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L’attualità pedagogica di Freinet

Espressione libera, creatività, esperienza e cooperazione: leve contro l’abbandono scolastico e la mancanza di interesse verso lo studio tra i giovani

di Francesco Pungitore*

 

Nell'ambito della pedagogia moderna, poche figure hanno esercitato un impatto così profondo e duraturo quanto Célestin Freinet (nato il 15 ottobre 1896, è morto il 8 ottobre 1966), un innovatore francese il cui approccio all'insegnamento ha rivoluzionato il concetto stesso di educazione. In un’epoca in cui l'apprendimento era dominato da metodi incentrati sulla memorizzazione e le lezioni frontali, Freinet introdusse un modello pedagogico radicalmente diverso, basato su esperienza, espressione libera e lavoro cooperativo. Questo approccio, rivoluzionario per il suo tempo, continua a suscitare interesse e dibattito, soprattutto in relazione alle sue implicazioni nel contesto educativo contemporaneo. La domanda fondamentale che si pone è: quanto rimane efficace e applicabile il metodo di Freinet nell'educazione odierna, tra nuove tecnologie e dinamiche sociali sempre più complesse? 

Freinet oggi

La domanda sull'efficacia del metodo pedagogico di Célestin Freinet assume un'importanza particolare nel contesto attuale, caratterizzato da un elevato tasso di abbandono scolastico e da una generale mancanza di interesse verso lo studio tra i giovani. Freinet, con il suo approccio basato sull'apprendimento esperienziale, l'espressione libera e la cooperazione, offre ancora una risposta potenziale a queste sfide. Oggi l'educazione standardizzata e il modello frontale tendono a disimpegnare gli studenti. La pedagogia di Freinet è mirata a rivitalizzare l'interesse per l'apprendimento. Facendo leva sull'esplorazione pratica e sulla creatività, gli studenti diventano protagonisti attivi del loro percorso educativo, rendendo l'apprendimento più coinvolgente e rilevante. Inoltre, l'accento sulla cooperazione e sul lavoro di gruppo va incontro all'esigenza contemporanea di sviluppare competenze sociali e di team building, fondamentali nel mondo del lavoro moderno. Infine, il ruolo dell'insegnante come facilitatore piuttosto che come detentore del sapere, riflette un approccio più umanistico all'educazione, che punta a ridurre la distanza tra docenti e discenti, creando un ambiente di apprendimento più inclusivo e stimolante. Dunque, nonostante sia stato sviluppato nel secolo scorso, il metodo pedagogico di Freinet sembra non solo efficace, ma anche estremamente pertinente per affrontare alcune delle problematiche educative odierne.

 

Il giornalino scolastico

La tipografia scolastica e il giornalino furono due elementi centrali nella pedagogia di Célestin Freinet, rappresentando non solo strumenti didattici innovativi, ma anche potenti veicoli per realizzare obiettivi specifici. Freinet introdusse la tipografia scolastica come mezzo attraverso il quale gli studenti potevano esprimere liberamente pensieri e idee, creando un senso di appartenenza e di responsabilità nel processo educativo. Questo approccio mirava a valorizzare le esperienze e le espressioni individuali degli alunni, incoraggiandoli a diventare autori attivi piuttosto che passivi ricevitori di conoscenza. La pubblicazione di un giornalino scolastico, in particolare, serviva a sviluppare competenze chiave come la scrittura creativa, il pensiero critico e la capacità di comunicare efficacemente. Questo metodo aveva anche il fine di rafforzare il senso di comunità, poiché gli studenti collaboravano nella creazione di un prodotto condiviso.

Inoltre, l'uso della tipografia e del giornalino in classe rappresentava un modo per introdurre gli studenti al mondo reale del lavoro e della produzione editoriale, collegando l'educazione alle esperienze pratiche della vita quotidiana. L’apprendimento dinamico e interattivo, dunque, stimolava l'iniziativa e l'autonomia degli studenti. Attraverso questi metodi, Freinet non solo incoraggiava lo sviluppo intellettuale e creativo degli alunni, ma li preparava anche a diventare cittadini attivi e consapevoli, capaci di pensare in modo critico e di contribuire alla società in cui vivevano. Pertanto, la tipografia scolastica e il giornalino, nel contesto della pedagogia di Freinet, erano molto più che semplici attività didattiche; erano strumenti trasformativi che miravano a riformare l'intero processo educativo, rendendolo più democratico, inclusivo e attinente alla realtà degli studenti.

 

Conclusioni

La pedagogia di Célestin Freinet si distingue per il suo impegno nella formazione di studenti non solo istruiti, ma anche capaci di pensiero critico, libertà espressiva e consapevolezza sociale. Freinet non si limitava a trasmettere conoscenze; piuttosto, mirava a sviluppare negli studenti la capacità di pensare in modo indipendente. Questo obiettivo emergeva chiaramente dalla sua enfasi sull'apprendimento esperienziale e sulla libera espressione. Attraverso metodi come il testo libero e la tipografia scolastica, Freinet incoraggiava gli studenti ad approfondire idee e argomenti che li interessavano personalmente, promuovendo così una forma di apprendimento che era al contempo autentica e significativa. Questo tipo di attività stimolava non solo la creatività, ma anche l'abilità di analizzare, valutare e articolare pensieri in maniera originale.

Inoltre, la pedagogia di Freinet si fondava sulla convinzione che l'educazione dovesse essere uno strumento di emancipazione e liberazione. Promuovendo la libertà di espressione e il rispetto delle opinioni altrui, Freinet preparava gli studenti a diventare cittadini consapevoli e capaci di contribuire attivamente alla società. La sua visione educativa si opponeva al modello autoritario e gerarchico tipico dell'epoca, favorendo invece un ambiente di apprendimento democratico in cui ogni studente aveva voce in capitolo.

In questo contesto, l'approccio di Freinet non era soltanto rivoluzionario dal punto di vista metodologico, ma anche profondamente radicato in valori di giustizia sociale e uguaglianza. Creando un ambiente dove gli studenti potevano sviluppare un pensiero autonomo, capacità critiche, libertà espressiva e consapevolezza sociale, Freinet non solo educava individui più preparati a livello scolastico, ma anche più attrezzati per affrontare le sfide di un mondo in rapida evoluzione. In sintesi, la sua pedagogia mirava a formare non solo studenti, ma “Cittadini” con la “C” maiuscola. Questo obiettivo di Freinet assume una rilevanza ancora maggiore nel contesto del mondo moderno, dove l'accesso all'informazione è onnipresente, ma spesso privo di un filtro critico. In un'era dominata da media digitali e social network, l'abilità di valutare in modo critico le informazioni, di esprimersi liberamente e responsabilmente e di partecipare attivamente alla vita democratica è più fondamentale che mai.

Il parallelismo con il mondo di oggi è evidente: così come Freinet cercava di emancipare gli studenti dalle rigide strutture educative del suo tempo, allo stesso modo l'educazione contemporanea deve mirare a liberare gli individui dalle trappole dell'informazione non filtrata e dalla passività intellettuale. L'approccio di Freinet, che valorizza il pensiero critico, l'autonomia, la creatività e la consapevolezza sociale, appare quindi non solo attuale, ma addirittura necessario.

In questo contesto, l'eredità di Freinet può servire da faro per un rinnovamento dell'istruzione, che tenga conto delle sfide e delle opportunità del XXI secolo. Creando ambienti di apprendimento che favoriscono la curiosità, l'esplorazione autonoma e la partecipazione attiva, possiamo formare non solo studenti “preparati”, ma anche cittadini pronti a navigare in un mondo sempre più complesso e interconnesso. La visione di Freinet, perciò, trascende il suo tempo, offrendo preziose intuizioni per un'educazione che mira alla formazione di individui liberi, critici e impegnati nella costruzione di una società più informata, giusta e inclusiva.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale. Direttore Tecnico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale

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