rivista di opinione, ricerca e studi filosofici
rivista di opinione, ricerca e studi filosofici

Intelligenza artificiale e lavoro: l'importanza della formazione secondo l'Ocse

Uno studio invita i Governi a preparare i propri cittadini ad affrontare la rivoluzione dell'IA

di Francesco Pungitore*

 

L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) ha recentemente pubblicato il primo studio che esamina gli impatti concreti dell'intelligenza artificiale (IA) sul mondo del lavoro. Questa ricerca, basata su interviste a 2.000 imprese e 5.000 lavoratori in sette Paesi, preannuncia che tutte le nazioni dell’area dell'Ocse, tra cui l'Italia, si ritrovano sull'orlo di una vera e propria rivoluzione tecnologica.

I benefici

Secondo lo studio, l'80% dei lavoratori nel settore manifatturiero e il 79% in quello finanziario sta riscontrando un miglioramento delle prestazioni grazie all'IA. Inoltre, molti hanno riportato un miglioramento della salute fisica e mentale, in quanto l'intelligenza artificiale sta assumendo compiti noiosi o pericolosi, permettendo alle persone di spostarsi su attività migliori.

Per esempio, l'IA può automatizzare compiti ripetitivi e monotoni, come l'analisi di grandi quantità di dati o la gestione di processi standardizzati. Questo non solo libera tempo per i lavoratori, ma riduce anche la possibilità di errori umani, migliorando l'efficienza complessiva. In un centro di assistenza clienti, ad esempio, un sistema di IA può gestire le richieste più semplici, lasciando agli operatori “reali” i casi più complessi che richiedono un tocco di empatia.

Inoltre, l'IA può assumere compiti che potrebbero essere pericolosi per gli esseri umani. Ad esempio, nei settori dell'energia e delle risorse naturali, l'IA può monitorare e mantenere infrastrutture in ambienti ad alto rischio, riducendo la necessità di interventi diretti.

Infine, l'IA può essere utilizzata per ottimizzare i processi di lavoro, riducendo i tempi di inattività e aumentando la produttività. Ad esempio, in un cantiere, un sistema di IA può monitorare il progresso del progetto in tempo reale, identificare eventuali ritardi e suggerire modifiche al piano di lavoro per mantenere il progetto in orario e nel rispetto del budget.

 

Le preoccupazioni

Nonostante i benefici, l'IA porta con sé anche preoccupazioni. Il 63% degli occupati nel settore finanziario e il 57% in quello manifatturiero teme di perdere il lavoro a causa dell'IA nei prossimi dieci anni. Altri timori riguardano la perdita di potere salariale. Sebbene questi timori non trovino riscontro nel presente, potrebbero diventare realtà nel futuro.

Secondo un rapporto del McKinsey Global Institute, l'automazione potrebbe avere un impatto significativo su diverse professioni. Le attività più a rischio di perdite occupazionali includono gli ambienti “prevedibili”, come le fabbriche e la preparazione del cibo veloce. La raccolta e l'elaborazione dei dati sono altre due categorie di attività che, sempre più, possono essere svolte meglio e più velocemente con le macchine intelligenti. Impiegati di banca, lavoro paralegale, contabilità ed elaborazione delle transazioni di back-office potrebbero subire drastici tagli.

Tuttavia, è importante notare che, nonostante l’ingresso dell’IA, l'occupazione in tante professioni potrebbe non diminuire, ma piuttosto i lavoratori potrebbero essere chiamati a svolgere nuovi compiti. L'automazione avrà un effetto minore sui lavori che coinvolgono la gestione delle persone, l'applicazione di competenze e le interazioni sociali, dove le macchine non sono ancora (e forse non lo saranno mai) in grado di eguagliare le prestazioni umane.

 

Il ruolo della formazione

Di fronte a queste sfide, l'Ocse suggerisce ai governi di impegnarsi nella formazione delle persone, a partire dalle nuove generazioni. Questo non riguarda solo i ruoli direttamente connessi all'IA, ma anche l'apprendimento su come lavorare con il supporto dell'intelligenza artificiale. Inoltre, i governi dovrebbero sostenere i lavoratori a basso salario, che rischiano di aumentare molto nei prossimi anni.

 

Un bivio per l'umanità

L'umanità si trova a un bivio. L'IA può fare molto bene o molto male ai lavoratori. Questo è un punto già emerso in diversi studi con stime e opinioni aggregate, ma ora, grazie all'Ocse, troviamo le prime evidenze basate su fatti concreti. La formazione, quindi, si rivela un elemento chiave per navigare in questo nuovo panorama, garantendo che l'IA sia un beneficio per tutti e non una minaccia. In questo contesto, risultano particolarmente importanti iniziative come la recente istituzione dell'Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale, in Calabria, che ha tra i suoi scopi proprio la formazione delle nuove generazioni all'uso consapevole dell'IA.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche della Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale

Stampa | Mappa del sito
© 2015 - Essere & Pensiero - Testata giornalistica online ai sensi dell'art. 3-bis del d.l. 63/2012 sull'editoria convertito in legge n. 103/2012 - Direttore Responsabile: Francesco Pungitore