di Francesco Pungitore*
Ieri, come racconta Repubblica, mentre i riflettori del Parlamento erano focalizzati sullo scontro sul MES, un gruppo di parlamentari guidato dalla vicepresidente della Camera, Anna Ascani, era in videoconferenza con San Francisco. Dall'altra parte dello schermo, uno dei responsabili di OpenAI, la startup che ha sviluppato ChatGPT, l'intelligenza artificiale che ha catalizzato l'attenzione mondiale tra meraviglia e preoccupazione.
L'importanza della comprensione politica dell'IA
Nonostante l'audizione non abbia rivelato particolari novità, confermando la necessità di regolamentazione dell'intelligenza artificiale e il suo ruolo di supporto, e non di sostituzione, agli esseri umani, questa resta un momento importante. Questo incontro è parte di una serie di momenti conoscitivi iniziati ad aprile, culminanti in una missione a San Francisco in autunno. Sforzi che mostrano un tentativo di comprensione da parte della politica di ciò che sta accadendo nel mondo dell'IA, un contrasto evidente rispetto ai ritardi nel rispondere all'avvento del Web e dei social network.
Audizioni preventive: un nuovo trend politico?
Questa volta la politica sembra essersi svegliata in tempo, non solo in Italia. Quando il fondatore di OpenAI è stato ascoltato dal Congresso americano, alcuni osservatori hanno sottolineato come fosse la prima volta che un'audizione a un'azienda tecnologica avveniva in anticipo a un potenziale disastro. Nel frattempo, il Parlamento Europeo ha già proposto un pacchetto di norme per regolamentare l'IA. Le audizioni guidate da Ascani si allineano con queste iniziative, fornendo un segnale positivo di anticipazione e attenzione.
OpenAI sostiene la regolamentazione dell'IA
OpenAI si è dimostrata favorevole alla proposta europea sulla regolamentazione dell'IA. Durante l'audizione, Anna Makanju, Head of Public Policy di OpenAI, ha affermato che i governi democratici devono regolare questo settore per garantire che la tecnologia benefici a tutti. Makanju ha rassicurato i partecipanti sulla sicurezza dei dati utente, ribadendo che OpenAI non li utilizza a fini commerciali.
Il potere dei campioni nazionali nell'IA: il caso NVIDIA
Recentemente, la compagnia tecnologica NVIDIA è diventata la sesta più grande al mondo, con una capitalizzazione in Borsa di oltre mille miliardi di dollari, superando di 15 volte Enel e di 25 volte Unicredit. Questa crescita dimostra il potenziale delle aziende che investono nell'IA. NVIDIA, iniziata negli anni '90 con la produzione di schede grafiche per videogiochi, è ora la principale costruttrice di hardware per l'IA, sostenuta anche dal Dipartimento della Difesa americano.
Verso un futuro dell'IA in Italia
Il dominio nell'IA da parte dei campioni nazionali determinerà le basi del benessere futuro dei cittadini. L'Italia, con una strategia di investimento adeguata e un atteggiamento proattivo, può essere tra i protagonisti di questo futuro rivoluzionario.
Il bisogno di una strategia italiana di investimento sull'IA
Ciò che, oggi, al nostro Paese manca è una strategia per investire sull'intelligenza artificiale, per creare campioni nazionali e non diventare semplici consumatori di tecnologia straniera. Il problema, che affliggeva anche i governi precedenti e confermato dall'allocazione delle risorse del Pnrr, può essere affrontato ora. Una politica industriale sensata potrebbe incorporare nel “made in Italy” la visione del futuro.
*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche della Comunicazione con Perfezionamenti post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale