Tenete bene a mente questa data: 26 ottobre 2015. E' il giorno in cui l'Organizzazione mondiale della Sanità ha, di fatto, certificato l'esistenza di un legame diretto tra una dieta che comprende le proteine animali e il cancro. Mangiare carne, insomma, fa male, tanto quanto il fumo, l'amianto, l'arsenico e il benzene. Così dice l'Oms. E lo dice dopo anni di denunce inascoltate. “Meglio tardi che mai...” commenta Renata Balducci, presidente di AssoVegan (Associazione Vegani Italiani Onlus), in questa intervista a “Essere & Pensiero”.
Carni in scatola, hot dog, prosciutto: sono solo alcuni esempi di carni trattate, considerate cancerogene per l'uomo dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Un allarme
tardivo?
“Ci sono molti studi che dimostrano la pericolosità dell'assunzione di carne da parte dell'uomo eppure solo oggi si dà il giusto peso a tali risultati. Noi da anni ci occupiamo di corretta
informazioni sui danni che il consumo di carne determina sulla salute dell'uomo e abbiamo organizzato decine e decide di conferenze che trattano l'argomento con medici e nutrizionisti, membri del
Comitato Scientifico di Associazione Vegani Italiani Onlus, per rendere le persone più consapevoli di tali rischi. Il fatto che finalmente anche l'Oms ne dia ufficialmente notizia è un fatto davvero
importante dato il drammatico e repentino aumento di malattie legate al consumo di carne. Quindi, meglio tardi che mai...”.
Le carni trattate o lavorate sono quelle oggi indicate come più pericolose per l'uomo, essendo state inserite dall'Oms nel gruppo 1 per rischio cancerogeno. Molti studi che, in un recente
passato, arrivavano a conclusioni analoghe, venivano ridimensionati platealmente o addirittura ridicolizzati dalla comunità scientifica. Cosa è cambiato adesso?
“Oggi giorno, oltre ai numerosi studi citati, c'è moltissimo interesse nei confronti dell'alimentazione e cresce la consapevolezza delle persone in merito a tali argomenti. Per questo non è più
possibile tacere o nascondere la verità sui rischi che si corrono nel continuare a mangiare carne. La prova evidente del cambiamento in atto è, ad esempio, la diffusione in Italia di Farmacie VeganOK
che hanno seguito corsi di alta formazione diretti dai medici e specialisti del Comitato Scientifico di Associazione Vegani Italiani Onlus. In pratica è finalmente possibile ricevere utili consigli
da medici, nutrizionisti e farmacisti correttamente informati che possono dimostrare di aver seguito un percorso formativo autorevole. Questa è la migliore risposta alla cattiva informazione che è
purtroppo spesso diffusa senza criterio o attendibilità scientifica”.
Adesso si torna a parlare di dieta mediterranea puntando, però, solo a consigli per ridurre modalità e quantità di consumo della carne. Ma così non si rischia di confondere ancora di più
le idee ai consumatori, evitando di affrontare il problema alla radice?
“Certo, se da una parte la verità è oramai svelata dall'altra si cerca di ridimensionarne gli effetti dato che intorno all'industria della carne ci sono interessi enormi. Non si dice infatti che per
dieta mediterranea (che vuol dire tutto e niente essendo un'invenzione dettata come al solito da interessi economici) si dovrebbe intendere una dieta semplice e naturale basata su cereali,
legumi, frutta e verdura”.
Questo nuovo allarme per la salute dell'uomo servirà a dare più forza anche a chi rifiuta la carne con motivazioni etiche, ovvero con il rispetto per la vita di tutti gli esseri
viventi?
“Sono molte oggi le persone che iniziano una dieta vegana per salute e pensiamo che queste persone aumenteranno esponenzialmente. Siamo convinti che molte di queste persone arriveranno ad abbracciare
in toto le motivazioni etiche alla base della scelta vegan. Questo perché quando si ci avvicina al mondo vegan si diventa molto più consapevoli di quello che sta dietro all'industria della carne e
cioè la sofferenza di miliardi di animali imprigionati e giornalmente torturati e poi uccisi per il solo piacere del palato. Quando ci si rende conto dell'assurdità e della crudeltà che sta dietro a
tutto ciò e del disastroso impatto ambientale che gli allevamenti determinano... difficilmente si riesce a voltarsi dall'altra parte e continuare a pensare solo ed esclusivamente alla propria salute,
si fa presto la connessione tra la propria salute, quella del nostro Pianete e quella di ogni essere vivente che la popola. Quindi, qualsiasi sia il motivo per cui una persona decida di avvicinarsi
al mondo vegan, questo si traduce in nuova forza per il movimento vegan e in vite salvate”.
Francesco Pungitore