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La corsa ai robot umanoidi

Figure 02 e i suoi rivali ridisegnano il confine tra umano e artificiale, aprendo nuovi scenari per l'industria, l'esplorazione spaziale e il campo militare

di Francesco Pungitore*

 

Nel fermento dell'innovazione robotica c’è un nuovo protagonista: Figure 02. Questo automa umanoide, frutto dell'ingegno di Figure AI e potenziato dall'intelligenza artificiale di OpenAI, rappresenta un potenziale punto di svolta nella relazione uomo-macchina.

Figure 02, infatti, si distingue per la sua integrazione del modello GPT, lo stesso che alimenta ChatGPT: la vera rivoluzione sta, dunque, nella fusione di questa “mente” artificiale con un corpo meccanico altamente sofisticato. Con una potenza di calcolo triplicata, sei telecamere per la percezione ambientale e mani capaci di sollevare 25 kg, Figure 02 non è un semplice assistente virtuale materializzato, ma un vero e proprio collaboratore fisico progettato per gli ambienti industriali più esigenti.

Tuttavia, Figure 02 non è il solo del suo genere. Il panorama della robotica umanoide è un campo di battaglia tecnologico dove giganti e start-up si sfidano a colpi di innovazione. Tesla, con il suo Optimus, punta non solo sull'industria automobilistica, ma stravolge l'intero concetto di forza lavoro. Nonostante le critiche iniziali e lo scetticismo di molti esperti, Elon Musk persegue la visione di un robot accessibile e versatile, potenzialmente in grado di sostituire gli umani in compiti pericolosi o ripetitivi.

D'altro canto, Boston Dynamics con Atlas ha già dimostrato capacità motorie che sembrano sfidare le leggi della fisica. I video di Atlas che corre, salta ed esegue acrobazie hanno catturato l'immaginazione del pubblico, ma le applicazioni pratiche vanno ben oltre lo spettacolo. La sua agilità potrebbe rivelarsi cruciale in scenari di ricerca e soccorso, dove la mobilità in ambienti complessi è fondamentale.

Agility Robotics, con il suo Digit, adotta un approccio diverso. Concentrandosi sulla logistica, Digit rappresenta una visione più immediata e pratica dell'integrazione dei robot nella vita quotidiana. La sua capacità di salire scale e percorrere terreni accidentati lo rende un candidato ideale per rivoluzionare il settore delle consegne, specialmente in aree urbane complesse.

Non possiamo trascurare l'aspetto dell'interazione sociale, dove Ameca di Engineered Arts e Sophia di Hanson Robotics stanno aprendo nuove frontiere. Questi robot, con le loro espressioni facciali incredibilmente realistiche e capacità di conversazione avanzate, sollevano interrogativi profondi sulla natura dell'empatia e dell'interazione umana. Potrebbero trovare applicazioni in campi come l'assistenza sanitaria, l'educazione e il supporto psicologico, ma al contempo sollevano questioni etiche sulla natura delle relazioni uomo-macchina.

L'applicazione di questi robot nell'esplorazione spaziale merita, poi, una riflessione a parte. Figure 02, con la sua combinazione di destrezza fisica e intelligenza artificiale avanzata, potrebbe essere il precursore di una nuova generazione di astronauti robotici. Immaginiamo un Figure 02 modificato per l'ambiente marziano, capace non solo di raccogliere dati e campioni, ma di interpretarli in tempo reale, adattando le sue strategie in base alle scoperte. Potrebbe costruire e mantenere habitat, preparando il terreno per future missioni umane con un livello di autonomia e adattabilità finora inimmaginabile.

Tuttavia, mentre ci proiettiamo verso questi futuri affascinanti, non possiamo ignorare le implicazioni socioeconomiche immediate. L'introduzione di robot umanoidi nelle fabbriche, come sta già sperimentando Figure AI con BMW, potrebbe portare a una rivoluzione nel mondo del lavoro paragonabile, se non superiore, a quella della prima rivoluzione industriale. La sfida sarà quella di gestire questa transizione in modo da creare nuove opportunità piuttosto che semplicemente sostituire i lavoratori umani.

Peraltro, non si può ignorare il potenziale impatto nel campo militare, dove robot umanoidi dotati di intelligenza artificiale avanzata potrebbero ridefinire le strategie di combattimento e sorveglianza, sollevando questioni etiche ancora più complesse sulla responsabilità e il controllo in scenari di conflitto.

In conclusione, Figure 02 e i suoi “colleghi” robotici non sono solo prodotti dell'ingegneria avanzata, ma catalizzatori di un cambiamento profondo. Mentre ci avviciniamo a un futuro in cui la linea tra umano e artificiale diventa sempre più sfumata, sarà fondamentale affrontare questo scenario inesplorato con un mix di entusiasmo innovativo e cauta riflessione etica. La vera sfida non sarà solo tecnologica, ma anche filosofica e sociale: come integreremo queste nuove forme di intelligenza e capacità nella nostra comprensione di cosa significa essere umani e lavorare in un mondo sempre più automatizzato?

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale

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