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La fragilità non più nascosta del Cremlino

L'arresto della marcia dei mercenari di Prigozhin mette in luce la crescente instabilità in Russia, risvegliando timori di un'escalation della crisi ucraina

di Francesco Pungitore*

 

La Russia resta sull'orlo di una crisi interna senza precedenti. Dopo che Yevgeny Prigozhin, leader del gruppo paramilitare Wagner, ha lanciato una insurrezione contro l'esercito e i suoi vertici militari, i dubbi sulla tenuta del regime di Putin aumentano. Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha agito come mediatore, convincendo Prigozhin a interrompere la sua avanzata e ad accettare un rifugio sicuro nel suo Paese. La guerra civile sembra essere stata evitata, ma l'evento sottolinea una debolezza insidiosa per la leadership di politica di Mosca che potrebbe avere ripercussioni significative.

Per Putin, la ribellione abortita di Prigozhin rappresenta un segnale di allarme. È un chiaro indicatore di insoddisfazione e tensione all'interno delle forze armate, alimentate da quello che sembra essere un malcontento crescente verso la conduzione, esasperatamente lenta e inconcludente, del conflitto in Ucraina. Alcuni osservatori sostengono che Putin, in risposta a questa instabilità, potrebbe decidere di rafforzare la sua posizione interna intensificando l'offensiva contro Kiev.

La prospettiva di una nuova escalation è preoccupante. Non solo rischia di aumentare ulteriormente le tensioni con l'Occidente e di provocare una risposta militare più decisa da parte della NATO, ma potrebbe anche esacerbare la crisi umanitaria in atto. Un pericolo significativo per la popolazione civile dell'Ucraina, già afflitta da bombardamenti, vittime, esodo forzato verso l’Unione Europea.

L'esperto Aldo Ferrari, Head Osservatorio Russia, Caucaso e Asia Centrale ISPI, ha sottolineato che “mai prima d'ora, in un Paese fortemente autoritario come la Russia di oggi, era capitato che una milizia privata arrivasse ad assumere un tale potere da permettersi di rivaleggiare con lo stato maggiore della Difesa”. Sebbene la ribellione di Prigozhin sia stata fermata, Ferrari ha suggerito che “tutto dipenderà da cosa accade nelle prossime 48 ore e da come reagiranno le unità dell'esercito di fronte alla sfida aperta da Prigozhin”.

In questo clima di incertezza, è vitale che la comunità internazionale rimanga vigile. È importante monitorare attentamente gli sviluppi in Russia e in Ucraina, e prepararsi per una possibile escalation della crisi. Allo stesso tempo, la comunità internazionale dovrebbe sfruttare ogni opportunità per promuovere il dialogo e cercare soluzioni pacifiche. La fragilità del potere di Putin è preoccupante, ma potrebbe offrire anche una opportunità unica per cambiare il corso del conflitto in Ucraina e il destino stesso di Mosca che, dal crollo dell’Unione Sovietica in poi, non è mai riuscita a indirizzarsi concretamente sulla strada della democrazia.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche della Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale

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