di Francesco Pungitore
Borghi in fermento. Al Sud sono tanti, pronti a dialogare in rete, tra loro, aprendosi al mondo e all'internazionalizzazione. Il tutto attraverso un “patto di visione” finalizzato a riattivare nuova vita, cioè sviluppo e lavoro lì dove spopolamento e isolamento potrebbero ormai sembrare fenomeni letali
e irreversibili. Questi temi animano, da diverse settimane, gli “Swap cafè”.
Nella pratica, incontri pubblici in piazza virtuale che puntano a creare orizzonti concreti di opportunità, soprattutto intercettando le nuove tendenze di lavoro “smart” indotte e dettate dalla pandemia (S.w.a.p. è, infatti, l'acronimo di “smart workers attori protagonisti”). Ma non solo. Si potrebbe anche aggiungere che la radice inglese del termine “Swap” richiama il concetto di scambio, l'idea stessa della condivisione, e sollecita l'immagine di un accrescimento di potenziale da conseguire, magari, con il coraggio di chi osa guardare “oltre”. I borghi del nostro Mezzogiorno, immersi tra storia e natura, scanditi dal tempo “slow” dei cicli stagionali, diventano luoghi da rigenerare, in cui esprimere valore da riconvertire in tangibili soddisfazioni professionali e personali. Realtà raccontate attraverso le testimonianze di chi ha scelto di restarci: con volontà, passione, impegno, idee imprenditoriali originali e innovative. Pietro Curatola, Erika Gerardini, Guerino Nisticò, Roberta Caruso, Stefania Emmanuele, Roberto Galati, Raffaele Dolce, Sofia De Matteis sono alcune delle tante voci degli “Swap cafè 2021”. Un calendario di appuntamenti che abbraccia aprile, maggio e giugno. Guarda caso, mesi tradizionali di semina. Quell'atto ancestrale che, in tempi lontani, ha portato gli uomini a scavare la terra in attesa di raccoglierne i frutti. E allora i protagonisti di “Swap” sono un po' come dei moderni agricoltori “smart” che, con la loro intelligenza, stanno seminando le terre del Sud di idee e progetti. E i frutti non mancheranno certamente di arrivare. [17 aprile 2021]