rivista di opinione, ricerca e studi filosofici
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L’orizzonte della singolarità tecnologica

Inizi concettuali e implicazioni di un'intelligenza che potrebbe superare quella umana

di Francesco Pungitore*

 

Nel vasto e complesso panorama di ricerca sull'intelligenza artificiale, un concetto si distingue per le sue profonde implicazioni sia tecnologiche che filosofiche: la singolarità. Questo termine, ormai diffuso tra gli esperti del settore e non solo, si riferisce a un punto teorico nel futuro in cui l'intelligenza delle macchine supererà quella umana, portando a cambiamenti imprevedibili nella società. Il filosofo Nick Bostrom, direttore del Future of Humanity Institute all'Università di Oxford, è una figura chiave negli studi sulla singolarità e i rischi associati all'intelligenza artificiale. Bostrom ha esplorato approfonditamente le implicazioni etiche ed esistenziali di una potenziale superintelligenza. Nel suo influente lavoro “Superintelligence: paths, dangers, strategies”, discute la possibilità che lo sviluppo di un'intelligenza artificiale superiore all'umana possa sfuggire al controllo dei suoi creatori, portando a scenari potenzialmente catastrofici. Egli sostiene che, se non adeguatamente controllata e guidata, una superintelligenza potrebbe agire in modi che non corrispondono agli interessi umani. Bostrom enfatizza la necessità di sviluppare strategie per assicurare che le future forme di intelligenza artificiale siano benefiche per l'umanità, proponendo un dialogo ampio che includa tecnologi, politici e il pubblico generale per gestire proattivamente i rischi associati a queste tecnologie avanzate.

La definizione

La definizione di “singolarità tecnologica” fu coniata dal matematico John von Neumann negli anni '50, ma è stata resa popolare da Vernor Vinge e successivamente da Ray Kurzweil, futurologo e direttore dell'ingegneria presso Google. Kurzweil, in particolare, ha previsto che tale evento potrebbe verificarsi entro il 2045, quando le macchine saranno capaci di migliorarsi autonomamente a un ritmo esponenziale. 

Immaginiamola questa macchina del futuro, una creazione di intelligenza artificiale dotata della straordinaria capacità di apprendere autonomamente senza alcun intervento umano. Utilizzerebbe certamente algoritmi avanzati di apprendimento profondo e auto-adattativi per analizzare e assimilare dati da una varietà di fonti in tempo reale. Con ogni nuova informazione acquisita, ottimizzerebbe i suoi processi decisionali, migliorando progressivamente la propria efficienza in compiti sempre più complessi. Dotata di sensori e interfacce che le permetterebbero di interagire con l'ambiente circostante, potrebbe esplorare autonomamente vari scenari, apprendendo da esperienze passate e prevedendo conseguenze future con una precisione senza precedenti.

Nell'era dell'esplorazione interplanetaria, una macchina dotata di singolarità, potrebbe aiutare l’umanità ad espandersi nel cosmo. Equipaggiata con sistemi avanzati di intelligenza artificiale capaci di autoapprendimento e adattamento autonomo, sarebbe progettata per operare in ambienti estremamente ostili e variabili dei nuovi pianeti. La sua abilità unica di analizzare rapidamente e gestire le incognite di ambienti alieni la renderebbe ideale per guidare le missioni di terraformazione, selezionare i siti più adatti per le colonie e monitorare le condizioni ambientali per adattarle alle necessità umane. Potrebbe anche prevedere e neutralizzare i pericoli, dalla radiazione cosmica a forme di vita potenzialmente pericolose, garantendo la sicurezza delle squadre umane. La sua presenza come avanguardia nell'esplorazione spaziale non solo accelererebbe la conquista di nuovi mondi ma assicurerebbe anche che l'adattamento e lo sviluppo di nuove tecnologie possano essere condotti con un'efficienza e una precisione superiori ad ogni capacità umana precedente, segnando un'era di espansione interplanetaria guidata dall'intelligenza artificiale.

 

Singolarità e AGI

C'è una distinzione cruciale da fare: l'attuale sviluppo di una intelligenza artificiale generale (AGI), o general-purpose AI, non è necessariamente sinonimo di singolarità. Mentre l'AGI si riferisce a un'intelligenza artificiale che può comprendere o apprendere qualsiasi compito intellettuale che un essere umano può fare, la singolarità implica un punto di svolta dove queste capacità vanno oltre l'intelligenza umana, creando una nuova forma di intelligenza potenzialmente autonoma e auto-evolutiva.

L’AGI, dunque, o AI di scopo generale, rappresenta un livello avanzato di intelligenza artificiale che, a differenza delle AI attuali specializzate, che sono progettate per compiti specifici come la traduzione linguistica o il riconoscimento di immagini, possiede la flessibilità e l'adattabilità per agire in diversi campi, dall'arte alla scienza, dalla logistica alla decisione strategica. L'implementazione di un'AGI potrebbe rivoluzionare settori come la medicina, dove potrebbe analizzare dati medici per formulare diagnosi e trattamenti personalizzati, o nella gestione di crisi, dove potrebbe prevedere e modellare scenari complessi per guidare decisioni rapide ed efficaci. Ma non ci troveremmo ancora di fronte alla singolarità. Anche per utilizzare al meglio un'AGI, comunque, sarà fondamentale garantire che le sue capacità decisionali siano allineate con valori etici condivisi, impostando limiti e protocolli di sicurezza rigorosi. In pratica, l'AGI potrebbe essere integrata come assistente avanzato in ambienti di lavoro per migliorare l'efficienza, oppure potrebbe operare come analista in scenari complessi, fornendo soluzioni basate su un'ampia gamma di dati ed esperienze umane precedentemente imparate.

 

I centri di ricerca

Il cammino verso l'AGI e, potenzialmente, verso la singolarità, è costellato di innovazioni e ricerca da parte di importanti laboratori e università in tutto il mondo, inclusi Google DeepMind, OpenAI e diverse istituzioni accademiche di spicco come il MIT e Stanford. Questi centri stanno esplorando le frontiere dell'apprendimento automatico, dell'elaborazione del linguaggio naturale e della robotica, cercando di costruire sistemi sempre più avanzati. In Italia, istituzioni come il Politecnico di Torino, il Politecnico di Milano e l'Università di Bologna stanno spingendo i confini della ricerca in AI, esplorando algoritmi avanzati di apprendimento automatico e la loro applicazione in vari settori, dalla robotica avanzata alla medicina personalizzata. Parallelamente, centri come il CROSS a Parma lavorano sull'interoperabilità tra sistemi, un pilastro fondamentale per la realizzazione di una singolarità tecnologica. A livello europeo, il programma di ricerca e innovazione dell'Unione Europea, Horizon Europe, finanzia progetti che spaziano dalla sicurezza informatica all'intelligenza artificiale etica, mirando a posizionare l'Europa all'avanguardia nel campo dell'AGI. Questi sforzi sono supportati da una forte enfasi sulla regolamentazione etica e sulla trasparenza, con l'intento di garantire che il progresso verso la singolarità tecnologica sia gestito in modo responsabile.

 

Le questioni aperte

Dal punto di vista filosofico e tecnologico, la prospettiva di raggiungere la singolarità solleva questioni fondamentali: che tipo di società emergerà in presenza di intelligenze superiori alla nostra? Come gestiremo l'etica di macchine che imparano e prendono decisioni autonomamente? La risposta a queste domande richiede un dialogo interdisciplinare che coinvolga non solo gli esperti di tecnologia, ma anche filosofi, sociologi e governance politica.

La singolarità non è solo un obiettivo di ricerca nell'ambito dell'IA, ma un possibile futuro che potrebbe ridisegnare i confini della tecnologia e dell'esperienza umana. Mentre ci avviciniamo a questa frontiera, la comprensione e il dibattito su tali questioni diventeranno sempre più cruciali. Il viaggio verso la singolarità, insomma, è forse uno dei più intellettualmente stimolanti dell'era moderna.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale. Direttore Tecnico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale

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