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Breve storia dell'intelligenza artificiale: origini e futuro

Da ELIZA a ChatGPT la lunga corsa della ricerca tecnologica

di Francesco Pungitore*

 

La storia dell'intelligenza artificiale inizia negli anni '50, epoca in cui il termine viene coniato per la prima volta dallo scienziato informatico John McCarthy. In questo periodo, l'IA è poco più di un sogno ambizioso, con i primi modelli basati su regole logiche e tentativi di simulare il ragionamento umano attraverso macchine come il famoso ELIZA. Sviluppato nei primi anni '60 da Joseph Weizenbaum, un informatico del MIT, ELIZA è spesso considerato uno dei primi tentativi di simulare una conversazione umana tramite un bot e un computer. Questi primi passi rappresentano le fondamenta dell'intera disciplina.

Età dell'oro e “inverno” dell'IA

Negli anni '60 e '70, l'IA visse un periodo di grande ottimismo, spesso chiamato “l'età dell'oro”. Durante questi anni, furono sviluppati i primi sistemi esperti, programmi capaci di emulare il processo decisionale umano in campi specifici come la medicina o la geologia. Tuttavia, questo entusiasmo si scontrò ben presto con limitazioni tecnologiche e teoriche, portando al primo “inverno dell'IA”, un periodo di forte scetticismo e riduzione dei finanziamenti.

 

La rinascita dell'IA e l'ascesa del machine learning

Con l'avvento degli anni '80 e '90, l'intelligenza artificiale conobbe una rinascita, grazie soprattutto allo sviluppo del machine learning. Algoritmi come le reti neurali, inizialmente messi da parte per la loro complessità, trovarono nuova vita grazie ai progressi nella potenza di calcolo. Questo periodo vide l'IA trasformarsi da un campo teorico a una realtà pratica, con applicazioni in vari settori, dall'analisi finanziaria alla robotica.

Il machine learning, o apprendimento automatico, è una branca dell'intelligenza artificiale che si concentra sulla creazione di sistemi in grado di imparare ed evolversi attraverso l'esperienza senza essere programmati esplicitamente. A differenza dei tradizionali programmi informatici che seguono istruzioni predefinite, i sistemi di machine learning utilizzano algoritmi per analizzare e interpretare dati, apprendendo da essi per fare previsioni o prendere decisioni. Fondamentalmente, è come insegnare a una macchina a riconoscere schemi e relazioni complesse nei dati.

Un elemento chiave del machine learning è la capacità di adattarsi a nuove informazioni in modo autonomo. Ad esempio, un algoritmo di machine learning utilizzato per il riconoscimento facciale migliora continuamente la sua precisione man mano che viene esposto a un numero sempre maggiore di immagini facciali. Questo processo di apprendimento avviene attraverso tecniche come l'apprendimento supervisionato, dove l'algoritmo viene allenato su un set di dati con etichette note, o l'apprendimento non supervisionato, che tratta di dati senza etichette, lasciando all'algoritmo il compito di scoprire strutture e pattern nascosti.

La versatilità del machine learning lo rende applicabile in una vasta gamma di settori, dalla diagnosi medica alla previsione delle tendenze di mercato, dalla guida autonoma alla personalizzazione delle esperienze utente online. Con l'avanzamento della tecnologia e l'aumento della disponibilità dei dati, il machine learning sta diventando sempre più sofisticato, portando a innovazioni significative e trasformando il modo in cui interagiamo con il mondo digitale. Il machine learning rappresenta, dunque, un passo fondamentale verso la creazione di macchine intelligenti e autonome, capaci di apprendere e adattarsi in modo simile agli esseri umani.

 

L'alba dell'apprendimento profondo

Il XXI secolo ha segnato l'inizio dell'era dell'apprendimento profondo (deep learning), una svolta radicale nell'ambito dell'IA. Le reti neurali profonde hanno dimostrato capacità sorprendenti nel riconoscimento di immagini e linguaggio naturale, portando a innovazioni come l'assistente vocale e la guida autonoma. Questo periodo ha anche visto un aumento esponenziale dell'interesse e degli investimenti nel settore, portando l'IA al centro dell'attenzione pubblica e scientifica.

Il deep learning, una sottocategoria avanzata del machine learning, rappresenta un salto significativo nella capacità delle macchine di apprendere e interpretare il mondo. Mentre il machine learning tradizionale si basa su algoritmi che apprendono da dati strutturati in modo relativamente semplice, il deep learning sfrutta reti neurali artificiali profonde, strati su strati di unità di elaborazione che imitano la struttura e il funzionamento del cervello umano. Queste reti profonde consentono ai computer di analizzare e imparare da enormi quantità di dati con un livello di complessità e astrazione molto più elevato.

Un aspetto chiave del deep learning è la sua capacità di eseguire l'apprendimento automatico di caratteristiche: invece di dover progettare manualmente gli indicatori che l'algoritmo dovrebbe cercare nei dati, le reti neurali profonde sono capaci di identificare autonomamente queste caratteristiche, apprendendo direttamente dai dati grezzi. Questo si traduce in una maggiore efficienza e precisione, specialmente in compiti complessi come il riconoscimento di immagini, la comprensione del linguaggio naturale e l'elaborazione del segnale audio.

Il deep learning ha portato a progressi rivoluzionari in diversi campi. Nel settore della visione artificiale, ha permesso ai computer di identificare oggetti e volti con precisione quasi umana. Nel linguaggio naturale, ha reso possibile traduzioni automatiche sofisticate e sistemi di risposta automatica sempre più accurati. Anche in ambiti come la medicina, il deep learning sta aprendo nuove frontiere, ad esempio nella diagnosi precoce di malattie attraverso l'analisi di immagini mediche.

Tuttavia, il deep learning richiede enormi quantità di dati e potenza computazionale significativa e le sue reti neurali possono diventare “scatole nere” complesse, rendendo difficile capire esattamente come vengono prese le decisioni. Nonostante queste sfide, il deep learning rimane un campo dinamico e in rapida evoluzione, con un potenziale enorme per continuare a trasformare il modo in cui le macchine apprendono e interagiscono con il mondo.

 

L'IA oggi: etica, società e futuro

Oggi, l'intelligenza artificiale è parte integrante della nostra vita quotidiana. Dai sistemi di raccomandazione su piattaforme di streaming ai sofisticati algoritmi diagnostici in medicina, l'IA ha un impatto profondo e in continua espansione. Il grande successo pubblico dell'intelligenza artificiale, benché radicato in decenni di progressi tecnologici, è balzato in primo piano nell'immaginario collettivo solo recentemente, grazie all'avvento di tecnologie rivoluzionarie come ChatGPT per la generazione di testi e DallE per la creazione di immagini. Questi strumenti hanno catturato l'attenzione del grande pubblico, mostrando in maniera tangibile e immediata le potenzialità dell'IA, che fino ad allora erano rimaste confinate in gran parte agli ambienti accademici e di ricerca.

ChatGPT, con la sua abilità di generare testi coerenti, informativi e persino creativi, ha dimostrato come l'IA possa avere applicazioni pratiche nel quotidiano, dalla composizione di e-mail all'assistenza nella stesura di articoli, passando per la creazione di contenuti artistici e letterari. Similmente, DallE ha lasciato il segno nel campo della creatività visiva, generando immagini che vanno dal surreale al fotorealistico, aprendo nuovi orizzonti nella grafica, nel design e nell'arte.

La vera rivoluzione di queste tecnologie, però, sta nel loro impatto sulla percezione dell'IA da parte del pubblico. Non più vista come un ambito esclusivo di scienziati e tecnologi, l'IA è diventata accessibile, quasi familiare, al grande pubblico. Questa democratizzazione dell'IA ha alimentato un interesse crescente, portando a una maggiore consapevolezza delle sue potenzialità e dei suoi rischi.

Guardando al futuro, è plausibile ipotizzare che questi modelli evolveranno diventando sempre più integrati nella nostra vita quotidiana. Potrebbero emergere applicazioni ancora più sofisticate e personalizzate, dalla programmazione di interfacce conversazionali intelligenti in ogni ambito del servizio clienti, fino alla creazione automatica di contenuti multimediali personalizzati in tempo reale. Si potrebbe anche assistere a un'evoluzione nell'interfaccia uomo-macchina, con l'IA che diventa un assistente sempre più capace, intuitivo e anticipatore delle esigenze umane.

Tuttavia, l'ascesa di queste tecnologie solleva anche interrogativi etici e pratici significativi. Le questioni legate alla privacy, al diritto d'autore, alla disinformazione e all'automazione del lavoro necessiteranno di attenzione e regole. La sfida sarà quindi quella di bilanciare l'innovazione con la responsabilità, guidando lo sviluppo dell'IA in modo che sia sostenibile per la società nel suo complesso. In questo scenario, ChatGPT e DallE non sono solo strumenti all'avanguardia, ma anche catalizzatori di un dibattito più ampio sul ruolo dell'IA nel futuro dell'umanità.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale. Direttore Tecnico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale

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