di Giovanni De Giorgio*
*Medico chirurgo, omeopata e agopuntore,
membro del Comitato Scientifico
dell'Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale
I cosiddetti “tipi omeopatici” vanno studiati globalmente e lo studio della loro costituzione individuale – psichica e somatica – fornisce importanti e molteplici indicazioni cliniche, incluse quelle riguardanti le tendenze motivazionali e costituzionali dei vari individui. Gli esseri umani non sono tutti uguali, questo è risaputo, quindi la loro diversità deve essere rispettata, per ovvi motivi, e certamente devono essere rispettate le motivazioni “costituzionali”, profonde, radicate nel terreno biologico e genetico. La genetica esiste, dunque, sarebbe insensato escluderla dallo studio omeopatico e tipologico. L'omeopatia non trascura nulla, anzi, include tutte le conoscenze che agevolano la visione olistica, globale, pluridimensionale. Per agevolare la sistematica “inclusione” di informazioni, dati, nozioni e indicazioni, in futuro, l'intelligenza artificiale potrebbe rivelarsi una potente alleata della medicina omeopatica. Basti pensare all'utilità della IA nella ricerca bibliografica. Lo studio della medicina omeopatica, infatti, viene approfondito attraverso molteplici ricerche bibliografiche, puntuali e sistematiche, che consentono l'acquisizione di importanti conoscenze scientifiche in base alle quali il medico può riflettere, pensare, ragionare in modo logico e rigoroso. L'omeopata serio ragiona rigorosamente e logicamente, da sempre, e studia seriamente l'Essere umano, la costituzione individuale e addirittura la motivazione “costituzionale”, “individuale”, “profonda”, che concorre a determinare il comportamento del cosiddetto “tipo omeopatico”. Lo studio delle tendenze costituzionali e motivazionali è molto importante, per ovvi motivi, soprattutto per agevolare l'orientamento e impedire il disorientamento. Alcuni tipi omeopatici talvolta si disorientano, o vengono disorientati, quindi perdono la bussola esistenziale, smarriscono la motivazione costituzionale e compensano maldestramente motivazioni “vere” con motivazioni “fasulle”, ingannevoli, sbagliate, forzate, talvolta conformiste e quindi anticostituzionali. Se il conformismo è un'acritica tendenza a conformarsi, il costituzionalismo medico e omeopatico è una sorta di controtendenza orientata verso la ricerca dell'originalità. Il conformista, che aderisce piattamente e supinamente alle opinioni della maggioranza, certamente non è un tipo originale, genuino, vero. L'omeopata che intende osservare l'uomo globalmente al fine di conoscerlo, curarlo e orientarlo saggiamente verso l'originalità, non deve sottovalutare l'importanza degli aspetti motivazionali, e i medici bravi e competenti, in verità, non li trascurano affatto, anzi, li valutano attentamente per poi collegarli con tutti gli altri aspetti che caratterizzano l'individuo “naturale” ben diverso da quello “innaturale”. A questo punto, mi pongo una domanda: l'intelligenza artificiale, in futuro, potrebbe contribuire a individuare esattamente le motivazioni “vere” dei tipi “naturali” e quelle “fasulle” dei tipi “innaturali”? Domanda complicata. Per quanto mi riguarda, spero vivamente che l'intelligenza artificiale possa contribuire a individuare le motivazioni più profonde dei tipi omeopatici. Con questa speranza, rifletto, e mi pongo un'altra domanda: chi non ha una motivazione è adatto a individuare la motivazione altrui? Domanda retorica? Assolutamente no. La domanda nasce spontanea per un semplice motivo: l'IA generativa non ha una motivazione interna. Questo non lo dico io, ma lo afferma Daniele Caligiore, primo ricercatore nell'Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Cnr, autorevole autore di un pregevole libro che tratta di alcune importanti applicazioni in cui viene coinvolta l'intelligenza artificiale. Ecco ciò che afferma Caligiore: "Negli esseri umani la motivazione è spesso guidata da bisogni, desideri e scopi personali. Al contrario, l'IA generativa è progettata per rispondere alle richieste degli utenti, ma non ha una motivazione interna” (1). Leggendo e rileggendo il brano appena citato, sento il bisogno di pormi un'ultima domanda che, in un certo senso, include quelle precedenti: l'omeopata, che intende curare realmente con l'omeopatia, e al contempo intende utilizzare responsabilmente l'intelligenza artificiale, deve tener conto che l'IA generativa non ha una motivazione interna e non ha nemmeno consapevolezza? Questa domanda finale, oltre a porla a me stesso, la pongo anche al gentilissimo lettore di questo articolo e, ponendola, sottolineo tre volte quanto afferma Caligiore: “l'IA generativa non possiede una vera consapevolezza di sé, né di ciò che sta accadendo nel mondo” (2). Concetti importanti che non negano affatto la grande utilità dell'intelligenza artificiale in ambito medico. Siamo seri. Proprio per omaggiare la serietà, in qualità di medico, omeopata, agopuntore, membro del Comitato scientifico dell'Osservatorio Nazionale Minori e intelligenza Artificiale, io studio e rifletto seriamente sui pro e contro, e mi rendo conto dell'importanza dei concetti appena esposti, pertanto, spero di sottolinearli ancor di più attraverso la citazione del seguente brano tratto dal pregevole e istruttivo libro di Caligiore: “Gli esseri umani sono in grado di agire in modo intenzionale, prendendo decisioni in base a una combinazione di conoscenze, valori, obiettivi, desideri. L'intenzionalità umana si manifesta nella capacità di svolgere azioni finalizzate, che sono guidate da uno scopo o un fine desiderato. Al contrario, l'IA generativa agisce solo in risposta a input specifici, non può intraprendere azioni intenzionali senza l'input dell'utente” (3). In base a quanto è stato menzionato, è possibile trarre alcune importanti conclusioni omeopatiche. Eccole. Il medico omeopatico, che osserva globalmente e umanamente il malato, non è una macchina priva di motivazione interna, ma una persona motivata da uno scopo ben preciso che viene ribadito da Samuele Hahnemann nel primo paragrafo dell'opera capitale dell'omeopatia: “Scopo principale ed unico del medico è di rendere sani i malati ossia, come si dice, di guarirli” (4). Dato che la motivazione è “la forza che induce un individuo a mettere in atto un determinato comportamento diretto a uno scopo” (5), si può concludere che, in assenza di motivazione, non si può raggiungere uno scopo, infatti, “senza motivazione, non potremmo far fronte a nessuna sfida che la vita ci propone” (6). L'IA generativa non ha una motivazione interna, il medico ben motivato invece ha tante motivazioni ed ha pure la capacità di individuare le motivazioni altrui, anche quelle “costituzionali”, uniche e irripetibili. Uniche e irripetibili sono anche le storie degli uomini che pensano, agiscono e vivono in modo unico, originale, autentico e con la motivazione giusta. Storie belle. Spesso l'omeopata è costretto ad ascoltare storie meno belle e, per inquadrarle omeopaticamente, deve “omeopatizzare” l'ascolto in base alla legge della similitudine omeopatica. In buona sostanza, in omeopatia, l'ascolto deve essere “omeopatico”, originale, personalizzato e motivato. Tra un medico immotivato e un robot non c'è nessuna differenza poiché entrambi sono privi di motivazione interna. Per fortuna, il paziente riconosce la differenza tra l'ascolto del medico e quello del robot e sa stabilire ciò che può fare l'uno e ciò che può fare l'altro. Il robot può fare tante cose importanti, ma le fa senza avere una motivazione interna. Questo è il punto su cui riflettere... e la riflessione deve essere ben motivata... [07/11/2024]