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L’Italia punta un miliardo di euro per lo sviluppo dell’IA

Strategie e investimenti in un disegno di legge, dalla sicurezza alla ricerca

di Francesco Pungitore*

 

Il governo italiano ha messo nero su bianco il suo impegno sull'intelligenza artificiale, annunciando importanti investimenti che potranno arrivare fino a un miliardo di euro. Questa decisione arriva dopo i ripetuti annunci della premier Meloni in tal senso e, sia pure considerando vari aspetti ancora da definire, soprattutto sul piano burocratico, rappresenta certamente un passo significativo per posizionare l'Italia come frontiera della tecnologia e dell'innovazione digitale.

Supporto alle startup

La somma destinata sarà gestita da Cdp Venture Capital attraverso il Fondo nazionale innovazione, mirato al supporto di startup e piccole e medie imprese operanti in settori chiave come cybersecurity e quantum computing (è l’ambito tecnologico che si occupa di creare calcolatori che utilizzano le leggi della meccanica quantistica per elaborare informazioni, operando molto più velocemente di un computer classico). Il nuovo disegno di legge, composto da 25 articoli e diviso in 5 capitoli, si propone di regolare e stimolare lo sviluppo tecnologico con un occhio particolare alla sicurezza, alla ricerca e all'etica nell'uso dell'IA.

 

I campioni nazionale

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, sotto la guida di Adolfo Urso, e il Sottosegretario all'Innovazione tecnologica, Alessio Butti, spingono nell'orientare gli investimenti verso la creazione di “campioni nazionali” in questo particolare settore tecnologico. Il termine “campioni nazionali” si riferisce a un concetto di politica economica in cui il governo di un Paese identifica, sostiene e promuove aziende o entità che sono leader nel loro settore, con l'obiettivo di rendere queste aziende competitive a livello internazionale. L'idea è che queste aziende possano guidare l'innovazione, la crescita economica, e aumentare la presenza e l'influenza del Paese nei mercati globali. L'obiettivo di questa strategia è doppio: da un lato si vuole garantire che le economie nazionali non siano troppo dipendenti da fornitori esteri in settori critici; dall'altro si mira a creare giganti industriali capaci di competere su scala globale, spesso in risposta alla crescente globalizzazione e alla concorrenza internazionale. In aggiunta, il piano prevede la creazione di poli di trasferimento tecnologico e programmi di accelerazione per le imprese innovative.

 

L’etica dell’IA

Il disegno di legge mira anche a garantire una gestione trasparente ed etica dell'intelligenza artificiale, con norme dedicate alla protezione dei dati personali e all'integrità nel processo decisionale, soprattutto in settori sensibili come la sanità e la giustizia. L’Agenzia per l'Italia Digitale (Agid) e L’Agenzia per la Cybersecurity Nazionale (Acn) avranno compiti di supervisione e ispezione, mentre è prevista anche una cooperazione con il Garante della privacy per assicurare che i diritti individuali siano salvaguardati. Oltre alla dimensione tecnologica, il disegno di legge affronta tematiche di impatto sociale e lavorativo. Si discute l'integrazione dell'IA nei luoghi di lavoro, l'importanza di una formazione adeguata per gli operatori e la necessità di informare i cittadini sull'uso di queste tecnologie.

 

Conclusioni

Il piano di investimenti non solo riflette l'ambizione italiana di avanzare nel campo tecnologico, ma anche di promuovere un approccio equilibrato e responsabile verso l'innovazione. Con questi nuovi strumenti, l'Italia si appresta a giocare un ruolo attivo e consapevole nel panorama tecnologico globale, promuovendo sviluppo e sicurezza. Restano dubbi, in particolare, riguardo alla struttura effettiva degli investimenti e alla natura delle sinergie pubblico-private implicate. La cifra stessa, imponente e simbolica, suggerisce una visione ambiziosa, ma allo stesso tempo, genera interrogativi sulla sua realizzazione pratica e sulle modalità di coinvolgimento degli attori privati. La formulazione “fino a un miliardo di euro” implica una flessibilità che potrebbe essere interpretata come una prudente apertura a possibili adattamenti e rinegoziazioni, in base all'evolversi delle esigenze e delle opportunità. Tuttavia, questa stessa flessibilità può anche destare perplessità riguardo alla certezza dell'investimento e alla chiarezza dei piani di spesa, sollevando domande su quali criteri verranno utilizzati per decidere quali progetti finanzieranno e quanto ampio sarà il coinvolgimento del settore privato. Il ruolo di Cdp Venture Capital come braccio finanziario principale del progetto evoca una strategia di investimento che mira a catalizzare ulteriori fondi attraverso il coinvolgimento di entità private. Mentre questa approccio può moltiplicare l'efficacia del capitale pubblico, rimane il dubbio su come tali sinergie verranno gestite e regolamentate. La collaborazione tra pubblico e privato in settori così innovativi e cruciali richiede una trasparenza e un allineamento di intenti non sempre facili.

Inoltre, la gestione di fondi così ingenti e l'orientamento verso la creazione di “campioni nazionali” solleva questioni su quali aziende beneficeranno di questi fondi, come verranno scelte e quali criteri di accountability verranno imposti per assicurare che gli investimenti pubblici producano effettivamente i risultati desiderati, piuttosto che svilirsi in interessi particolari. La sfida principale sarà dunque garantire che l'investimento di un miliardo di euro non solo catalizzi lo sviluppo tecnologico, ma lo faccia in un modo che sia equo, trasparente e al servizio degli obiettivi a lungo termine dell'economia e della società italiana. Affrontare queste incertezze con politiche chiare, linee guida rigorose e meccanismi di controllo efficaci sarà essenziale per capitalizzare l'opportunità rappresentata da questo ambizioso piano di investimenti.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale. Direttore Tecnico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale

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