di Francesco Pungitore*
L'intelligenza artificiale si sta affermando come un settore chiave nel panorama tecnologico globale, con attori principali come gli Stati Uniti e la Cina. I giganti tecnologici americani come Google, Amazon, Facebook e Microsoft dominano questo settore, sostenuti da una robusta infrastruttura e investimenti significativi, come dimostrano i 5 miliardi di dollari spesi recentemente in ricerca sull'IA. La Cina, da parte sua, ha superato gli investimenti statunitensi nell'ultimo anno, puntando a diventare leader mondiale, con ingenti investimenti sia governativi che privati, come quelli di aziende come Alibaba e Huawei.
L'approccio europeo
In Europa, l'approccio all'IA è diverso. Prevalentemente, si osserva una maggiore enfasi sulle regolamentazioni e la governance, con un occhio critico verso i rischi e le implicazioni etiche. La Commissione Europea, ad esempio, ha elaborato un quadro giuridico per l'IA, introducendo regole di trasparenza e disposizioni per sistemi ad alto rischio. Questo approccio riflette una legittima preoccupazione per i diritti fondamentali e la sicurezza, ma non sembra adeguato a sostenere la rapidità degli investimenti osservata negli USA e in Cina.
Investimenti e iniziative in Italia e nell'Ue
Nonostante il gap evidenziato, occorre anche aggiungere che l'Europa e l'Italia stanno, a modo loro, intensificando gli sforzi di investimento in IA. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano (PNRR) ha stanziato 49,86 miliardi di euro per settori chiave, tra cui appunto l'IA, come parte di un'iniziativa più ampia per la digitalizzazione e l'innovazione. L'Ue ha destinato 292 milioni di euro alle tecnologie digitali e alla cybersicurezza, con l'obiettivo di rendere l'Europa un hub per un'IA efficiente e affidabile. Inoltre, il Piano Strategico dell’Italia per l’Intelligenza Artificiale 2022/2024 mira a mantenere la competitività tecnologica del paese, incentivando l’adozione dell’IA in vari settori.
Commissioni e strutture di governance
Ma l'Europa, dicevamo, ha soprattutto puntato sulle strutture di governance per l'IA, compresa la creazione di un Comitato europeo per l'intelligenza artificiale e ulteriori autorità nazionali di controllo, con l'obiettivo di facilitare e promuovere la cooperazione tra gli Stati membri. Queste iniziative sono certamente fondamentali per garantire una gestione efficace e responsabile delle tecnologie IA, ma portano anche a una complessità burocratica e a possibili, ulteriori ritardi nei processi di innovazione.
Equilibrio tra innovazione e regolamentazione
Dunque, mentre gli Usa e la Cina accelerano negli investimenti e nella ricerca sull'IA, l'Europa procede con un approccio più cauto che assicura una maggiore considerazione per gli aspetti etici e di sicurezza, ma può rallentare il passo del Vecchio Continente rispetto ai risultati ottenuti dalle potenze mondiali. Questo divario nella velocità e nella natura degli investimenti sottolinea la necessità di trovare un equilibrio tra innovazione rapida e governance responsabile nel campo dell'IA.
Conclusioni
L'intelligenza artificiale non è soltanto un campo di ricerca tecnologica avanzata, ma rappresenta anche un elemento chiave di potere strategico a livello mondiale. Il controllo dell'IA rivela capacità di egemonia non solo economica e tecnologica, ma anche politica. Le nazioni che dominano in questo settore hanno la potenzialità di influenzare significativamente i mercati globali, le politiche di sicurezza e le dinamiche geopolitiche. Questo spiega l'enfasi posta dagli Stati Uniti e dalla Cina sugli investimenti in IA. In questo contesto, l'IA diventa un barometro dell'influenza globale, dove la leadership tecnologica può trasformarsi in un vantaggio competitivo a livello internazionale.
*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale. Direttore Tecnico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale