di Francesco Pungitore*
“La Bellezza è l’unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana. Le filosofie si disgregano come la sabbia, le credenze si succedono l’una all’altra, ma ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed un possesso per tutta l’eternità”. Con queste parole, l'affascinante scrittore Oscar Wilde affermava il primato della bellezza sulla mutevolezza del tempo. Una visione che ci ispira a indagare l'essenza del bello attraverso i secoli, confrontando le idee dei grandi pensatori del passato, del presente e del futuro.
Nei dialoghi platonici, la bellezza è considerata una manifestazione del divino, un'idea eterna e immutabile, una forma perfetta esistente solo nell'iperuranio, un mondo separato da quello sensibile. Platone scrive nel “Simposio”: “La Bellezza è splendida e divina, e non si lascerà mai contaminare da nulla di mortale”. Anche nel “Fedro”, sottolinea che solo l'anima del filosofo, che ama la sapienza e quindi la bellezza, può aspirare alla visione del vero Bello.
Nel Rinascimento, questo concetto di bellezza immutabile viene ripreso da artisti e filosofi. Per Leonardo da Vinci “la bellezza peregrina è copia della bellezza divina”. Con queste parole, conferma l'idea che la bellezza è l'eco della perfezione divina.
Nell'era moderna, tuttavia, l'idea di bellezza subisce un radicale cambiamento. Kant, nella sua “Critica del Giudizio”, ha introdotto l'idea di bellezza come una sorta di armonia tra la nostra percezione e la nostra capacità di giudicare, un concetto puramente soggettivo e universale allo stesso tempo: “La bellezza è ciò che, indipendentemente da ogni concetto, è oggetto di un piacere universale senza concetto”.
Oggi, viviamo in un'epoca caratterizzata dal consumismo e dalla frenesia del cambiamento, dove le mode fugaci tendono a surclassare la bellezza duratura. Il concetto di bellezza, piuttosto che essere visto come un valore eterno, è spesso ridotto a un accessorio della moda o un prodotto da acquistare. La bellezza, nei suoi termini più profondi, rischia di essere dimenticata, sostituita da un'estetica di superficie che non tocca le corde dell'anima.
Ma come ripensare il bello e la bellezza oggi? Forse, la risposta potrebbe essere nel ritorno alle radici del pensiero filosofico. Guardando indietro alla visione platonica, potremmo cercare di vedere la bellezza non come una qualità superficiale, ma come un'essenza immutabile ed eterna che si riflette nel mondo sensibile. Guardando alla visione kantiana, potremmo cercare di riconoscere la bellezza come un concetto che unisce tutte le persone, indipendentemente dai gusti individuali o dalle tendenze del momento.
Sarebbe un errore pensare che questa concezione della bellezza sia solo astratta o idealistica. In realtà, può avere un impatto tangibile sulla nostra vita quotidiana. Riconoscendo la bellezza nelle piccole cose - un tramonto, un sorriso, una poesia, una melodia - possiamo trovare un senso di armonia e di pace interiore. Questo non vuol dire ignorare le tendenze o le mode, ma piuttosto arricchire la nostra percezione con un senso più profondo del bello.
Eppure, se vogliamo davvero ripensare il bello e la bellezza, dobbiamo andare oltre la contemplazione passiva. Dobbiamo diventare co-creatori attivi della bellezza nella nostra vita e nel mondo intorno a noi. Questo può significare creare opere d'arte, coltivare giardini, scrivere poesie, o semplicemente vivere la nostra vita con grazia e gentilezza. Come ha detto il poeta e filosofo tedesco Friedrich Schiller “l'uomo è solo completamente un uomo quando gioca e gioca solo quando è nell'affermazione completa della sua umanità”.
In conclusione, la bellezza, come sosteneva Oscar Wilde, è un possesso per tutta l'eternità, un faro di luce in un mondo in costante mutamento. Nonostante le mode fugaci e il consumismo possano oscurarla, la bellezza rimane un'ancora di salvezza, una fonte di gioia per tutte le stagioni. È nostro compito, come esseri umani, riscoprire il suo valore e farlo risplendere in tutta la sua luce.
*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche della Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale