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L'Oms: l'abuso di carne rossa provoca il cancro

Wurstel e bacon finiscono in un elenco che li accomuna a fumo e benzene

La carne? Fa male, ma così male da finire in un elenco che l'accomuna all'amianto, al fumo e al benzene. A dirlo non è il solito fanatico “veg” crudista e fruttariano, ma nientemeno che l'Organizzazione mondiale della Sanità. O, meglio, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) di Lione, massima autorità in materia di studio degli agenti cancerogeni che fa parte dell’Oms. Uno studio che parla chiaro e mette alla berlina salumi e insaccati, hot dog e prosciutti, wurstel e pancetta. Giusto per inciso, prima di scendere nello specifico del problema corre l'obbligo di ricordare che, a queste stesse conclusioni, giungevano autorevoli ricercatori già qualche annetto fa. Solo che analisi “scomode” come quelle contenute nel best seller mondiale “The China Study” finivano per essere boicottate, derise e sminuite dalla comunità scientifica internazionale. Adesso qualcosa è cambiato. Le evidenze, probabilmente, sono tante e tali da non ammettere più assurde campagne dogmatiche contro vegetariani e vegani. Insomma, per il dottor Colin Campbell, autore del già citato “Studio Cina”, oggi è il giorno della vendetta perfetta. Cosa dice, in buna sostanza, la pubblicazione appena rilasciata sulla rivista scientifica The Lancet Oncology, frutto di oltre 800 studi epidemiologici che indagavano l’associazione fra carni rosse e insorgenza di cancro in tutto il mondo? Dice che esistono “sufficienti evidenze che le legano al tumore del colon, le carni rosse lavorate, ovvero quelle salate, essiccate, fermentate, affumicate, trattate con conservanti per migliorarne il sapore o la conservazione. Inoltre un legame è stato individuato anche con il tumore allo stomaco”. Il consumo di carne rossa è stato invece inserito nella lista dei “probabili” carcinogeni per l’uomo “in considerazione dei numerosi e rilevanti dati che dimostrano un’associazione positiva fra carni rosse e soprattutto cancro al colon, ma anche tumori di pancreas e prostata”. Fritture, barbecue, grigliate sono generalmente “più pericolosi per le sostanze che si possono sprigionare rispetto ad altri metodi di preparazione”. Che la carne sia rischiosa per la salute, dicevamo, non è certo una novità. Sono diversi gli studi che già in passato hanno messo in evidenza come i processi di lavorazione e conservazione aumentino la capacità delle carni di danneggiare la salute umana. Nel 2014 uno studio dell'italiano Valter Longo, pubblicato su Cell Metabolism, affermava che il consumo abituale di carni e formaggi nei soggetti over 50 provoca lo stesso effetto delle sigarette sull'organismo. Nel 2010 una ricerca dell'Harvard School for Public Health aveva invece evidenziato un maggiore rischio di infarto e diabete nei consumatori abituali di carne rossa lavorata, come bacon e salsicce. Ma adesso c'è la prima “condanna” ufficiale da parte della più alta istituzione sanitaria mondiale. L'allarme lanciato dall'Oms ha spinto il Codacons a presentare un'istanza urgente al ministero della Salute e un esposto al pm di Torino Raffaele Guariniello, affinché siano valutate misure a tutela della salute umana. “L'Oms non lascia spazio a dubbi”, ha dichiarato il Presidente Carlo Rienzi. Secondo uno studio Aiom il 9% degli italiani nel 2010 mangiava carne rossa o insaccati tutti i giorni, il 56% 3-4 volte a settimana. Per il ministero della Salute il cancro del colon-retto, quello di cui si è trovata la maggiore associazione con il consumo di carne lavorata, è in assoluto il tumore a maggiore insorgenza nella popolazione italiana, con quasi 55mila diagnosi stimate per il 2013. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin intervenendo sulla ricerca dell'Oms ha parlato a Tagadà su La7: “Occorre guardare a quale è stata la nostra linea fino adesso: promuovere la dieta mediterranea, che è corretta dal punto di vista dei nutrienti e prevede una piramide”, in cui viene inclusa anche la carne rossa, che va però “prediletta fresca. Queste - ha ribadito - sono raccomandazioni dell'Oms ma al momento se tutti adottassero stili di vita sani, in primis la dieta mediterranea, avremmo un crollo dell'incidenza di malattie importanti come il diabete”.

 

Francesco Pungitore

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