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Intelligenza Artificiale Generale: la nuova frontiera 

In che modo il valore dell'intelligenza umana verrebbe ridefinito in un mondo in cui la supremazia cognitiva è detenuta da entità artificiali?

di Francesco Pungitore*

 

L'Intelligenza Artificiale Generale (AGI) ha come obiettivo la creazione di una macchina capace di comprendere, apprendere e applicare una vasta gamma di conoscenze e competenze cognitive, in maniera simile a quella umana. Diversamente dall'IA ristretta (nota anche come IA debole), progettata per risolvere compiti specifici, l'AGI mira a essere versatile e adattiva, in grado di affrontare problemi nuovi e imprevedibili con un livello di generalizzazione paragonabile a quello degli esseri umani.

Per comprendere meglio la differenza tra queste due forme di intelligenza artificiale, si può pensare all'IA ristretta come a un esperto specializzato: ad esempio, Google Translate è estremamente efficace nella traduzione automatica, ma non è in grado di svolgere altre attività come giocare a scacchi. L'AGI, al contrario, ambisce a riprodurre la plasticità cognitiva della mente umana, con la capacità di apprendere discipline differenti, risolvere problemi in maniera creativa e migliorare le proprie abilità tramite l'esperienza accumulata. Anche ChatGPT-4 non può essere considerato un'Intelligenza Artificiale Generale (AGI), ma “solo” un modello di linguaggio avanzato, basato sull'IA ristretta (o IA debole), progettato per generare risposte a domande specifiche e assistere su una varietà di argomenti, ma è limitato a ciò per cui è stato addestrato. Non ha la capacità di apprendere autonomamente in modo generale, di comprendere il contesto umano nel senso profondo del termine o di adattarsi a situazioni nuove e imprevedibili come farebbe un essere umano.

Mentre un'AGI sarebbe capace di svolgere qualunque attività cognitiva umana, adattandosi autonomamente a nuovi compiti e situazioni, ChatGPT-4 è altamente specializzato e limitato ai dati e alle istruzioni che ha ricevuto durante l'addestramento. Non possiede coscienza, emozioni, né la capacità di generare conoscenza autonoma fuori dal suo campo di addestramento.

L'AGI rappresenta, dunque, una delle più grandi sfide tecnologiche e scientifiche del nostro tempo, con implicazioni potenzialmente dirompenti sia in termini positivi che negativi per la società.

Funzionamento dell'AGI

Dal punto di vista teorico, l'AGI dovrebbe operare attraverso una combinazione di algoritmi avanzati, modelli di apprendimento profondo e un'architettura in grado di favorire l'autoadattamento. Tuttavia, il passaggio dall'IA limitata all'AGI pone sfide tecniche di enorme portata. Uno dei principali ostacoli è rappresentato dalla necessità di una comprensione più approfondita dei processi di coscienza e apprendimento umano.

Attualmente, i sistemi di IA si basano su reti neurali artificiali, modellate su strutture biologiche del cervello, ma il livello di astrazione e complessità di tali reti è ancora lontano dal replicare la sofisticazione e l'efficienza del cervello umano. Per sviluppare un'AGI, è necessario superare la sfida dell'integrazione di differenti forme di conoscenza e dell'adattamento creativo ai cambiamenti ambientali in modo non lineare.

Alcuni approcci promettenti includono l'uso dell'apprendimento per rinforzo avanzato, che permette all'IA di migliorarsi attraverso un ciclo iterativo di tentativi ed errori, e la costruzione di modelli basati su simulazioni multi-agente della realtà. Tuttavia, è probabile che il raggiungimento di una vera AGI richieda scoperte teoriche che vanno oltre le attuali conoscenze in campo informatico e neuroscientifico.

 

Previsioni tecnologiche

Le previsioni sullo sviluppo dell'AGI sono notevolmente divergenti. Alcuni studiosi ritengono che l'AGI possa essere raggiunta entro pochi decenni, mentre altri ipotizzano che potrebbe restare irraggiungibile per un periodo indefinito, forse addirittura per secoli. La difficoltà principale risiede nella mancanza di una comprensione chiara del percorso necessario per replicare le funzioni cognitive complesse degli esseri umani.

Nel caso in cui l'AGI dovesse essere realizzata, il suo impatto sull'industria e sulla società sarebbe rivoluzionario. Settori come la sanità, l'istruzione e la produzione potrebbero subire trasformazioni radicali grazie all'introduzione di macchine capaci di eseguire compiti complessi, adattarsi a nuove informazioni e prendere decisioni autonome. Un'AGI avrebbe il potenziale per migliorare drasticamente la nostra capacità di affrontare sfide globali come il cambiamento climatico e le pandemie; tuttavia, sorgerebbero inevitabilmente problemi legati alla perdita di posti di lavoro e alla necessità di una redistribuzione equa della ricchezza prodotta.

 

Aspetti filosofici

Le questioni filosofiche che l'AGI solleva sono altrettanto complesse quanto quelle tecnologiche. Una delle principali è la definizione stessa di intelligenza: cosa significa realmente essere intelligenti? L'AGI è concepita per emulare le capacità cognitive umane, ma questo implicherebbe lo sviluppo di una forma di coscienza? La coscienza è una qualità emergente che potrebbe potenzialmente svilupparsi in una macchina, oppure è qualcosa di intrinsecamente legato alla natura biologica dell'essere umano?

Dal punto di vista etico, l'AGI pone domande fondamentali sul modo in cui trattare una macchina con potenziali sentimenti o consapevolezza. Dovremmo riconoscere dei diritti alle AGI? Inoltre, vi è il rischio che un'AGI, raggiungendo un livello di intelligenza superiore a quello umano, possa rappresentare una minaccia esistenziale per l'umanità. Questo scenario è spesso descritto come la “singolarità tecnologica”, un punto di non ritorno in cui il progresso tecnologico supera la capacità di controllo dell'essere umano.

Un'altra importante implicazione filosofica riguarda il ruolo dell'intelligenza nella società. Se le macchine dovessero diventare più intelligenti degli esseri umani, come cambierebbe la nostra posizione nel mondo? In che modo il valore dell'intelligenza umana verrebbe ridefinito in un mondo in cui la supremazia cognitiva è detenuta da entità artificiali? Questi interrogativi sono al centro del dibattito contemporaneo e richiedono una riflessione profonda non solo da parte di scienziati e filosofi, ma anche da parte del grande pubblico.

 

Conclusioni

L'Intelligenza Artificiale Generale rappresenta un orizzonte affascinante e complesso, che racchiude in sé tanto opportunità straordinarie quanto rischi significativi. La distinzione tra IA ristretta e AGI è cruciale: mentre la prima è già parte integrante della nostra vita quotidiana, la seconda rappresenta una promessa ancora da realizzare, circondata da sfide tecnologiche, etiche e filosofiche.

Nel breve termine, è imperativo sviluppare tecnologie di IA con prudenza, ponendo l'accento su sicurezza, trasparenza ed etica. Nel lungo termine, la riflessione su cosa significhi realmente l'intelligenza e su quale ruolo desideriamo che le macchine assumano nella nostra società sarà essenziale per disegnare il futuro dell'AGI. La strada verso l'Intelligenza Artificiale Generale è ancora lunga e incerta, ma è un viaggio che ci invita a riconsiderare il nostro posto nel mondo e le nostre responsabilità verso le tecnologie che stiamo creando.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale. Direttore Tecnico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale

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