di Francesco Pungitore
E' un posto davvero strano, l'Italia. E' un Paese nel quale sembra, ormai, mancare una gerarchia di valori condivisi. Accendi la tv e vieni inondato dalle inchieste giornalistiche sul voto di scambio, la corruzione, il malaffare: candidati che comprano voti per 50 euro, Comuni sciolti per mafia, consiglieri regionali arrestati per truffa e mazzette, altri indagati per riciclaggio. Un elenco lunghissimo. Allora immagini che la priorità della politica debba essere, necessariamente, quella che un tempo, con una certa enfasi, si chiamava “questione morale”. E invece no! Il Pd, principale partito di governo, concentra la sua attenzione su altro. La disoccupazione, forse? O la stabilizzazione del Mediterraneo? No, neanche questo. La priorità del Partito Democratico, in questo particolare abbrivio della storia mondiale, sono le fake news. Sì, insomma, le notizie farlocche, taroccate, menzognere. Quelle che circolano sulla rete, su siti e blog dai nomi impensabili e diventano, poi, virali rimbalzando sui social. Notizie bugiarde, dunque, che, sempre secondo i piddini, rischierebbero, addirittura, di contaminare le prossime elezioni politiche del 2018, influenzando l'esito del voto. Una vera emergenza. Tanto da richiedere norme di legge apposite da varare con la massima urgenza. E, invece, il voto di scambio, la corruzione, il malaffare, la criminalità che si infiltra nelle Istituzioni? Zero. Il problema dei problemi? Le fake news. Di fondo, sembra esserci l'idea che i cittadini italiani siano, sostanzialmente, una manica di idioti, incapaci di discernere il vero dal falso, permeabili alla persuasione tramite spot e immagini photoshoppate. Resta, ovviamente, condannabilissima la pratica dei seminatori di odio e patacche che utilizzano il web per diffondere fango e calunnie. Ma siamo davvero sicuri che servano delle leggi speciali per sbugiardare gli infami? O che sia questa la sfida epocale che ci attende da qui ai prossimi cinque anni? A marzo si voterà per dare una rotta a questo Paese nell'oceano di un contesto geopolitico mondiale che muta a ritmi vertiginosi, giorno dopo giorno. Alleanze ed equilibri che apparivano consolidati, dall'oggi al domani non esistono più. Le leve dell'economia si spostano, ormai, da un punto all'altro del pianeta con un colpo di mouse e senza alcuna forma di controllo. Le guerre per l'acqua, l'energia, le risorse continuano ad imperversare, mascherate da conflitti etnici e religiosi. E noi, che facciamo? Ci preoccupiamo delle fake news. Come se non fossero mai esistiti i pamphlet scandalistici, nel Paese che si sveglia al mattino ascoltando serenamente e senza scandalo le bufale di maghi e astrologi che predicono il futuro. [26.11.2017]