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Rossi in Olanda per cercare il riscatto 

Assen terra di vittorie per Il Dottore: otto primi posti e dieci podi. L’ultima volta vinse qui il 25 giugno 2017. Da allora sono passati quattro anni e settanta GP

di Luca Tealdi

 

Il motomondiale non si ferma e arriva in Olanda per l’ultimo Gran Premio prima della pausa estiva: Quartararo cerca la conferma, Márquez combatte ancora contro un nemico che lo assilla da luglio 2020 (il suo braccio destro), ancor più temibile su una pista come Assen, rapida e con cambi di direzione veloci e Rossi ha la possibilità concreta di porre fine al digiuno dai podi, o perlomeno dalla top5. Qui il nove volte campione del mondo ha vinto otto volte e collezionato dieci podi, primato che detiene insieme a Giacomo Agostini. L’Università del Motociclismo è un luogo speciale, teatro del suo ultimo successo in Top Class: era il 25 giugno 2017 e il pilota italiano vinceva davanti a Petrucci e Márquez. Da allora sono passati quattro anni e settanta GP, lasso di tempo durante il quale Rossi non è più riuscito a salire sul gradino più alto del podio e a conquistare quel primo posto che gli permetterebbe di arrivare a quota centosedici nel motomondiale ed a duecento podi in classe regina. 

Mai così male

I numeri portano bene a Rossi che arriva nei Paesi Bassi con una motivazione in più, ma le prestazioni degli ultimi anni, quelle del 2021 in particolare, dicono tutt’altro: non è mai andato oltre il decimo posto del Mugello e si è ritirato due volte. In classifica generale occupa il diciannovesimo posto con diciassette punti, per adesso il più brutto piazzamento di sempre, peggiore anche di quello del 2020, quando finì la stagione quindicesimo. 

 

Un grido d’aiuto

Rossi e riscatto, adesso c’è l’occasione che Valentino aspettava da tempo. La pista gli piace, la statistica gli sorride: ora serve solo la magia sportiva tipica della sua gran classe e del suo immenso carisma. Quello che Rossi ha saputo dare al motomondiale sin dagli albori, sin dal 31 marzo del 1996, giorno della sua prima gara di in 125, giorno in cui ha preso il motomondiale per mano e non lo ha più lasciato. Rossi ha saputo rialzare la Yamaha riportandola sul tetto del mondo nel 2004, quando ormai era data per spacciata. Ha dato al motomondiale una giovinezza diversa, perché dentro, Rossi, è ancora giovane, eccome, e correndo è felice come un bambino che abbraccia la sua mamma. Ha dato al motomondiale tanto amore diventando il suo compagno di avventure più grande. Insomma, Rossi c’era quando il motomondiale aveva bisogno. E adesso che è Valentino ad avere bisogno, il motomondiale non si farà di certo attendere.

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