di Francesco Pungitore*
Viviamo il secolo dell’intelligenza artificiale. Un'epoca di innovazione tecnologica nella quale il confine tra il possibile e l'impossibile sembra sfumare. L'umanità si trova dinanzi un mare di opportunità inesplorate. Strade che una volta erano impensabili, ora si aprono davanti a noi, invitandoci a percorrerle con coraggio e meraviglia. Ogni passo che facciamo ci conduce verso l'ignoto, verso nuovi orizzonti tutti da scoprire che promettono di rivoluzionare radicalmente il nostro modo di vivere e di percepire il mondo.
Macchine pensanti
Le promesse paradisiache della tecnologia ci avvolgono in un abbraccio che sembra promettere un futuro da fantascienza. Dialoghi con computer intelligenti, viaggi virtuali che trascendono i confini della realtà, una nuova era dove l'uomo e la macchina coesistono in piena simbiosi e armonia. Ma in questo abbraccio, c'è anche una paura latente, una domanda: “Che fine farà l'umanità?”.
Oltre la paura
Il pensiero umano non vuole fermarsi davanti a queste paure, vola oltre, cogliendo squarci di un futuro dove la felicità è possibile, dove è possibile trovare realmente un equilibrio tra la ragione e il cuore. Un futuro di progresso condiviso. E in questo secolo dell'intelligenza artificiale, emerge la necessità di un nuovo umanesimo, un umanesimo del cuore. Un movimento di pensiero che incoraggi a riscoprire le nostre qualità più umane, a sentire con il cuore e non solo con la fredda ragione. Un movimento che promuova pensiero ed empatia come le forze più potenti a nostra disposizione.
Saremo felici? Sì, se lo vorremo
La risposta a questa domanda risiede in noi stessi, nella nostra capacità di “scegliere” la felicità. L'uomo è sempre e ancora il fragile “giunco pensante” di Pascal, ma proprio per questo è un essere capace di amare e di sognare, di creare e di innovare. Un essere capace di comprendere che la tecnologia deve porsi al servizio dell'uomo e non il contrario.
In questo viaggio verso il futuro è, dunque, nostro dovere, come esseri umani, aprirci alle infinite possibilità che ci attendono. Ma per farlo occorrerà risvegliare e nutrire le qualità più nobili e luminose che risiedono nella sfera noetica della nostra anima. Solo così potremo costruire un mondo che rifletta la grandezza, la bellezza e la sacralità della vita stessa, un mondo in cui ogni individuo possa fiorire nel pieno splendore della sua umanità.
*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale. Direttore Tecnico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale