Alimentazione vegetariana e rendimento sportivo: un connubio possibile? Non possiamo, di certo, nasconderci dietro un dito. Questo tema genera, spesso, giudizi frettolosi e approssimativi, frutto di una scarsa conoscenza dell'argomento. Eppure, spiccano, nel mondo agonistico, i testimonial della nutrizione “green” tutto cibo e natura. Nel tennis, le sorelle Williams sono vegane. Nella Nfl c’è Arian Foster, il running back degli Houston Texans. E che dire di Carl Lewis, il figlio del vento, vegano sin dal 1990 e icona indiscussa dell’atletica leggera. L'elenco è lunghissimo: Brendan Brazier, atleta canadese noto per le sue imprese sportive nel Triathlon; Patrik Baboumian, bodybuilder tedesco, vegetariano dal 2005 e vegano dal 2011; Keith Holmes, campione mondiale statunitense di pugilato nella categoria dei pesi medi; Fiona Oakes, famosissima maratoneta vegana da quando aveva sei anni. In Italia spicca per notorietà e successi conseguiti il rugbista, bello e roccioso, Mirco Bergamasco. Si dice che abbia provato l’alimentazione veg per amore di sua moglie Ati Safavi e che poi ci abbia preso così tanto gusto da aprire con lei un fast food vegano nella sua Padova: il “Doody’z”. Sportivi e vegani, insomma, si può: “La prestazione, la concentrazione, le parti fisiche miglioravano - ha spiegato il rugbista motivando la sua scelta alimentare - e ho continuato a scemare sempre di più gli alimenti di origine animale. Ho constatato su di me che questo connubio è possibile e non tornerei indietro, non ne ho bisogno. La mia alimentazione è molto più varia adesso che prima”. Ma non mancano le motivazioni etiche: “Dopo aver visto e capito come vengono trattati gli animali e come finiscono sulla tavola - ha affermato Bergamasco in un’intervista al Corriere della Sera - non mi sfiora nemmeno l’idea di tornare indietro”. L'azzurro, a tale proposito, ha partecipato ad una campagna della Lav (Lega Anti Vivisezione) volta ad abbattere il muro di ignoranza che circonda il tema del veganesimo. Ma come funziona il suo “Doody'z”? Dall'antipasto al dolce, c'è davvero l'imbarazzo della scelta: “Collaboriamo con una pasticceria vegana di Ferrara che ogni giorno ci porta dolci nuovi, dalla torta di cioccolato e cocco, ai cheese cake, il tiramisù, le brioche che si sposano con i cappuccini proposti con 9 tipi diversi di latte vegetale”, ha spiegato la coppia. “C'è la possibilità di fermarsi a pranzare a costi contenuti scegliendo tra insalate verdi, di riso e di pasta alle quale aggiungere tante varianti, ma anche lasagne e polpette”. Mirco Bergamasco inoltre è anche un ottimo cuoco e spesso si diverte a postare sui suoi profili social le immagini delle sue creazioni tra i fornelli. Recentemente ha anche rivisitato la ricetta della carbonara in versione veg. “Doody'z” è il primo fast food vegan che ha aperto i battenti nel cuore di Padova, e offre una cucina con prodotti 100 per cento biologici. Una proposta che mette al centro la salute dei propri clienti e l’etica, intrinseca a un’alimentazione vegan e biologica. È un punto di ristoro tutto italiano aperto alla gastronomia internazionale, il cui concetto principale risiede nel mangiare sano nel rispetto dei prodotti agricoli regionali italiani. “Doody’z” si propone come una catena di fast food molto flessibile che si adatta al luogo in cui si trova. La peculiarità è quindi l’eterogeneità dei locali che si riforniscono a km 0 esclusivamente dagli agricoltori del posto, adeguando l’offerta delle pietanze alla tradizione culinaria locale. La filosofia aziendale è infatti volta ad acquistare le materie prime direttamente dai produttori locali, in un progetto che si pone l’obiettivo di ridurre al minimo gli intermediari per supportare al massimo il lavoro degli agricoltori. Preservare la ricchezza culinaria e culturale italiana è un imperativo per un’azienda che vuole offrire ai propri clienti piatti ricchi e deliziosi che siano completi e bilanciati in modo da poter mangiare sano senza rinunciare al gusto e alla qualità! La mission aziendale è quindi la proposta di un’alimentazione salutare e saporita oltre che buona e di qualità; che sappia rispettare la biodiversità grazie alla scelta esclusiva di ingredienti biologici e che sia cruelty free grazie alle ricette 100 per cento vegan. L’etica è quindi la parola attorno alla quale ruota tutta la realtà aziendale di “Doody’z” che per tale ragione non può certo trascurare i suoi dipendenti che lavorano in un clima sereno caratterizzato da un ambiente caldo e accogliente che pone al primo posto le loro esigenze. Per ulteriori informazioni visitate http://www.doodyzbar.com/it/.
rep