di Francesco Pungitore*
La conquista spaziale sembra essere tornata prepotentemente al centro dell'attenzione globale. Due superpotenze emergono con i loro ambiziosi piani per tornare sulla Luna. Da un lato, la Cina, con la sua recente dichiarazione di portare astronauti sul suolo del nostro satellite entro il 2030, sta facendo progressi significativi. Il lancio di un equipaggio di tre membri verso la stazione spaziale asiatica segna solo l'inizio di un programma che prevede la costruzione di una base scientifica presso il Polo Sud lunare entro il 2035 e una struttura di ricerca avanzata entro il 2045.
Corse e rincorse
Mentre il programma cinese procede “a piccoli passi”, come dichiarato dall'Agenzia Spaziale Nazionale Cinese, e senza apparentemente rincorrere o competere con altri, il panorama statunitense si presenta meno certo. Il progetto Artemis, diretto dalla NASA e supportato da alleati occidentali europei, è attualmente alle prese con ritardi significativi, con il primo allunaggio umano posticipato “forse” al 2026, un anno dopo la data precedentemente prevista. Questi stop non sono solo simboli di problematiche tecniche, ma anche di un clima globale in cui la corsa allo spazio non è più una questione di prestigio nazionale soltanto, ma anche di accesso a risorse cruciali e di posizionamenti strategici. In questo contesto, la Cina ha fatto passi da gigante, anche grazie al successo delle sue missioni Chang'e che hanno visto l’atterraggio di rover e lander di Pechino sul lato oscuro della Luna a partire dal 2019.
Ci sono anche Giappone e India
Il panorama lunare attuale vede anche altri attori emergenti. Il Giappone e l'India hanno recentemente segnato la loro presenza robotica sulla superficie lunare, con atterraggi che, nonostante alcune difficoltà tecniche, segnano una diversificazione crescente e significativa nel campo della esplorazione del nostro piccolo satellite. Di fronte a queste sfide e opportunità, emergono domande inevitabili: perché, nonostante la tecnologia avanzata di oggi, tornare sulla Luna si sta rivelando così difficile? Il costo elevato, le condizioni estreme sulla superficie lunare e la complessità delle infrastrutture necessarie rappresentano ostacoli non da poco. Questi fattori, uniti al crescente numero di nazioni e entità private che aspirano a rivendicare un posto nello spazio, stanno plasmando un nuovo capitolo della storia umana, dove la Luna non è più solo una destinazione temporanea, ma un nuovo inizio con basi stabili e colonie. Con la Cina che avanza e gli Stati Uniti che cercano di recuperare il passo, il ritorno dell'uomo sulla Luna appare inevitabile. Tuttavia, la vera domanda rimane: chi stabilirà per primo una presenza duratura su questo corpo celeste, trasformandolo in un trampolino di lancio per le ulteriori sfide spaziali del futuro?
*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale. Direttore Tecnico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale