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La parabola del seminatore: metafora di vita e coraggio

Una riflessione sulla necessità di cercare il terreno giusto per far crescere i propri talenti

di Francesco Pungitore*

 

Il valore delle parabole

Gesù, maestro di saggezza e grande comunicatore, utilizzava spesso simboli e metafore per trasmettere messaggi profondi e universali. Personalmente, mi sono spesso soffermato sulla lettura della parabola del seminatore, così narrata nel Vangelo di Marco: «Gesù si mise di nuovo a insegnare presso il mare. Una gran folla si radunò intorno a lui. Perciò egli, montato su una barca, vi sedette stando in mare, mentre tutta la folla era a terra sulla riva. Egli insegnava loro molte cose in parabole, e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate! Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; e gli uccelli vennero e lo mangiarono. Un'altra cadde in un suolo roccioso dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma quando il sole si levò, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridì. Un'altra cadde fra le spine; le spine crebbero e la soffocarono, ed essa non fece frutto. Altre parti caddero nella buona terra; portarono frutto, che venne su e crebbe, e giunsero a dare il trenta, il sessanta e il cento per uno». In essa, Gesù descrive, chiaramente, la trasmissione del suo credo attraverso una serie di rappresentazioni che possono essere interpretate come allegorie della vita stessa. Quante e quali ispirazioni ulteriori se ne possono trarre?

La ricerca del terreno fertile

La parabola del seminatore sembra invitarci a riflettere sulla nostra vita e sulle scelte che facciamo. Spesso rimaniamo ancorati a luoghi e situazioni per attaccamento o paura di affrontare il nuovo, nonostante gli scarsi risultati che otteniamo, a fronte degli sforzi immani che produciamo. Tuttavia, il messaggio di Gesù ci spinge a cercare il “terreno giusto” per piantare i nostri semi, ovvero il contesto più adatto a far crescere e valorizzare i nostri talenti e le nostre aspirazioni.

Per raccogliere i frutti del proprio talento, spesso è necessario avere il coraggio di mettere in discussione la propria situazione e di affrontare il cambiamento. Questo può significare lasciare la propria casa, il proprio lavoro o le proprie abitudini per inseguire i propri sogni e obiettivi. Non si tratta di una fuga, ma di un'azione consapevole e responsabile volta a trovare il luogo dove poter esprimere al meglio la propria creatività e le proprie potenzialità.

Sono tante le storie che si potrebbero citare, di persone che hanno seguito questo percorso, abbandonando la propria patria per cercare e ottenere fortuna in contesti che li hanno saputi valorizzare al meglio. Un esempio emblematico è quello di Albert Einstein, che lasciò la Germania negli anni '30 per sfuggire al regime nazista e si stabilì negli Stati Uniti, dove portò avanti le sue ricerche rivoluzionarie nel campo della fisica. Anche il celebre imprenditore Elon Musk ha scelto di lasciare il suo paese natale, il Sud Africa, per intraprendere una carriera di successo nel settore tecnologico e spaziale negli Stati Uniti.

Un altro esempio di coraggio e ricerca del terreno fertile è quello di Rita Levi-Montalcini, premio Nobel per la medicina, che dovette fuggire dall'Italia durante la Seconda Guerra Mondiale per sfuggire alle persecuzioni razziali. Grazie al suo talento e alla sua determinazione, riuscì a proseguire le sue ricerche negli Stati Uniti e divenne una delle più importanti scienziate del XX secolo.

Infine, possiamo citare il caso di Sergey Brin e Larry Page, fondatori di Google, che seppur non abbiano abbandonato il proprio paese, hanno avuto il coraggio di lasciare il loro contesto accademico per creare una delle più grandi aziende tecnologiche al mondo, rivoluzionando il modo in cui cerchiamo e utilizziamo le informazioni.

Ma quante sono le innumerevoli storie “nascoste” di uomini e donne che hanno scelto di partire per realizzare se stessi, sfidando le paure e le incertezze? Sono migliaia le persone che, ogni giorno, decidono di lasciare il proprio paese, la propria famiglia e le proprie abitudini per inseguire un sogno, per cercare un'opportunità di crescita personale e professionale. Questi individui, spinti da coraggio e determinazione, sono disposti a mettersi in gioco e ad affrontare sfide apparentemente insormontabili, consapevoli dell'importanza di trovare il terreno giusto per far fiorire i propri talenti.

Tra le tante storie, ce ne sono alcune che toccano il cuore e che meritano di essere raccontate. Come quella di un giovane immigrato che, giunto in un paese straniero senza conoscere la lingua e senza risorse economiche, ha trovato nel duro lavoro e nella costanza la chiave per raggiungere il successo, diventando un imprenditore di successo e un modello per la sua comunità. O quella di una donna che ha lasciato il suo paese per sfuggire a una situazione di violenza, riuscendo a reinventarsi e a trovare la forza per costruire una nuova vita all'estero, diventando un'attivista per i diritti delle donne e un esempio di resilienza.

Ogni storia è unica e preziosa, e ognuna di queste persone rappresenta un esempio di coraggio e determinazione nel cercare il terreno fertile per far crescere i propri talenti e realizzare i propri sogni. La parabola del seminatore ci ricorda l'importanza di non lasciarci fermare dalle paure e dalle incertezze, ma di avere il coraggio di cercare il posto giusto per poter far fiorire le nostre potenzialità.

 

Oltre la retorica del “restare”

In conclusione, la parabola del seminatore ci esorta a non aver paura di spiccare il volo e di perseguire i nostri sogni, cercando il posto giusto per realizzarli. Dire “no” alla retorica del “restare” e del “non partire” significa non utilizzare queste scelte come giustificazioni delle proprie paure o come scuse per non accettare le sfide della vita.

Continuare a piantare semi nella sabbia, nella roccia o tra i rovi significa solo sprecare il proprio talento, accontentandosi di risultati mediocri o deludenti. Invece, è fondamentale avere il coraggio di cercare il terreno fertile, quello in grado di nutrire e sostenere la crescita dei nostri doni e delle nostre aspirazioni. Solo così potremo realizzare il nostro pieno potenziale e contribuire al mondo con le nostre capacità uniche.

La lezione che emerge dalla parabola del seminatore è anche quella dell'importanza della resilienza e dell'adattabilità. Saper affrontare le difficoltà, imparare dagli insuccessi e adattarsi a nuovi contesti e situazioni è essenziale per coltivare i propri talenti e percorrere il sentiero che conduce alla realizzazione personale e professionale.

In definitiva, la parabola del seminatore, nella mia personale interpretazione, ci invita a prendere in mano le redini della nostra vita e a decidere attivamente il nostro percorso, senza lasciarci frenare da paure ingiustificate o da atteggiamenti passivi. È una chiamata all'azione, alla scoperta e al coraggio, per abbracciare le sfide e le opportunità che la vita ci presenta e per trarne il massimo in termini di crescita e soddisfazione.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche della Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale

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