di Francesco Pungitore*
Elon Musk, il maestro delle sorprese tecnologiche, ha ancora una volta scosso il mondo digitale con l'annuncio di Grok, l'intelligenza artificiale generativa di xAI, l'ultima creatura nella famiglia delle sue imprese innovative. Su X, il social network erede di Twitter che ha preso sotto la sua ala un anno fa, Musk descrive Grok con un tocco di umorismo che sembra riflettere il suo stesso spirito ribelle.
Una sfida di carisma tra IA
Grok non è solo un altro nome nel mare dei chatbot. Musk ci scherza su, dicendo che la sua nuova IA ha un gusto per il sarcasmo e un talento per condire le conversazioni con un pizzico di sale. A differenza del suo predecessore più formale, ChatGPT, Grok sembra avere ricevuto una lezione di umorismo, come dimostrato dalla sua risposta scanzonata a una domanda su come avviare eventuali attività illecite, prima di tornare sui suoi passi e dire che “non si fa”.
Un club esclusivo
Non tutti avranno l'onore di scambiare battute con Grok. Inizialmente, solo gli abbonati alla versione Premium+ di X potranno godere delle sue risposte ironiche, a un prezzo che, oltre a svuotare le tasche, promette di riempire la giornata di sorrisi. Con un costo di 16 dollari al mese, gli utenti potranno interagire con quello che xAI proclama essere il “non plus ultra” degli assistenti virtuali, nonostante il suo allenamento sia durato soli due mesi.
Meno parametri, più personalità?
Musk e il suo team hanno puntato sulla qualità piuttosto che sulla quantità, addestrando Grok su 33 miliardi di parametri, rispetto ai 175 miliardi di ChatGPT. Tuttavia, xAI sostiene che Grok sia già in grado di surclassare il suo concorrente tanto in matematica quanto in ragionamento, due delle pietre angolari del machine learning. Ma il vero asso nella manica di Grok potrebbe essere l'accesso esclusivo ai dati di X, un vantaggio non indifferente per un'intelligenza artificiale che ambisce a comprendere - e a commentare - il battito del mondo social.
Una testa tra le stelle
Musk non è nuovo ad ambizioni stellari, e con Grok sembra voler andare oltre il semplice assistente virtuale. Il nome stesso è un omaggio alla fantascienza, un neologismo che nell'immaginario dello scrittore Heinlein (nel libro “Straniero in terra straniera”) significa “comprendere a fondo”, un concetto che Musk sembra voler applicare all'intero universo. Un'intelligenza artificiale capace di diventare, come dice Musk, “la migliore amica di una persona”, potrebbe essere la chiave per un futuro dove il lavoro non è più una necessità, ma una scelta.
Il futuro è ironico?
La visione di Musk è chiara: l'intelligenza artificiale è destinata a diventare una forza del bene, ma non senza rischi. Le sue parole RIsuonano come un monito e un augurio: un equilibrio tra il potenziale illimitato dell'IA e il bisogno di mantenerne il controllo. Grok potrebbe essere solo l'inizio di questa nuova era, un passo verso un futuro dove l’intelligenza artificiale non solo capirà le sfumature dell’ironia, ma potrebbe anche insegnarci a sorridere di fronte all'ignoto.
*giornalista professionista, docente di Filosofia, Storia, Scienze Umane e Tecniche di Comunicazione con Perfezionamento post-laurea in Tecnologie per l’Insegnamento e Master in Comunicazione Digitale. Direttore Tecnico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale