimase in sospeso per sette ore, dalle 13 alle 20, mentre un gruppo di manifestanti scalava le mura esterne del Congresso e irrompeva all'interno. Su tutti, emergeva la figura di un uomo soprannominato “lo sciamano”, con il volto dipinto, un copricapo con pelo e corna, a petto nudo e una lancia con la bandiera degli Stati Uniti.

Alla fine, la Guardia Nazionale riuscì a riprendere il controllo del Campidoglio, ma il bilancio finale dell'evento fu pesante: 52 arresti, 13 feriti e 5 morti. Questo assalto, che è rimasto impresso nella memoria dell'America e del mondo intero, ha segnato un punto di svolta nella politica americana.

 

Il fallito golpe in Russia

Pochi giorni fa, la Russia è sembrata precipitare sull’orlo dell’abisso. Truppe armate di mercenari (il famigerato Gruppo Wagner guidato dallo pseudo generale Prigozhin) hanno minacciato di marciare su Mosca per destituire i vertici militari e dare una svolta alle operazioni belliche in Ucraina. Un golpe clamorosamente iniziato e fallito nel giro di poche ore. L'ex capo di stato maggiore dell'Aeronautica militare italiana e poi della Difesa, il generale Vincenzo Camporini, ha commentato così: “La vicenda ha ancora molti punti oscuri, ma una cosa si può dire: Prigozhin si aspettava che ci sarebbe stata una presa di posizione a suo favore di un certo numero di unità militari. Quando questo non è successo, si è reso conto che da solo non ce la poteva fare e che l'unica cosa era negoziare un salvacondotto per se stesso e per i suoi uomini”.

Prigozhin, un uomo con forze ben preparate, equipaggiate e determinate, ma numericamente inadeguate per prendere il controllo di una metropoli come Mosca, ha dovuto capitolare quando ha capito che non avrebbe ricevuto il sostegno militare che sperava.

La sua resa, quindi, si è trasformata in una trattativa con il presidente bielorusso Lukashenko, alla fine della quale Prigozhin ha ottenuto un salvacondotto per andare in Bielorussia e la promessa di non essere processato. Tuttavia, rimangono molte questioni irrisolte e molti dettagli oscuri anche su questo tentativo di golpe, come sulla Capitol Hill americana.

 

Conclusione

Gli eventi a Capitol Hill e il fallito golpe in Russia sono esempi di come le tensioni politiche e sociali possano esplodere e destabilizzare nazioni intere, indipendentemente dal loro sistema politico o dalla loro posizione nel mondo. Che si tratti di una democrazia o di un regime autocratico, nessun Paese è immune da degenerazioni anche violente.

Questi avvenimenti mettono in rilievo la fragilità e la transitorietà del potere, che può essere messo in discussione o scosso in qualsiasi momento, sia da forze interne che esterne. Il potere, dunque, non è mai un elemento stabile e immutabile, ma piuttosto un fenomeno fluido e soggetto a mutamenti, spesso improvvisi e inaspettati.

Tuttavia, questi episodi mostrano anche quanto sia fondamentale difendere i valori del dialogo e della democrazia. La democrazia non è un bene acquisito e immutabile, ma un ideale che richiede costante vigilanza, impegno e difesa. Il dialogo, a sua volta, rappresenta un principio fondamentale che deve essere sostenuto e preservato, in quanto è attraverso il dialogo che è possibile gestire i conflitti in maniera pacifica e costruttiva.

Sia negli Stati Uniti che in Russia, questi eventi hanno dimostrato quanto possa essere pericoloso dare per scontati questi valori. Negli Stati Uniti, la retorica infiammatoria e divisiva ha portato a una violenta insurrezione al Campidoglio. In Russia, l'assenza di un dialogo aperto e di un sistema politico pluralista ha contribuito a creare le condizioni per un tentato golpe.

Queste lezioni dovrebbero servire da monito a tutte le nazioni. La democrazia e il dialogo non sono mai garantiti; richiedono un impegno costante e determinato per essere preservati. Ogni cittadino ha un ruolo da svolgere in questo compito, dal semplice elettorato alle più alte cariche dello Stato. Perché, come dimostrano questi eventi, il prezzo del loro abbandono può essere devastante.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche della Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale

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