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La nuova evoluzione di ChatGPT: adesso ricorda 

La funzionalità di memoria segna un passo avanti nella comprensione del contesto 

di Francesco Pungitore*

 

Con l'introduzione di una funzionalità, quella di “memoria”, in ChatGPT, OpenAI segna un ulteriore momento decisivo nell'evoluzione dell'intelligenza artificiale. La capacità di ricordare i dettagli dalle conversazioni precedenti fa sì che il modello possa migliorare la personalizzazione e la rilevanza delle sue risposte, aprendo anche la strada a riflessioni più ampie sul futuro dell'IA e sul suo avvicinamento all'Intelligenza Artificiale Generale (AGI).

L'aggiornamento conferisce a ChatGPT la capacità di trattenere e utilizzare informazioni specifiche condivise dagli utenti nel corso del tempo. Questo cambiamento trasforma radicalmente l'interazione tra uomo e macchina, rendendo le conversazioni notevolmente più contestualizzate e significative. Per esempio, se un utente menziona di essere allergico al lattosio, ChatGPT può automaticamente adattare le future ricette escludendo ingredienti problematici, dimostrando una comprensione del contesto precedentemente inaccessibile.

Privacy e controllo: un equilibrio delicato

Una delle preoccupazioni principali nell'introduzione della memoria in ChatGPT è la privacy. OpenAI affronta questa sfida offrendo un pieno controllo sulle informazioni memorizzate. Gli utenti possono esaminare, modificare o eliminare i dati memorizzati, garantendo che la gestione dei dati rimanga nelle loro mani. Questo livello di trasparenza e controllo è fondamentale.

Nel contesto delle crescenti preoccupazioni globali sulla privacy, soprattutto in ambito europeo, OpenAI si è trovata a navigare in acque turbolente, cercando di bilanciare l'innovazione tecnologica con le rigorose normative sulla protezione dei dati. L'Unione Europea, con il suo Regolamento Generale (GDPR), stabilisce standard elevati per la raccolta, l'uso e la gestione delle informazioni personali. In risposta, OpenAI ha adottato misure precauzionali, talvolta limitando le capacità del suo modello, per evitare il rischio di violazioni e assicurare la conformità con le normative locali. Un esempio emblematico è stato il confronto con il Garante italiano che ha sollevato preoccupazioni riguardanti l'uso dei dati personali da parte di ChatGPT nei primi mesi del suo lancio. Questo episodio ha sottolineato l'importanza di un approccio cauto e riflessivo nello sviluppo delle nuove tecnologie.

C’è anche da rilevare che questa attenzione scrupolosa alla privacy, nell'ambito dell'intelligenza artificiale, contrasta ancora fortemente con la gestione delle informazioni personali da parte dei social media. Piattaforme come Facebook, Instagram e Twitter hanno accumulato vasti archivi di dati personali degli utenti, tra cui foto, video e post, spesso senza offrire la stessa trasparenza o un controllo effettivo sul destino di queste informazioni in Rete. Sebbene queste aziende sostengano di adottare misure per proteggere la privacy degli utenti, le critiche e le preoccupazioni riguardo alla loro gestione dei dati rimangono diffuse.

In conclusione, mentre OpenAI e le altre aziende concorrenti cercano di adottare un approccio prudente e rispettoso delle normative, il contrasto con la gestione “allegra” dei dati da parte dei giganti dei social media pone interrogativi significativi. La direzione intrapresa da OpenAI potrebbe e dovrebbe spingere verso una maggiore responsabilità e trasparenza nell'uso delle informazioni personali in tutte le tecnologie digitali.

 

Verso l'Intelligenza Artificiale Generale?

Ma la questione più intrigante sollevata dalle recenti innovazioni introdotte da OpenAI riguardo alla “memoria” di ChatGPT è se stiamo assistendo o meno ad un passo di avvicinamento verso l'AGI: un'Intelligenza Artificiale Generale capace di apprendere, comprendere e funzionare in maniera indipendente in una vasta varietà di domini. Dunque, simile in tutto e per tutto all'intelligenza umana. La capacità di memorizzare e utilizzare informazioni contestuali è senza dubbio un avanzamento significativo verso quest'obiettivo. L'apprendimento continuo, abilitato dalla memoria, suggerisce una traiettoria dove le IA potrebbero diventare sempre più autonome e capaci di prendere decisioni basate su una vasta gamma di input ed esperienze passate. L'Intelligenza Artificiale Generale è un tipo di intelligenza artificiale che può applicare conoscenze proprio come fa un umano, permettendole di eseguire qualsiasi compito intellettuale. La sua capacità di ragionamento generale, apprendimento da esperienze diverse e adattamento a situazioni nuove la renderebbe del tutto simile al funzionamento del nostro cervello. Tra i molti scienziati che studiano questo campo, Ben Goertzel è uno dei principali esperti che parla approfonditamente di AGI, lavorando attivamente per sviluppare sistemi che possano realmente possedere una comprensione e una funzionalità generale, simili a quelle umane.

 

Riflessioni finali

Mentre la strada verso l'AGI è ancora lunga e complessa, l'introduzione della memoria in ChatGPT rappresenta un passo significativo verso sistemi di intelligenza artificiale più sofisticati e autonomi. Questa evoluzione solleva questioni fondamentali su come queste tecnologie verranno integrate nella nostra attività quotidiana e come potranno influenzare le nostre interazioni sociali e lavorative. La capacità di comprendere e reagire a situazioni di contesto complesse segna un'evoluzione notevole nel campo dell'IA, avvicinandoci sempre di più alla creazione di macchine che possano veramente “comprendere” e assistere l'umanità in modi sempre più personalizzati e significativi. Tutto questo, peraltro, ci porterebbe ad aprire scenari ancora più spinosi, tra cui il grande tema della coscienza. Una questione che trascende la complessità del semplice ricordo e della comprensione delle sfumature di vari scenari; è il processo di prendere decisioni che non si basano meramente su calcoli, ma anche sulla profonda comprensione dei contesti, a sollevare la questione se le macchine, capaci di tali processi, potranno, un giorno, essere considerate “senzienti”.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale. Direttore Tecnico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale

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