di Francesco Pungitore*
Lo scrivevo qualche settimana fa: l'Italia rimane uno strano Paese. In un contesto (caso unico al mondo) in cui permane il blocco di ChatGPT, l'intelligenza artificiale che crea soltanto innocui contenuti di testo, un gruppo di minorenni romani ha potuto, invece, liberamente usare un'altra applicazione, chiamata Bikinioff, per postare sui social le foto di alcune coetanee letteralmente denudate di ogni vestito dall'applicazione (vedi articolo su: Repubblica.it).
Le foto, finite nelle mani dei carabinieri, sono apparse tutto tranne che uno scherzo. Di conseguenza, i ragazzi coinvolti sono ora indagati dalla Procura per i minorenni per produzione di materiale pedopornografico. Ciò che sconvolge è la facilità di accesso all'applicazione, il cui unico filtro è una risibile autodichiarazione di essere maggiorenni (quella che, secondo le autorità italiane, mancava a ChatGPT). Nel passaggio successivo, basta cliccare sul più classico pulsante “try it now” per essere catapultati su un canale Telegram che propone una prova gratuita e, le successive, a pagamento.
Per utilizzare l'app, è sufficiente caricare in chat le immagini da modificare e il “gioco” (chiamiamolo tristemente così…) è fatto. Questa situazione risulta desolante e drammatica se si pensa alla leggerezza con cui l'app può essere usata da ragazzini di 13 anni, come quelli di Roma, che non hanno avuto nessuna remora a trasformare le proprie compagne di classe in procaci pin-up da ridicolizzare su WhatsApp.
Ora questi ragazzi rischiano grosso, ma la domanda è: perché arrivare a questo punto? Il “male” per la nostra privacy non è certamente ChatGPT, come sostengo da tempo, ma l'utilizzo distorto e poco consapevole dell'intelligenza artificiale e delle sue enormi potenzialità. Per proteggere i cittadini e prevenire abusi come quelli avvenuti a Roma, magari è necessario sbloccare ChatGPT e bloccare Bikinioff e simili.
In conclusione, è fondamentale che le autorità italiane si rendano conto che il problema non sta nell'intelligenza artificiale in sé, ma nell'uso irresponsabile che ne viene fatto. Sbloccare ChatGPT e bloccare applicazioni potenzialmente dannose come Bikinioff rappresenterebbe un passo importante verso la salvaguardia della privacy e la prevenzione di situazioni drammatiche come quella vissuta dai minorenni romani.
*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche della Comunicazione con perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale