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Nuoce gravemente alla salute

L'assedio dei social alla mente degli adolescenti

di Francesco Pungitore*

 

Nell'era digitale, i social media sono diventati uno strumento onnipresente nella vita quotidiana, soprattutto tra gli adolescenti. Queste piattaforme offrono opportunità uniche per la connessione sociale, l'espressione personale e l'accesso all'informazione. Tuttavia, un uso eccessivo solleva preoccupazioni significative riguardo al suo impatto sulla salute mentale. La recente causa mossa dalla città di New York contro i giganti del settore segna un momento cruciale, esponendo al mondo l'urgenza della questione.

Gli studi

Studi recenti, peraltro, avevano già evidenziato una correlazione preoccupante tra l'uso intensivo dei social e una serie di problemi psicologici tra i giovani.

Lin et al. (2020) hanno esaminato l'associazione tra social media e la depressione tra gli adolescenti, evidenziando un legame significativo tra i due. Analogamente, la ricerca condotta da Primack et al. (2017) ha indagato il rapporto tra l'uso intensivo dei social media e la solitudine, suggerendo ripercussioni sui sentimenti di isolamento sociale. Questo legame tra social media e solitudine è particolarmente problematico in un'età cruciale per lo sviluppo delle competenze sociali e delle relazioni interpersonali.

In aggiunta, Twenge et al. (2018) hanno analizzato l'associazione tra l'uso di dispositivi digitali e la salute mentale degli adolescenti, evidenziando un aumento di patologie correlate all'uso intensivo dei social media. Questi studi suggeriscono che l'impatto negativo dei social media non si limita a un singolo aspetto psicologico, ma si estende a una gamma più ampia di problemi, inclusi disturbi dell'umore, ansia e disturbi del sonno.

Altre ricerche hanno ulteriormente approfondito specifici aspetti dell'impatto dei social media. Ad esempio, Fardouly et al. (2015) hanno esaminato l'impatto dei confronti sociali sui social media, rivelando che l'uso di Facebook può intensificare le preoccupazioni riguardanti l'immagine corporea e influenzare negativamente l'umore tra le giovani donne. Inoltre, Levenson et al. (2016) hanno identificato una correlazione tra l'uso dei social media e i disturbi del sonno tra i giovani adulti, sottolineando come la qualità del sonno possa essere compromessa dall'uso notturno dei dispositivi elettronici. Infine, la letteratura ha studiato anche la questione della dipendenza dai social media, con Kuss e Griffiths (2011) che forniscono una panoramica della letteratura psicologica sull'argomento, evidenziando come l'uso eccessivo dei social media possa sfociare in comportamenti di dipendenza.

La letteratura scientifica, dunque, fornisce prove convincenti circa l'influenza negativa dei social media sulla salute mentale degli adolescenti. Mentre questi strumenti digitali offrono indubbiamente vantaggi in termini di connessione e accesso all'informazione, è fondamentale riconoscere e affrontare i loro potenziali effetti collaterali. Si tratta di una dinamica tossica che minaccia di compromettere anche lo sviluppo sociale ed emotivo degli adolescenti, in una fase cruciale della loro vita in cui si formano l'identità e le relazioni interpersonali.

 

La causa legale

Questi risultati assumono una risonanza ancora più allarmante alla luce delle recenti dichiarazioni del sindaco di New York, Eric Adams, che ha etichettato i social media come “tossine ambientali”, annunciando una causa legale contro giganti del settore quali TikTok, Meta, Snap e Alphabet.

La mossa di New York, supportata anche dal Dipartimento dell'Istruzione e dalla New York City Health and Hospital Corporation, segna un momento storico nel tentativo di regolamentare l'influenza delle piattaforme digitali sulla società. Accusate di manipolare i giovani e di crearne dipendenza, queste aziende si trovano ora al centro di un dibattito nazionale sulla responsabilità sociale delle tecnologie emergenti.

Il sindaco Adams, nel corso di una conferenza stampa, ha sottolineato come la condotta di queste società abbia creato una crisi non solo per New York ma anche un onere finanziario, con ripercussioni sui servizi pubblici come ospedali e scuole. La descrizione degli adolescenti newyorkesi, disperati e privi di abilità sociali a causa della loro dipendenza dai social, fa emergere un quadro preoccupante.

 

E in Italia, com'è la situazione?

La risposta italiana a questo fenomeno globale si manifesta attraverso un'iniziativa del Ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, che ha anticipato l'introduzione di nuove linee guida per le scuole, con un divieto effettivo dell'uso di cellulari e tablet nelle aule delle scuole elementari, medie e dell'infanzia, anche per scopi didattici. Questa decisione, motivata dalla necessità di ridurre le distrazioni e proteggere il rapporto tra studenti e docenti, rispecchia una presa di posizione in linea con le raccomandazioni dell'Unesco.

Il parallelo tra l'approccio legale adottato da New York e le misure preventive italiane sottolinea la complessità e la varietà delle strategie impiegate a livello globale per affrontare la crisi di salute mentale giovanile legata all'uso dei social media. Mentre la Grande Mela punta a una responsabilizzazione legale delle piattaforme digitali, l'Italia si muove verso un rafforzamento delle politiche scolastiche per salvaguardare il benessere degli studenti.

Il dibattito è aperto e la sfida è globale: proteggere la salute mentale degli adolescenti nell'era digitale richiederà un impegno congiunto di governi, istituzioni educative e aziende tecnologiche. La causa di New York contro i colossi dei social media potrebbe rappresentare un precedente importante, ma è solo uno dei tanti passi necessari nella lotta per un futuro digitale più sano e responsabile.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale. Direttore Tecnico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale

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