di Francesco Pungitore*
L'espressione greca “Panta rei” (πάντα ῥεῖ - tutto scorre), attribuita al filosofo presocratico Eraclito, ha attraversato i secoli e si è radicata nel nostro immaginario collettivo come simbolo di un mondo in perenne movimento e trasformazione. L'affermazione “tutto scorre” suggerisce che non esiste una realtà fissa, ma piuttosto un continuo divenire, un incessante mutamento che caratterizza l'essenza stessa dell'esistenza. In questo senso, la filosofia eraclitea ci invita a considerare la natura effimera e instabile della realtà e a riflettere sulla nostra posizione in questo contesto dinamico.
Una metafora della modernità
Nella società contemporanea, la massima “tutto scorre” assume una valenza particolare, poiché può essere interpretata come metafora dell'accelerazione dei ritmi di vita e del materialismo imperante. Il “tutto scorre” nella modernità può, dunque, essere associato al consumo eccessivo delle risorse del nostro pianeta. La società contemporanea si basa su un modello di sviluppo insostenibile che ha messo a dura prova l'equilibrio naturale della Terra. L'uso indiscriminato di risorse non rinnovabili, la distruzione degli ecosistemi, l'inquinamento e il cambiamento climatico sono solo alcune delle conseguenze di un'era dominata da una cultura del consumismo e dello sfruttamento. In questo contesto, il pensiero eracliteo ci invita a riflettere sul nostro rapporto con la natura e sulle responsabilità che ne derivano, sottolineando l'urgenza di un cambiamento nella nostra mentalità e nelle nostre azioni.
Il concetto, inoltre, si rispecchia nel disagio delle giovani generazioni, che cercano di affrontare un presente precario, caratterizzato da alti e bassi, eccessi e paure. In quest'ottica, il pensiero eracliteo sembra descrivere la condizione esistenziale chi è sempre alla ricerca di un equilibrio e di un senso di appartenenza, in un mondo in costante mutamento. Il disagio delle giovani generazioni è ulteriormente amplificato dallo scorrere veloce delle informazioni e delle relazioni attraverso i dispositivi tecnologici, come gli smartphone. La vita dei giovani sembra seguire il ritmo frenetico degli schermi, che scorrono (guarda caso) al tocco delle dita, tra immagini e notifiche in un flusso incessante di stimoli e interazioni. In questo scenario, la percezione del tempo e dello spazio si altera, mentre l'attenzione e la concentrazione diventano sempre più frammentate e superficiali. La generazione attuale si confronta con un'identità fluida e mutevole, in un mondo virtuale dove l'autenticità e il senso di appartenenza sono spesso messi in discussione.
Una visione positiva
Nonostante l'apparente negatività che può emergere dall'interpretazione moderna del “Panta rei”, è possibile riscoprire un valore positivo in questa concezione filosofica. Se tutto scorre, infatti, ciò implica anche che ogni esperienza, ogni situazione e ogni emozione sono destinate a evolvere e a trasformarsi. In tal modo, il “Panta rei” può essere inteso come un invito a vivere intensamente ogni istante, a imparare dall'impermanenza e ad abbracciare il cambiamento come fonte di crescita personale e di rinnovamento. Riecheggia Friedrich Nietzsche, filosofo tedesco dell'Ottocento, portavoce di una visione della vita che affonda le sue radici proprio nell'impermanenza e nel costante cambiamento. Nel suo pensiero, l'instabilità dei valori e delle convinzioni umane diventa un elemento fondamentale per una profonda trasformazione dell'individuo e della società. Nietzsche invita a superare i limiti imposti dai dogmi e dalle tradizioni, esortando l'uomo a creare nuovi valori e nuove prospettive di vita, più autentiche e libere dalle costrizioni del passato. Uno degli insegnamenti centrali di Nietzsche riguarda il concetto di “amor fati”, l'amore per il proprio destino. In questa prospettiva, l'individuo è chiamato ad accettare e abbracciare il fluire della vita, con tutte le sue contraddizioni, sfide e inevitabili sofferenze. L'amor fati implica un'affermazione incondizionata dell'esistenza e un'autentica celebrazione della vita, che si traduce in un atteggiamento di coraggio, creatività e gratitudine nei confronti dell'esperienza umana. In questo modo, Nietzsche riconduce l'uomo non alla disperazione, ma a un “sì” alla vita, che trascende l'impermanenza e il cambiamento. In conclusione, l'insegnamento di Nietzsche, legandosi al concetto di “Panta rei”, ci invita a riscoprire il valore dell'impermanenza e del cambiamento, trasformandoli in una opportunità di crescita personale. Accettare e amare il fluire della vita, con le sue sfide e le sue contraddizioni, può permetterci di superare lo smarrimento, la disperazione e di abbracciare un'esistenza più autentica e significativa, costruendo una realtà in cui l'uomo sia in grado di dire “sì” alla vita, celebrando il suo infinito potenziale di trasformazione e rinnovamento.
Conclusioni
L'espressione “tutto scorre” può essere vista non solo come simbolo del nostro tempo e delle sfide che esso comporta, ma anche come un monito a non lasciarci sopraffare dall'effimero e dal materialismo. L'invito di Eraclito a immergerci nel “fiume” della vita, accettando il suo scorrere incessante, ci spinge a cercare un'esistenza più autentica e significativa, nella quale la ricerca di un equilibrio tra le esigenze della modernità e la consapevolezza dell'impermanenza diventa fondamentale. La modernità ci pone davvero di fronte all'enigma dell'esistenza, in un contesto in cui i riferimenti certi sembrano scomparire e i valori tradizionali vengono messi in discussione.
Tuttavia, non dobbiamo disperare di fronte a questa situazione, ma piuttosto trarre ispirazione dalle riflessioni dei grandi filosofi che, come Eraclito e Nietzsche, hanno saputo cogliere con lucidità le sfaccettature della vita e le sue molteplici contraddizioni. Il loro pensiero ci incoraggia a guardare oltre le apparenze e a trovare il coraggio di affrontare l'incertezza e il cambiamento, abbracciando con entusiasmo il mistero dell'esistenza.
In questo percorso di scoperta e di crescita personale, possiamo imparare a valorizzare l'impermanenza come fonte di saggezza e di arricchimento interiore, e a riconoscere il potenziale nascosto in ogni esperienza, in ogni incontro, in ogni sfida che la vita ci propone. In tal modo, potremo avvicinarci a una comprensione più profonda e autentica del nostro essere nel mondo e del nostro rapporto con gli altri e con la vastità dell’infinito che ci circonda, consapevoli delle nostre potenzialità e della nostra capacità di trasformazione e rinnovamento.
*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche della Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale