di Francesco Pungitore*
L'era della scuola 4.0 è alle porte, in Italia, con un investimento senza precedenti di 2,1 miliardi di euro per la digitalizzazione degli istituti scolastici e della didattica in classe. Questo cambiamento radicale mira a rispondere alle esigenze del nuovo mondo che gli studenti dovranno affrontare entrando nel mercato del lavoro, in termini di tecnologia e modalità di competenze, portando lezioni innovative direttamente nelle aule.
Aule immersive e realtà aumentata
La scuola italiana prova a cambiare pelle, ammodernandosi. Finalmente. Si parla di intelligenza artificiale, aule immersive, laboratori di realtà aumentata, lavagne in 3D e visori che accompagneranno gli studenti attraverso lezioni innovative. Questo nuovo modo di pensare la didattica è reso possibile grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Investimenti strategici
Le somme investite sono considerevoli e vengono ripartite in base alla grandezza della scuola. Circa il 30% degli istituti avrà più di 250mila euro, il 28% avrà tra i 150 e i 250mila euro, e il 42% avrà meno di 150 mila euro. Le regioni più grandi come la Lombardia, la Campania, la Sicilia, il Lazio e la Puglia hanno ricevuto il maggior numero di risorse.
Il nodo strategico: la formazione degli insegnanti
Per utilizzare al meglio queste risorse, non bastano i progetti mirati; servono anche docenti appositamente formati. Le segreterie scolastiche stanno lavorando per mettere in piedi corsi per il personale che dovrà portare avanti le lezioni nelle classi 4.0. Verranno avviati piani di formazione sia dal ministero dell'Istruzione e del Merito sia dalle aziende fornitrici degli strumenti digitali.
Sfide e opportunità
Per gli istituti, questa è un'occasione per rinnovarsi e avviare progetti che possano attirare un maggior numero di studenti. Tuttavia, scrivere un progetto in chiave digitale non è semplice, e le scuole specializzate sul digitale sono poche. L'adesione al bando “Scuola 4.0” è alta, ma solo il 12,3% delle scuole ritiene di avere il personale formato per gestire una innovazione così importante.
Meno burocrazia e più didattica?
Oltre alla formazione degli insegnanti, un altro aspetto cruciale da considerare è il “lavoro sommerso” dei docenti, spesso costretti a rincorrere scadenze e riunioni. Un recente studio condotto da Carlo Cottarelli, direttore dell'Osservatorio conti pubblici italiani, ha quantificato questo tempo non riconosciuto contrattualmente tra 1.630 e 2.000 ore
Questo quadro mette in luce una domanda fondamentale: non sarebbe meglio dedicare più spazio alla didattica, piuttosto che alla burocrazia? La rivoluzione della scuola 4.0 non deve limitarsi alla tecnologia e alla formazione, ma deve anche affrontare le sfide strutturali e organizzative che ostacolano gli insegnanti nel loro ruolo cruciale di educatori.
Conclusioni
La scuola 4.0 rappresenta un passo avanti significativo per l'istruzione in Italia. Con un investimento massiccio e un focus sulla formazione degli insegnanti, il Paese si sta preparando per una rivoluzione digitale nelle aule. Le sfide sono presenti, ma l'opportunità di migliorare la didattica e il coinvolgimento degli studenti è un obiettivo raggiungibile e promettente per il futuro dell'istruzione italiana.
*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche della Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale