rivista di opinione, ricerca e studi filosofici
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 «Partire dalla tavola per cambiare il mondo» 

Chi ama gli animali non li mangia, chi è ecologista sente la necessità di agire, chi è consapevole della fame nel mondo cerca di condividere il cibo

di Francesco Pungitore

 

Partire dalla tavola per cambiare il mondo. Un concetto chiaro e forte quello espresso da Carmen Nicchi Somaschi, Presidente dell'Associazione Vegetariana Italiana, in questa intervista concessa a "Essere & Pensiero". Perché chi vuole vivere sano ha capito che l'alimentazione vegetariana è la scelta giusta. Ma si è vegetariani anche per la pace e per lavorare sull'obiettivo, tutt'altro che utopistico, di consegnare al futuro una terra finalmente risanata. 

 

Com'è articolata l'associazione su base territoriale e che attività svolge?
L’Associazione Vegetariana Italiana nata nel 1952 a Perugia per volere e impegno di Aldo Capitini, è la prima associazione vegetariana nata nel paese e da sempre sostiene e promuove tutte le scelte alimentari che escludono l’utilizzo di ingredienti derivati dalla sofferenza e dalla soppressione degli animali: vegetarismo, veganismo, crudismo, fruttarismo. etc. L’Avi è un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla scelta alimentare veg non-violenta. Le attività che realizziamo sono molte, e per questo dobbiamo ringraziare i nostri soci, volontari e attivisti: organizziamo corsi e conferenze, partecipiamo a fiere e show cooking, collaboriamo con una lunga lista di professionisti (medici, nutrizionisti, biologi, chef, etc..) pronti a rispondere a tutte le domande dei nostri utenti e ad accompagnarli verso la scelta vegetariana e forniamo consulenza ad aziende nel settore della ristorazione per l’introduzione di nuovi prodotti  e nuove ricette veg. Non solo, l’Avi partecipa al dibattito internazionale per l’affermazione del vegetarismo in Europa. Vantiamo l’organizzazione di 3 Congressi Vegetariani Europei, siamo parte di Evu (European Vegetarian Union) e di Safe, Safe Food Advocacy Europe, un’istituzione con sede a Bruxelles con la quale abbiamo intrapreso un lungo percorso di affermazione dei diritti dei vegetariani e vegani in Europa attraverso attività di lobbying.
Un’attività  sulla quale l’Associazione sta  impegnando gran parte delle sue forze è certamente la certificazione di prodotti vegetariani e vegani con i 2 marchi: Il Germoglio e Qualità vegetariana.
Il Germoglio, chiamato anche V Label, è nato in Italia come nostro simbolo istituzionale, utilizzato in occasione dei 3 congressi europei da noi organizzati e divenuto ben presto un marchio internazionale. Oggi è il marchio veg più conosciuto al mondo. La procedura per ottenere questo marchio è molto semplice:
 -        l’Avi richiede che venga compilato un apposito questionario (messo a punto, riconosciuto e utilizzato in tutta Europa)
-        A seguito della prima verifica effettuata internamente, l’ufficio certificazione può richiedere ulteriori documenti (es. schede prodotto, dichiarazioni dei fornitori, etc.)
-        A verifiche terminate, se il prodotto viene ritenuto idoneo si procede con la firma del contratto per l’utilizzo del marchio.
Trattandosi di una verifica da parte dei nostri uffici non si può parlare di certificazione ma di prodotto controllato dall’Associazione Vegetariana Italiana

Qualità Vegetariana è un marchio creato nel 2011, che prevede il controllo dei prodotti tramite la Csqa, un Ente Certificatore Indipendente, che verifica che conformità del prodotto al disciplinare Avi. Anche in questo caso la procedura è molto semplice:
-        La Csqa, ente certificatore, chiede che l’azienda interessata fornisca la documentazione necessaria
-        A seguito dei controlli, se il prodotto viene ritenuto idoneo, la pratica passa agli uffici Avi
-        A tal punto si prosegue con la stipula del contratto per l’ottenimento del marchio
Trattandosi di un controllo effettuato da un ente certificatore esterno si può, in questo caso, di parlare di Certificazione. La certificazione coinvolge anche la ristorazione.

 

Perché si diventa vegetariani (motivi di salute, etici...)?
Si diventa vegetariani  per coerenza, ognuno di noi ha dei valori e dei punti di riferimento.
Chi ama gli animali non li mangia, chi è ecologista sente la necessità di agire anche a tavola per fermare la corsa verso il degrado; chi è consapevole della fame nel mondo cerca di condividere il cibo e di utilizzare la terra per colture destinate agli umani, anziché ad animali costretti a nascere per poi morire con grande dolore; chi vuol vivere sano ha capito che l'alimentazione vegetariana è la scelta giusta. La scelta vegetariana è dunque la scelta di chi ha deciso di mettere coerenza fra i proprio valori ed i fatti. In ultima istanza si è vegetariani per la PACE. Come sosteneva Aldo Capitini e io stessa, essere pacifista significa disarmarsi totalmente, anche a tavola. La vera forza che abbiamo è il dialogo con tutti, anche con gli animali. Anche loro comunicano con noi, siamo noi che non comprendiamo.

 

Il recente rapporto annuale Eurispes ha confermato che i vegetariani sono in costante aumento nel nostro Paese. Quanto può avere inciso l’allarme lanciato dall’Oms qualche mese fa sulle carni rosse e lavorate?
Credo che il rapporto dell’Oms abbia sottolineato molte realtà conosciute e sostenute da anni dai vegetariani nel mondo, sicuramente è stato un valore aggiunto al nostro lavoro, una presa di posizione medica che nel passato mancava e che oggi ci sostiene. 

 

Entro quarant’anni la popolazione mondiale aumenterà di due miliardi e le risorse idriche e alimentari scarseggeranno. Da più parti si suggerisce questa soluzione: se mangiassimo meno animali, risparmieremmo acqua e avremmo a disposizione più terra per altri usi agricoli. Si arriverà mai a questo livello di consapevolezza?

Come diceva Mahatma Ghandi: "La terra possiede risorse sufficienti per provvedere ai bisogni di tutti, ma non per l'avidità di alcuni". Credo che sia arrivato il momento di farci l'esame di coscienza. La mia generazione ha distrutto in pochi anni quello che Madre natura ha costruito nei millenni, ora abbiamo il dovere di consegnare ai nostri figli la terra risanata. Noi umani abbiamo grosse potenzialità che trascuriamo, spesso ignoriamo quanto ogni nostro gesto sia importante per la salute del pianeta. Il discernimento e  la consapevolezza sono due qualità da cui dobbiamo partire se vogliamo fermare questa folle corsa verso l’autodistruzione. Noi pensiamo che si possa partire dalla tavola.
        

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