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Ecco le IA made in Italy

Maia è addestrata nella nostra lingua e a Bologna c’è un altro progetto (Savia) per aiutare la Regione a legiferare

di Francesco Pungitore*

 

Nel mondo digitale, dominato da giganti tecnologici e da sistemi di intelligenza artificiale prevalentemente addestrati in lingua inglese, nasce Maia, la prima intelligenza artificiale generativa addestrata e sviluppata interamente in italiano. Questo nuovo sviluppo promette di cambiare il modo in cui interagiamo con la tecnologia, offrendo una comprensione e una personalizzazione senza precedenti, adattate al contesto culturale del nostro Paese.

Come scrive l'Huffington Post, questa IA, nonostante sia di proprietà di una società americana, è stata diretta e sviluppata da un team italiano, guidato da Stefano Mancuso, COO di Synapsia. Maia non è solo una questione di orgoglio nazionale ma rappresenta anche un passo importante verso il superamento delle barriere linguistiche e culturali che spesso limitano l'efficacia delle intelligenze artificiali.

Una delle principali sfide nell'addestramento di un'IA in una lingua diversa dall'inglese risiede nei contesti che possono alterare significativamente il significato di una parola o di una frase. Un esempio lampante è la confusione tra “patente” e “brevetto” (patent in inglese), che in ambiti diversi possono portare a interpretazioni completamente differenti. Maia, essendo “nata e cresciuta” in Italia, supera queste difficoltà grazie a un addestramento basato sulla ricca diversità linguistica e culturale del Paese.

La personalizzazione e l'apprendimento continuo sono al centro dell'esperienza che Maia offre ai suoi utenti. Questa IA è progettata per adattarsi e imparare dalle interazioni, migliorando la sua capacità di comprendere e anticipare le esigenze dell'utente nel tempo. Che si tratti di trovare il biglietto aereo più economico o di monitorare il prezzo di una materia prima per un'azienda, Maia è attiva 24 ore su 24, garantendo non solo convenienza ma anche un elevato livello di affidabilità e sicurezza.

Il lancio di Maia rappresenta una novità eccitante non solo per gli utenti italiani ma anche per la comunità globale di sviluppatori e appassionati di IA. Essendo open-source, Maia invita alla collaborazione, offrendo trasparenza sui suoi processi deduttivi e aprendo la strada a miglioramenti e innovazioni continue. Questo approccio potrebbe benissimo posizionare Maia come un punto di riferimento nel panorama internazionale delle intelligenze artificiali, promuovendo al contempo la conservazione del patrimonio linguistico e culturale italiano.

In conclusione, l'arrivo di Maia sul mercato segna un'importante evoluzione nel campo dell'intelligenza artificiale, ponendo le basi per una tecnologia più inclusiva e rappresentativa della diversità culturale globale. Con il supporto e l'entusiasmo della comunità italiana e internazionale, Maia ha tutte le carte in regola per diventare non solo l'OpenAI italiana ma un vero e proprio punto di riferimento per l'innovazione nel settore a livello mondiale.

 

E poi c’è Savia

Intanto, a Bologna, l'intelligenza artificiale si prepara a rivoluzionare il modo in cui vengono scritte le leggi, trasformandosi in un super-consulente legislativo. L'Assemblea regionale dell'Emilia-Romagna, in collaborazione con Cineca, il noto ente di ricerca informatica che ha già contribuito alla creazione del supercomputer Leonardo, ha presentato il progetto “Savia”. Questo innovativo sistema IA non generativo sarà addestrato sull'intero corpo normativo della Regione, inclusi tutti gli atti collegati, con l'aggiunta di dati utili a valutare l'impatto delle leggi. L'obiettivo è fornire uno strumento capace di assistere i legislatori non solo nella stesura delle norme, per valutarne preventivamente efficacia e impatto, ma anche nel successivo controllo di coerenza e attuazione rispetto al quadro esistente.

“Savia” si distingue per la sua natura open source, rendendolo accessibile ai cittadini per una partecipazione attiva e informata. La Corte dei Conti dell'Emilia-Romagna esprime particolare interesse verso il potenziale di “Savia” nell'analisi delle finanze pubbliche e dei bilanci degli enti locali. Francesco Ubertini, presidente del Cineca, sottolinea come “Savia” potrebbe esaltare le qualità umane piuttosto che limitarle, offrendo ai politici uno strumento per scegliere soluzioni ottimali per i cittadini. Nonostante il timore che la tecnologia possa sostituire la politica, Ubertini assicura che l'obiettivo non è quello di creare un sistema che legiferi autonomamente, ma piuttosto di aumentare la trasparenza e l'efficienza del processo legislativo.

Il prototipo di “Savia” sarà sottoposto a test nei prossimi mesi, con l'aspirazione di diventare un modello per altre Regioni italiane. Emma Petitti, presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, enfatizza l'importanza di conoscere a fondo l'IA per evitare errori e garantire un processo legislativo più innovativo, veloce ed efficiente. Questa sperimentazione mira a migliorare la vita dei cittadini, riconoscendo che le tecnologie come “Savia” offrono l'opportunità di guidare e governare i processi algoritmici in maniera consapevole ed etica.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale. Direttore Tecnico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale

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