di Francesco Pungitore
“L'Unione europea rischia la sorte del Sacro Romano Impero”. Ulderico Nisticò (nella foto), storico calabrese, scrittore e opinionista televisivo, nonché curatore di importanti testi classici (tra gli altri: Polyhymnia, L'universal fabrica del mondo), analizza lo stato attuale dell'Ue e il suo futuro prossimo.
Prima la Brexit, poi il referendum anti-frontalieri in Svizzera, con la parentesi delle batoste rimediate dalla Merkel nel voto regionale tedesco. E a dicembre le elezioni in Austria.
Piccoli passi verso il definitivo affossamento dell'Unione europea?
“La gestione degli ingressi, legali o clandestini, di extraeuropei è una delle tante prove che l’unità può avere forse una valenza economica, ma è priva di ogni idea politica. Senza la capacità
di guidarla politicamente, l’Europa, mi si conceda un esempio illustre, potrebbe subire la sorte del Sacro Romano Impero, che, di fatto già finito nel XIII secolo, venne dichiarato cessato solo nel
1806; ma di fatto non c’era”.
C'è chi auspica la fine della moneta unica per rilanciare l'economia del Vecchio Continente. Lei è d'accordo?
“No, nettamente no. La vecchia lira, in mano a una classe di politicanti corrotti, fu uno strumento di deliberata astuta inflazione, e illusione di falsa ricchezza. Altro discorso è la gestione
dell’euro: l’Italia di Ciampi e Prodi accettò di pagarlo la cifra incredibile di 1936,27 lire; e tutti i governi, di centrosinistra e di centro sedicente destra, lasciarono che mille lire divenissero
un euro, cioè 1936,27; quando dovevano valere 0,52. Solo oggi, per effetto della crisi, si assiste a una salutare deflazione, e l’euro sta diventando quello che doveva essere, una moneta forte e
stabile. O lo spero”.
Ma, in questo momento, cos'è che manca all'Europa sullo scacchiere globale: leader politici all'altezza, una vera indipendenza militare, una maggiore competitività
economica?
“Manca ciò che sempre nella storia ha creato le Nazioni e gli Stati: un mito e delle grandi personalità. Nessuno prende sul serio che una realtà storica si faccia a colpi di Erasmus o di generazione
Bataclan, tutte piccole cose. Del resto, nemmeno l’economia va a gonfie vele. Quanto alla classe dirigente, è antropologicamente molto modesta, e soggetta agli effetti di un sistema fragile. Forze
armate europee si possono creare in un momento; ma sono inutili, se manca la capacità di servirsene; e ne verrebbe fuori un’altra burocrazia parassitaria; questa volta, in divisa”.
Quanto influiranno le imminenti elezioni americane sul destino dell'Unione europea?
“Per forza. L’Europa fa parte della NATO, che è a guida statunitense, e il presidente USA è il comandante in capo della guerra. Gli Americani, però, patiscono quasi un imperialismo obbligato dalla
debolezza europea, riempiono un vuoto. Quanto ai due candidati, credo ci sia poca differenza in politica estera; e nessuno s’illuda che la Clinton sarebbe più tranquillizzante di Trump: i presidenti
democratici hanno scatenato più guerre di quelli repubblicani!”.