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Intelligenza artificiale: la necessità di regole sensate

Per un'IA più etica e aperta, senza cedere ai catastrofismi

di Francesco Pungitore*

 

Alberto Puliafito, giornalista e fondatore dell’interessantissimo blog Slow News, ha recentemente evidenziato una problematica essenziale nel dibattito sulla regolamentazione dell'intelligenza artificiale: “Non abbiamo bisogno di più regole. Abbiamo bisogno di regole sensate”.

Non possiamo che condividere questa sua riflessione. 

È fondamentale parlare seriamente dell'IA, fornendo all'opinione pubblica informazioni chiare e veritiere e promuovendo un uso consapevole di questa tecnologia. In questo contesto, ritengo personalmente che i progetti di IA open source possano assumere un ruolo cruciale.

Un esempio di questo approccio è il recente impegno della Mozilla Foundation. L'organizzazione no-profit, famosa per lo sviluppo del browser Firefox, ha annunciato un investimento di 30 milioni di dollari per creare Mozilla.ai, una startup dedicata allo sviluppo di un'IA affidabile, aperta e in linea con i principi fondativi dell'organizzazione.

La creazione di un ecosistema di intelligenza artificiale indipendente e decentralizzato potrebbe rappresentare una solida alternativa alle big tech, come Microsoft e Google, che attualmente dominano il mercato. Questa iniziativa non intende demonizzare gli attuali progetti di Intelligenza artificiale, come spiega l’amministratore delegato di Mozilla, Mitchell Baker, bensì aprire nuovi orizzonti in questo settore.

Intanto, la Commissione europea per il mercato interno e la Commissione per le libertà civili hanno adottato un progetto per le prime norme in assoluto per l'IA. Questa proposta, approvata con 84 voti a favore, 7 contrari e 12 astensioni, mira a garantire che i sistemi di IA siano supervisionati dalle persone, sicuri, trasparenti, tracciabili, non discriminatori e rispettosi dell’ambiente. La proposta definisce anche una nomenclatura uniforme per l'IA, neutralizzando così eventuali disparità tecnologiche.

Gli emendamenti proposti includono divieti su usi intrusivi e discriminatori dei sistemi di IA. Tra questi, l'identificazione biometrica remota “in tempo reale” in spazi pubblici, l'identificazione biometrica postale - con l'eccezione delle forze dell'ordine per il perseguimento di reati gravi e previa autorizzazione giudiziaria - e la raccolta indiscriminata di dati biometrici dai social media o dai filmati per creare database di riconoscimento facciale.

In prospettiva, la parola chiave, come Puliafito ha correttamente indicato, è quella delle “regole sensate”. Un'IA regolamentata ma anche etica, aperta e responsabile potrebbe trasformare significativamente non solo l'industria della tecnologia, ma anche la nostra società nel suo complesso.

In questo nuovo paesaggio dell'IA, gli sforzi di organizzazioni come Mozilla Foundation per promuovere un'IA open source, unitamente all'adozione di nuove norme da parte delle Commissioni europee, potrebbero segnare un importante punto di svolta. Un punto di svolta che potrebbe portare all'elaborazione di quelle (appunto) “regole sensate” che tengano conto sia dei rischi sia delle enormi opportunità offerte dalla tecnologia dell'intelligenza artificiale.

Come ricorda Puliafito “abbiamo bisogno di regole sensate, che tengano conto dei rischi concreti ma anche delle opportunità di queste tecnologie”. È un monito che non possiamo permetterci di ignorare, mentre continuiamo a esplorare e a capire il pieno potenziale dell'intelligenza artificiale.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche della Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale

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