rivista di opinione, ricerca e studi filosofici
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Risveglio, libertà e filosofia

Il vero sapere dai Presocratici all’era dei social

di Francesco Pungitore*

 

«Mi dicono: se trovi uno schiavo addormentato, non svegliarlo, forse sta sognando la libertà. Ed io rispondo: se trovi uno schiavo addormentato, sveglialo e parlagli della libertà». Queste parole, tratte dalle “Massime spirituali” di Jibran Khalil Jibran, ci servono oggi per aprire una riflessione più ampia. La questione posta è, indirettamente, se sia più etico lasciare un individuo nell'ignoranza beata o risvegliarlo alla realtà, offrendogli, dunque, la possibilità di conoscere la verità che lo circonda.

Essere liberi

La libertà, intesa come autodeterminazione e assenza di costrizioni, è un concetto che ha permeato la filosofia per secoli. Ma cosa significa realmente essere liberi? La libertà può essere vista come la capacità di agire secondo la propria volontà, ma anche come la consapevolezza di sé e del mondo circostante, che permette di fare scelte informate e autentiche. La libertà, quindi, non è solo un'assenza di catene fisiche, ma anche l’emancipazione dai vincoli dell'ignoranza e dell'illusione.

 

Il risveglio filosofico

Il tema del risveglio non è nuovo nel panorama filosofico. Già i Presocratici, come Eraclito, Pitagora e Parmenide, ritenevano essenziale questo passaggio da uno stato di oscurità e ignoranza a uno di luce e conoscenza. Socrate stesso, con la sua maieutica, cercava di “risvegliare” i giovani, stimolandoli a riflettere criticamente e a cercare la verità attraverso il dialogo con la propria anima e con gli altri. Platone, con il famoso “Mito della Caverna”, ha illustrato a tutti noi il viaggio dal mondo delle ombre (l'ignoranza) alla luce del sole (la verità), secondo il modello di un vero e proprio risveglio spirituale e intellettuale.

 

La seconda navigazione

Sempre Platone, attraverso la teoria della “seconda navigazione” oltre che il “Mito della Caverna”, ha proposto l’idea di un risveglio che non è solo individuale, ma anche collettivo. La “seconda navigazione” rappresenta un viaggio razionale verso la conoscenza che si distacca dalle percezioni sensoriali, per abbracciare un mondo di forme pure. Il risveglio, in questo contesto, diventa un percorso verso una realtà superiore e trascendente, dove la verità non è più offuscata dalle apparenze del mondo sensibile.

 

Risvegliarsi per riscoprire

Il risveglio, dunque, può essere interpretato come un processo di riscoperta della propria vera natura e di rottura delle catene dell'ignoranza. È un percorso che non solo libera l'individuo, ma lo pone di fronte a una responsabilità: quella di vivere autenticamente e di perseguire la verità. Il risveglio non è un atto isolato, ma un cammino continuo di crescita e sviluppo personale, che richiede coraggio, curiosità e un impegno costante verso la conoscenza e la comprensione piena della realtà.

 

Conclusioni

Oggi, i concetti di libertà e risveglio si legano a questioni di natura non solo etica e gnoseologica. In un mondo sovraccarico di informazioni e stimoli, il vero risveglio sembra risiedere nella capacità di discernere, di scegliere consapevolmente e di perseguire un percorso autentico e significativo di conoscenza, di vero sapere. La riflessione su questi temi, dunque, non è da intendersi soltanto come un esercizio di pura filosofia teoretica, ma è una guida pratica per navigare tra le complessità del nostro tempo, ricercando una libertà che sia autentica e profondamente connessa con la nostra essenza umana. La sfida contemporanea di discernere tra “doxa” - l'opinione non verificata o le moderne fake news - e “aletheia” - la verità svelata e affidabile - è un compito arduo e delicato. Viviamo in un'epoca in cui la quantità di informazioni a nostra disposizione è sterminata e, spesso, la velocità con cui vengono diffuse non permette una verifica accurata delle stesse. La doxa, quindi, si propaga con facilità, alimentando convinzioni errate e comportamenti distorti, mentre la ricerca dell'aletheia diventa un percorso faticoso e impervio, che richiede un costante spirito critico e una solida formazione epistemologica. Il risveglio, in questo contesto, diventa un processo di riconnessione con un sapere autentico e profondo, che va oltre l'onda effimera della superficie dei fatti. È un percorso che richiede anche la capacità di identificare e adottare modelli di valore, che siano fondati su principi reali, stabili e duraturi. In un'epoca dominata dai social media, dove le “meteore” del successo brillano intensamente ma brevemente, diventa essenziale saper distinguere tra ciò che è autentico e ciò che è mera apparenza. I modelli da emulare non dovrebbero essere scelti per il loro luccichio momentaneo, ma per la sostanza e la coerenza dei profili etici che rappresentano.

 

*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale

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