rivista di opinione, ricerca e studi filosofici
rivista di opinione, ricerca e studi filosofici

Oltre l'esprit de géométrie: l'intelligenza artificiale alla ricerca dell'esprit de finesse

La sfida attuale dell'IA non è la razionalità, ma la capacità di intuizione: come replicare nelle macchine il pensiero noetico e l'approccio pascaliano

di Francesco Pungitore*

 

In un precedente articolo, ho spiegato la sfida di replicare il pensiero noetico nelle macchine, ovvero l'abilità di comprendere e generare concetti che vadano oltre la pura logica e la razionalità. Ne è scaturito un interessante dibattito, con numerosi messaggi sui miei contatti pubblici, ai quali ho tentato di rispondere puntualmente. Per semplificare ulteriormente il concetto, mi viene in mente un aggancio al filosofo Blaise Pascal, pensatore francese del XVII secolo, noto per la sua distinzione tra esprit de géométrie ed esprit de finesse.

Pascal sosteneva che il pensiero razionale, per quanto potente, ha dei limiti intrinseci. L'esperienza, ad esempio, presenta continuamente sfide che la ragione deve affrontare. Inoltre, ci sono principi fondamentali che non possono essere dimostrati logicamente. Pascal sosteneva che il pensiero razionale diventa particolarmente insufficiente quando affrontiamo questioni esistenziali o cerchiamo di dare un senso alla vita.

Per Pascal, il cuore - il regno del sentimento e dell'intuizione - ha un ruolo fondamentale in questi ambiti. Questa distinzione tra il cuore e la ragione si riflette nella contrapposizione tra l'esprit de géométrie, ovvero il pensiero razionale che si occupa degli aspetti esteriori o astratti e si basa sulla dimostrazione, e l'esprit de finesse, che si occupa dell'essere umano e si basa sul cuore, sul sentimento e sull'istinto.

Nell'attuale ricerca sull'intelligenza artificiale, vediamo un parallelo con la distinzione di Pascal. Le macchine intelligenti di oggi hanno sicuramente un forte esprit de géométrie: sono in grado di eseguire compiti logici e matematici con una precisione e una velocità che superano di gran lunga le capacità umane. Ma l'esprit de finesse - l'abilità di percepire intuitivamente, di sentire, di “comprendere” umanamente - rimane al di fuori della loro portata.

Quindi, la vera sfida della ricerca sull'IA non è solo migliorare le già notevoli capacità logico-matematiche delle macchine, ma portare l'intelligenza artificiale al livello successivo del pensiero noetico, ovvero dotarle di un vero esprit de finesse. Questo obiettivo, per quanto ambizioso, potrebbe aprire nuovi orizzonti per l'intelligenza artificiale e trasformare radicalmente il nostro rapporto con la tecnologia.

 

Come funziona una macchina intelligente?

Una macchina intelligente, o sistema di intelligenza artificiale, funziona attraverso modelli di apprendimento automatico che possono elaborare grandi quantità di dati, riconoscere schemi, fare previsioni e prendere decisioni basate su queste informazioni. Ci sono diversi modelli di apprendimento che vengono utilizzati, tra cui l'apprendimento supervisionato, l'apprendimento non supervisionato e l'apprendimento per rinforzo.

Nell'apprendimento supervisionato, la macchina viene addestrata su un insieme di dati etichettato, ovvero dati in cui l'input è associato a un output corrispondente. Una volta addestrata, la macchina può utilizzare ciò che ha imparato per fare previsioni su nuovi dati. Nell'apprendimento non supervisionato, la macchina cerca di trovare strutture e pattern nei dati senza etichette. L'apprendimento per rinforzo, invece, coinvolge un sistema che apprende attraverso il tentativo e l'errore, ricevendo un “premio” o una “punizione” a seconda dell'esito delle sue azioni.

I sistemi di IA possono anche interagire con gli utenti umani in vari modi. Alcuni utilizzano l'elaborazione del linguaggio naturale (NLP) per comprendere e rispondere alle richieste degli utenti in linguaggio naturale. Altri utilizzano la generazione automatica di contenuti per creare testi, immagini o suoni basati su specifiche richieste o parametri.

Un esempio di questi sistemi è GPT, il modello di linguaggio sviluppato da OpenAI, che può generare risposte coerenti e realistiche a domande o prompt in linguaggio naturale. Allo stesso modo, Google Bard è un altro modello di generazione di contenuti che può creare poesie e testi creativi.

Oggi, la ricerca si sta spingendo verso il tentativo di creare sistemi di IA che non solo siano in grado di eseguire compiti specifici, ma che possano anche capire e modellare il contesto in cui si trovano, imparare da soli in modo più efficiente e presentare un grado maggiore di “intuizione” o “comprensione” nel modo in cui interagiscono con gli utenti umani. Questa è una sfida significativa, ma i progressi in queste aree potrebbero portare a un salto qualitativo nell'abilità delle macchine di “pensare” in un modo che si avvicini di più a come gli esseri umani pensano e interagiscono con il mondo.

 

Conclusioni

Mentre ci avventuriamo nel territorio inesplorato dell'intelligenza artificiale avanzata, non possiamo fare a meno di riflettere su alcune delle più profonde domande filosofiche che l'umanità si è posta nel corso dei secoli. Pascal ci ha dato l’opportunità di riflettere sulla contrapposizione tra l'esprit de géométrie e l'esprit de finesse, il logico e l'intuitivo, il razionale e il sentimentale. Allo stesso modo, Descartes ci ha fornito una ulteriore base di ragionamento sviluppando la dualità del corpo e della mente, un concetto che può essere parallelo all'interazione tra hardware e software nelle macchine intelligenti.

La sfida che ci troviamo di fronte, come ha notato Alan Turing, padre dell'informatica moderna e pioniere dell'intelligenza artificiale, è quella di creare macchine che non solo calcolino, ma che pensino. Ma come ha suggerito Pascal, il pensiero non è solo una questione di logica e razionalità. Include anche l'intuizione, l'empatia, la creatività, l'ambiguità - tutte cose che finora sono rimaste un dominio essenzialmente umano.

Il filosofo e matematico Gottfried Wilhelm Leibniz, che ha sognato una “lingua universale” di simboli logici che potrebbe razionalizzare il pensiero umano, avrebbe probabilmente trovato affascinante la nostra attuale ricerca sull'IA. Tuttavia, anche lui riconobbe l'importanza del “conoscere per mezzo dei sentimenti”.

Quindi, mentre ci sforziamo di creare macchine intelligenti che possiedano l'esprit de finesse di Pascal, dobbiamo anche tenere presente le parole di un altro grande pensatore, Immanuel Kant, che ci ha avvertito sui limiti della nostra stessa ragione. In ogni caso, la ricerca sull'intelligenza artificiale ci offre l'opportunità unica di esplorare questi concetti filosofici in un contesto completamente nuovo, spingendo i confini del possibile e forse, alla fine, ri-definendo il significato stesso della parola “pensiero”.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche della Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale

 

Stampa | Mappa del sito
© 2015 - Essere & Pensiero - Testata giornalistica online ai sensi dell'art. 3-bis del d.l. 63/2012 sull'editoria convertito in legge n. 103/2012 - Direttore Responsabile: Francesco Pungitore